Discussioni su Salò o le 120 giornate di Sodoma - Film (1975) | Pagina 6

DISCUSSIONE GENERALE

143 post
  • Buiomega71 • 17/01/14 11:27
    Consigliere - 25998 interventi
    Non saprei Gugly...Io ho (ri)letto solo questo (insieme a pochissimi miei culti letterari-osceni tipo L'antijustine, Opus Pistorum e quel gioiello che fa dell'incesto la voglia dentro che è Madrelingua), , e lo trovato noioso parecchio (davvero un capolavoro, comunque, la descrizione del castello isolato e arrocato di Silling), ripetitivo e monotono (seppur con lampi di una crudeltà da rivoltare lo stomaco) e di una misoginia e di una dissacrazione del corpo davvero disgustosi (nel senso dispreggiativo del termine)

    Adoro la violenza, anche estrema al cinema, (nel "rape" quello che amo di più e la catarsi femminea). Un gioco tra me e il regista, dove la finzione ammortizza il tutto

    La stessa fruizione che mi ha permesso di amare/odiare il trattato filmico pasoliniano

    Ma qui, De Sade, pare proprio godere delle sue sceleratezze da sedia elettrica immediata (soprattutto accanendosi sul corpo femminile-che ripeto, io adoro-) gratuito e compiaciuto. Ecco quindi che al gioco non ci stò più, e allora subentra tutto il mio totale disprezzo e diniego
    Ultima modifica: 13/05/18 19:55 da Buiomega71
  • Gugly • 17/01/14 12:40
    Portaborse - 4710 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Non saprei Gugly...Io ho letto solo questo, e lo trovato noioso parecchio (davvero un capolavoro, comunque, la descrizione del castello isolato e arrocato di Silling), ripetitivo e monotono (seppur con lampi di una crudeltà da rivoltare lo stomaco) e di una misoginia e di una dissacrazione del corpo davvero disgustosi (nel senso dispreggiativo del termine)

    Adoro la violenza, anche estrema al cinema, (nel "rape" quello che amo di più e la catarsi femminea). Un gioco tra me e il regista, dove la finzione ammortizza il tutto

    La stessa fruizione che mi ha permesso di amare/odiare il trattato filmico pasoliniano

    Ma qui, De Sade, pare proprio godere delle sue sceleratezze da sedia elettrica immediata (soprattutto accanendosi sul corpo femminile-che ripeto, io adoro-) gratuito e compiaciuto. Ecco quindi che al gioco non ci stò più, e allora subentra tutto il mio totale disprezzo e diniego


    Ho capito...programmerò in futuro la lettura e poi ti dirò :)
  • Raremirko • 17/01/14 21:20
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buio che edizione del libro hai, di che casa editrice?
  • Buiomega71 • 18/01/14 00:30
    Consigliere - 25998 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Buio che edizione del libro hai, di che casa editrice?

    Ugo Guanda Editore
  • Buiomega71 • 18/01/14 00:41
    Consigliere - 25998 interventi
    Comunque, mi arrovellavo il gulliver per idearmi un finale catartico e apocalittico (altro che caro lettore scrivi minuziosamente qua e la, su e giù...), visto che incompleto (e si dovrebbe far ritorno a Parigi con i quattro scellerati e ben pochi superstiti)

    Non riuscivo a esorcizzare e "punire" tutto l'orrore sparso dai quattro libertini

    Quando oggi, al lavoro, tra un carro e l'altro mi venne come un flash

    I quattro (più i pochi sopravvisuti alla mattanza) lasciano il castello di Silling (a fine Marzo)

    Passano dal paesello svizzero e non trovano anima viva, tutto e ovattato e silenziosamente irreale

    Arrivano a Parigi , il cielo sopra la città e rosso fuoco. Nella notte del 31 Dicembre (mentre i libertini commettevano le atrocità nel castello, isolati dal resto del mondo), una cometa sfrecciò tra i cieli della città, portando in vita i cadaveri

    Parigi e infestata da una massa di putridi zombi, che sbranano e fanno a brani le carni dei quattro scellerati e dei pochi sopravvisuti (tra i feroci morti viventi si riconoscono alcune vittime dell'inganno e della crudeltà dei quattro, prima che partissero per Silling. Come la madre e la figlia, fatte uccidere con l'inganno, dal vescovo)

    Banale e scontato (e parecchio moraleggiante), ma per me catartico e liberatorio


    Curioso (ma sarà solo un caso), che due nomi sadiani del romanzo tornino nella Murder House di American Horror Story: Constance e Adelaide
    Ultima modifica: 18/01/14 00:53 da Buiomega71
  • Raremirko • 18/01/14 23:22
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Buio che edizione del libro hai, di che casa editrice?

    Ugo Guanda Editore


    Mai sentito; io ho quella della Newton Compton; cmq c'è da dire che Sade nel libro fa sopravvivere qualche ragazzo, Pasolini nel film invece no.
  • Buiomega71 • 19/01/14 11:14
    Consigliere - 25998 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Buio che edizione del libro hai, di che casa editrice?

    Ugo Guanda Editore


    Mai sentito; io ho quella della Newton Compton; cmq c'è da dire che Sade nel libro fa sopravvivere qualche ragazzo, Pasolini nel film invece no.


