Discussioni su Stuck - Film (2007)

DISCUSSIONE GENERALE

8 post
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  • Undying • 8/08/09 04:07
    Risorse umane - 7574 interventi
    Consiglio di togliere dal cast Jeffrey Combs, poiché nel film non v'è traccia.
    Di lui c'è solo la voce nella versione originale: è quella dell'operatore telefonico, ascoltabile nella (perfidamente ironica) scena che vede Thomas Bardo (Stephen Rea) chiedere soccorso al 911.

    Tra tanti, ecco un film davvero perfetto, che lancia frecciate contro un mondo (occidentale) falsamente dominato da valori di democrazia mentre ha, invece e da tempo, dimenticato la carta universale dei diritti umani.

    Gordon sorprende, diverte e non dimentica di criticare (in maniera quasi profetica, dato che il film è del 2007 e la crisi economica sarebbe esplosa solo l'anno seguente) una parte dell'America che calpesta l'essere umano in una visione arrivista e cinica dell'arrampicamento sociale.

    Stuck, ovvero incastrato, è un titolo lucidamente polemico, divertentemente splatter, originalmente concepito (pur se tragicamente ispirato da una storia vera) e quasi allegorico: perché ci ricorda che chiunque, quando meno se lo aspetta, può rimanere incastrato tra le pieghe di un destino infame.

    Un urlo di disperazione, lanciato da un regista che dimostra come anche il cinema horror possa essere importante veicolo di diffusione per valori oggi, purtroppo, quasi rimossi (la solidarietà per i clochard e i disadatti), in favore di un incomprensibile e - spesso - immotivato cinismo (dei testimoni, dei datori di lavoro, delle forze dell'ordine).

    Questo è l'horror (intelligente) che vorremmo vedere più spesso, che stimola la mente, e induce ad un momento di pausa riflessiva: "Fermate il mondo", sembra dirci il regista, "voglio scendere!"
    Ultima modifica: 8/08/09 04:33 da Undying
  • Zender • 8/08/09 10:12
    Capo scrivano - 47801 interventi
    Eliminato Combs, grazie Undying. Film da recuperare quindi. Ma esiste anche in italiano?
  • Undying • 8/08/09 10:51
    Risorse umane - 7574 interventi
    Purtroppo no.

    C'è però la possibilità di inserire i sottotitoli, scaricabili da qua.

    Consigliato veramente, perché questo è davvero un bel film.
  • Schramm • 28/03/10 14:04
    Scrivano - 7694 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    già visto, se non vado errato, in salsa soprannaturale in un film della serie di Creepshow

    vai errato. non si è mai visto nulla di simile in alcuno dei tre creepshow. a meno che tu non alluda all'ep something to tide you over, ma son contesti e trame assai distanti tra loro
  • Greymouser • 28/03/10 14:41
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:

    vai errato. non si è mai visto nulla di simile in alcuno dei tre creepshow. a meno che tu non alluda all'ep something to tide you over, ma son contesti e trame assai distanti tra loro

    Il mio ricordo si riferisce al capitolo di un film a episodi (che potrebbe essere uno dei creepshow, ma tu mi confermi che mi sbagliavo) in cui una donna investe un uomo di colore con l'impermeabile giallo, e invece di soccorrerlo scappa, ritrovandoselo poi continuamente fra i piedi e massacrandolo sempre di più. Ovvio che son contesti differenti, poichè si tratta di un film horror puro, ma intendevo riferirmi all'idea di base e al tema dell'indifferenza. Anche nel trascurabile "Hit and run" è sviluppato lo stesso soggetto, ma credo che sia successivo a "Stuck".
  • Schramm • 28/03/10 14:46
    Scrivano - 7694 interventi
    capì, parli dell'episodio l'autostoppista di creepshow 2. si tratta di somiglianze abbastanza epidermiche rafforzate dalla presenza dell'auto che le veicola. in quell'episodio l'autostoppista che non muore mai e massacrato sempre di più rappresenta la nemesi della cattiva coscienza dell'adultera.
    Ultima modifica: 28/03/10 14:49 da Schramm
  • Greymouser • 28/03/10 15:10
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    capì, parli dell'episodio l'autostoppista di creepshow 2. si tratta di somiglianze abbastanza epidermiche rafforzate dalla presenza dell'auto che le veicola. in quell'episodio l'autostoppista che non muore mai e massacrato sempre di più rappresenta la nemesi della cattiva coscienza dell'adultera.


