Discussioni su Senza movente - Miniserie TV (1993)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/09/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 12/09/19 11:00
    Consigliere - 25933 interventi
    Dopo La rabbia giovane e Quell'estate del '58 (cheppoi i fattacci sono successi in inverno), un'altro true crime movie sulle sanguinose gesta della coppia assassina Charles Starkweather e Caril Ann Fugate, questa volta in una fiction televisiva, trasmessa in due parti negli states sulla ABC e uscita da noi , nel 1996, direttamente in vhs e in versione integrale per la durata di 150'.

    Markowitz, nonostante la destinazione tv, non lesina sugli insensati e efferati delitti perpretati da Starkweather, con una fredezza e una lucidità criminosa iperrealistica, secca e cruda.

    Il regista (di sicura professionalità e robustezza narrativa) usa bene le location brulle e invernali del Nebraska (anche se il film è girato in Texas), tra strade, fattorie, ville e sperduti luoghi di campagna, coadiuvato dalla suggestiva fotografia di Ron Victor Garcia che le dà un taglio decisamente cinematografico e ben poco televisivo.

    Incupito da momenti quasi horror, un incubotico viaggio on the road nella follia omicida, dove nei 150 minuti, Markowitz, non lascia un attimo di respiro, dai massacri, al tesissimo processo fino alla pena capitale sulla sedia elettrica (quest'ultima di impressionante realismo, che manco una sequenza analoga nelle Facce della morte)

    Markowitz segue fedelmente i tristi fatti di cronaca nerissima della coppia di giovani assassini, pedinando passo passo i due criminali nelle loro gesta delittuose.

    Il ragazzo della stazione di servizio a cui Starkweather spara alla testa con una fucilata perchè lo ha riconosciuto dopo averlo rapinato, la terribile e agghiacciante strage della famiglia della Fugate, dove il giovane "angelo della morte" stermina senza pietà alcuna (non risparmiando nemmeno la bimba di due anni), il vecchio Gus (Roberts Blossom l'ex Ed Gein di Deranged-curioso come le atmosfere plumbee e bucoliche si assomiglino tra i due film, che, guarda caso, trattano di veri assassini seriali-) freddato alle spalle, la giovane coppia che dà un passaggio ai due, rimasti in panne con l'auto, Robert Jensen e Carol King, lui sparato e lei violentata , eppoi gettati in un rifugio antitornado, la mattanza nella villa dei Ward (dove mi veniva alla mente A Sangue freddo di Brooks), con la cameriera muta legata e soffocata con un cuscino, la signora Ward prima umiliata "sessualmente" eppoi massacrata a pugnalate e infilata sotto il letto (non prima di essersi difesa, in una delle scene più adrenaliniche e coincitate del film, a colpi di pistola indossando una vestaglia e ciabattine da camera bianche) e la fucilata che attende il signor Ward sulle scale, appena rientrato a casa, il commesso viaggiatore che viene sanguinosamente crivellato di colpi nell'abitacolo della sua auto sul ciglio della strada, quando Starkweather vuole sbarazzarsi della Packard del signor Ward perchè troppo vistosa.

    La cattura (gran pezzo di cinema on the road che sembra di vedere il finale di Non aprite quella porta), il processo-prima a Starkweather con la condanna a morte- poi alla Fugate-con la pena dell'ergastolo-, dove a modello rashomoniano il giovane serial killer dà la sua versione-tra le tante-del suo coinvolgimento della Fugate ai delitti (con flashback tanto surreali e crudeli quanto pregni di follia muliebre, si veda quella inerente al massacro della sua famiglia effettuato da Starkweather, mentre lei, in camera sua, guarda uno stupido programma televisivo), fino al macabro spettacolo dell'arrostimento di Starkweather (che non morirà subito, Horace Pinker insegna).

    Sottolineato dalla OST incisiva di Patrick Williams, da una ricostruzione degli eventi e degli anni 50 impeccabile, dalle canzonette del periodo che escono dai jukebox e dalle radio, dalla polizia che circonda la fattoria del vecchio Gus con le maschere antigas e spara i lacrimogeni come nello Zombi romeriano, a Starkweather che gironzola, con l'auto, per i vialetti bene di Lincoln, individuando la villa dei Ward, prossima meta del nuovo eccidio senza senso, alla tensione che si respira per tutto il film, all'omaggio a Sugarland Express con le auto della polizia in coda sulla strada, mentre scortano Starkweather, alle lucide e spietate esecuzioni degli assassinii, con chiaroscuri horror notturni boschivi, abbagliati dai fari di una macchina o dalle insegne di una stazione di servizio.

    Pochi gli attimi di quiete e "tenerezza" (le pomiciate in auto, Starkweather che "giocherella" con i piedini della Fugate) prima che la rabbia sanguinosa divori tutto e tutti, in una ballata di morte che lascia dietro di sè una lunga scia di cadaveri.

    Tim Roth è un ferino e disumano Starkweather, dove l'attore presta i suoi tick, la sua paranoia e le sue nevrosi che diventano furia omicida incontrollabile, cane rabbioso con il puro gusto di uccidere solo per il piacere di farlo (spara alle spalle del vecchio Gus solo perchè questi lo prende bonariamente in giro), mentre Fairuza Balk è una Caril Ann Fugate debole, in cerca di protezione, ragazzina cresciuta troppo in fretta, complice e vittima (da antologia la sequenza in cui non fa entrare in casa nessuno, minacciata dal fucile di Starkweather, dicendo che i suoi familiari sono vittime di una terribile influenza contagiosissima e la geniale idea del foglio lasciato sulla porta o la richiesta d'aiuto scritta sulla carta lavamani di un bagno di un drugstore. Oppure la sua rashomoniana-sì, anche la sua-versione con lei legata sulla sedia da Starkweather davanti alla tv, che pare un mix tra la Regan dell'Esorcista e la ragazza punita dal fratello nell'episodio di Joe Dante de Ai confini della realtà Prigionieri di Anthony) che si sfogherà al processo, quando Starkweather la incolperà nella complicità dei massacri, dove la giovane attrice ricopre uno dei suoi ruoli migliori.

    Se Malick e Hood romanzavano (a mò di mitizzazione, soprattutto il primo, mentre il secondo era un puro e genuino b movie che guardava al mero lato exploitation) le sanguinose scorribande della coppia, Markowitz ne ritrae i fatti documentati, come se fosse un cronista di nera, senza orpelli nè tantomeno sfumature nostalgiche, ma la cruda realtà così come la raccontano i dossier di criminologia.

    Curioso come uno dei migliori "true crime movie" sia diretto da un regista anonimo e televisivo (ma di grandissima conoscenza narrativa filmica), ma forse, proprio per questo, di maggiore impatto, senza tanti voli pindarici o autoriali.

    Chi ama il cinema sui serial killer (ma anche solo i robusti crime movie) e le loro gesta, ritratte fedelmente e con crudezza, se lo segni sul taccuino.

    Film tv di un'efferatezza che lascia il segno e che scardina le ultime regole perbeniste del format.

    Particina per una giovanissima Renée Zellweger.

    Fairuza Balk tentò di mettersi in contatto con la vera Caril Ann Fugate per entrare meglio nella parte, ma quest'ultima non ne volle assolutamente sapere.

    Gran bel paese l'america, fino a ieri raccoglievo la tua spazzatura e adesso sono il padrone di casa.
    Ultima modifica: 12/09/19 21:07 da Buiomega71