    Yes, è proprio quello.
    (meno male, qualche neurone della memoria mi funziona ancora...)
    Grazie della conferma.
  • Buiomega71 • 20/03/21 10:05
    Consigliere - 26006 interventi
    Gordoniano fino al midollo (e non solo per l'incipit alla casa di riposo che rimanda terribilmente a From Beyond, con la moglie di Stu, Carolyn Purdy, che, praticamente, rifà lo stesso ruolo odioso e al posto del paziente che si masturbava ferenticamente, un vecchio che si defeca addosso, e nemmeno per la cittadina di Providence, ma che lovecraftiana coincidenza), dove il regista di Dolls chiude la sua ideale e alienata trilogia metropolitana dopo King of the ants e Edmond, facendolo con quello che le riesce meglio, cioè con una carica di humor macabro nerissimo, di grottesco rancido e di cinismo sparso a pieni a mani, dove la vita di un povero barbone vale quanto uno sputo e l'importante e pensare a sè stessi e come a cavarsi dagli impicci, dove i mostri del tanto adorato signore di Cthulhu prendono terrificanti sembianze umane.

    E il caro vecchio zio Stu non rinuncia al martirio della carne con gambe che si spezzano nel terrificante impatto, con tergicristalli piantati nello stomaco, con Rea che è una maschera di sangue e striscia come le creature di From Beyond, tra aperture emmorragiche e volpini che pasteggiano con ferite aperte, di penne biro infilate e affondante nei bulbi oculari, martellate sulla capoccia, uno sparo da imbecilli e il garage che va a fuoco, in un finale di delirante e nerissima violenza, piccola apocalisse di quartiere che mostra il lato più selvaggio e barbaro dei "cari vicini di casa".

    Un barbone nero che sembra uscito dalle notti lovecraftiane, una città notturna fotografata con livore, una lotta tra donne gelose (tra cui una in un nudo fugacemente integrale) totalmente gratuita ma squisitamente e grottescamente gordoniana, tra picchi parolacciari degni di nota e febbrile brutalità isterico/femminea, e Mena Suvari che da spaventata protagonista di una bizzarra omissione di soccorso, si muta in una specie di strega, pazza assassina e totalmente fuori controllo (Ma cosa hai nel cervello?, bisbiglia Rea trascinato via dalla sua aguzzina).

    Solo Gordon poteva aprire il suo film in un triste e squallido ospizio sul volto degli anziani rimbambiti o che imbrattano il letto di feci, solo Gordon poteva mostrare la miseria sulle strade di Providence, tra tuguri d'albergo e homeless, solo Gordon poteva mostrare un taglio dell'unghia dei piedi che và un pò troppo a fondo e solo Gordon , rimebrando le sue gesta passate, poteva mostrare un amplesso (interraziale) dove gli incubi si fondono con il sesso (la Suvari, nel momento dell'orgasmo del suo compagno di colore, vede Rea insanguinato sopra di lei, come la testa del dottor Hill che slinguazza la Crampton in Re-Animator o Pretorius che si bea, tentacoloso, delle grazie della Crampton in From Beyond)

    Col senno di poi diventa il testamento di un  autore che si è rinnovato, che perso l'amico Yuzna ha saputo ritornare a nuova vita con prodotti indie che portano il suo inconfondibile talento, immergendo la sua vena corrosiva e mordace nei meandri di assurde, folli e grottesche vicende metropolitane, dove il dramma si mischia con la commedia più rancida, sfociando nell'horror più viscerale (il finale garagistico non perde un colpo in questo senso), dove riesce a infilare anche temi scottanti, come l'immigrazione, la solitudine, i meccanismi illogici della burocrazia, l'indifferenza, la perdita del posto di lavoro e la demenza senile.

    L'enorme silhouette di Stu appare hitchcockianamente nel corridoio, dove Sharlene Royer nuda e incazzata, appena sbattuta fuori dall'appartamento dalla Suvari, dopo averla pizzicata a letto con il suo uomo, lo prende a male parole.

    L'ultimo atto di Gordon è un gioiellino di rara crudeltà, che suggella il cinema di questo straordinario autore, spesso in preda a genio e sregolatezza, che ha ritrovato nella "quotidianità dell'assurdo" la sua poetica più caustica e tagliente.

    Suggestive, infine, le atmosfere uggiose invernali/malinconiche quasi fulciane (una per tutti il ragazzino messicano che gioca a pallone fuori dal garage della "morte").
    Ultima modifica: 21/03/21 19:22 da Buiomega71