    Sono due opere comunque devastanti (nel bene e nel male)

    Questo (ri)conferma la mia tesi sui romanzi vs film

    Due mondi-distanti anni luce-di narrare (per questo detesto-e trovo inutile- quando si mettono a confronto)

    Sia Sade che Pasolini sono andati oltre, dove nessuno più e riuscito a raggiungerli (esempio, ho provato a leggere anche Il Castello dell'Inglese, ma senza riuscirvi a finirlo...Noia)

    Però, almeno per il sottoscritto, Pasolini e riuscito a tradurre in immagini quello che era intraducibile (o quasi impossibile da trasformare in film) e l'empatia, l'intensità, la disperzione e maggiore e più dolorosa (Renata Moar che soffre , piange e poi rassegnata agli orrori che seguiranno , resta marchiata a vita)

    Mentre in alcuni passi sadiani il tutto e descritto in modo abnorme (tipo: le strappa un orecchio, le cava un occhio, la salassa, le taglia un dito...Vabbè, ho capit, manco fossero delle bambole di pezza), travalica il realismo e non c'è vera empatia (anche se talatri passaggi rimangono, comunque, indellebili e quasi insostenibili)

    Insomma, sia il libro che il film (io, però, preferisco il secondo senza dubbio) sono opere che lasciano i segni come delle ferite

    PS A riguardo , l'ho notato anch'io. Sembra che De Sade voglia mostrare un barlume di umanità che fà capolino tra gli aguzzini (la Duclos mostra un cedimento emotivo quando narra di sua sorella morta-che poi De Sade corregge verso la fine-), Pasolini nega anche questo (a parte la pianista che si suicida gettandosi dalla finestra, ma non propiamente aguzzina in senso stretto-come lo sono le narratrici, per dire-)
    Ultima modifica: 19/01/14 11:19 da Buiomega71
  • Rebis • 19/01/14 13:35
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Complimenti Buio per il pelo sullo stomaco. Ho sempre trovato discretamente pallosa la letteratura erotica: ho ricordi estenuanti di Le undicimila verghe di Apollinaire (che pare faccia impallidire De Sade) e di Venere in pelliccia di Masoch (che a confronto è un libro per educande). Di De Sade ho Justine o le sventure della virtù la cui brevità merita almeno di dargli una possibilità in un lontano futuro. M'ammorba la ricerca dell'estremo, la concezione mortifera dell'eros, la ridondanza dei significati, e la ripetitività quasi meccanica dell'atto in sé (per dire, nelle 200 pagine di Masoch accade in sostanza sempre la stessa cosa...).

    Penso che il rapporto cinema-letteratura nel caso specifico dell'eros sia ancora più arduo, anche per un limite del rappresentabile su grande schermo, problemi di censura, parametri di sceneggiatura rispettabile, disponibilità degli interpreti alle performance e quant'altro ecc... Forse in questi casi il tradimento dell'opera cartacea è un processo necessario per rispettarne lo spirito. Penso proprio all'ultimo Polanski che è ad anni luce dal libro di Masoch ma al tempo stesso gli è intimamenta complice.
  • Buiomega71 • 19/01/14 14:13
    Consigliere - 25998 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Complimenti Buio per il pelo sullo stomaco. Ho sempre trovato discretamente pallosa la letteratura erotica: ho ricordi estenuanti di Le undicimila verghe di Apollinaire (che pare faccia impallidire De Sade) e di Venere in pelliccia di Masoch (che a confronto è un libro per educande). Di De Sade ho Justine o le sventure della virtù la cui brevità merita almeno di dargli una possibilità in un lontano futuro. M'ammorba la ricerca dell'estremo, la concezione mortifera dell'eros, la ridondanza dei significati, e la ripetitività quasi meccanica dell'atto in sé (per dire, nelle 200 pagine di Masoch accade in sostanza sempre la stessa cosa...).

    Penso che il rapporto cinema-letteratura nel caso specifico dell'eros sia ancora più arduo, anche per un limite del rappresentabile su grande schermo, problemi di censura, parametri di sceneggiatura rispettabile, disponibilità degli interpreti alle performance e quant'altro ecc... Forse in questi casi il tradimento dell'opera cartacea è un processo necessario per rispettarne lo spirito. Penso proprio all'ultimo Polanski che è ad anni luce dal libro di Masoch ma al tempo stesso gli è intimamenta complice.


    Ti dico la verità, Rebis

    Come ho sempre sostenuto io non riesco mai a leggere un romanzo, annoiandomi già alla pagina 6

    Gli unici romanzi che riesco a leggere sono proprio quelli erotici (se non pornografici, così come i fumetti). Pare paradossale che invece, nel cinema, adori tutti i generi

    Ordunque. Ho amato molto L'antiJustine di de la Bretonne (d'altronde un retifista come me non può non amare lo scritto di la Bretonne) , Opus Pistorum di Miller, La Filosofia del Boudoir del marchese (solo in parte, però, soprattutto i divertentissimi e scriteriati dialoghi tra Eugeniè e i suoi iniziatori, delle vere perle dissacranti, il resto va con il pilota automatico-come dici tu, ora della fine si chiava sempre alla stessa maniera, se non fosse per i dialoghi surreali), Madrelingua di Keith Kerner (donna ancora piacente, si chiude nella sua villa con gli amici del figlio, sperimentando ogni forma di libido)

    La Anais Nin, ad esempio, mi fà venire la gonorrea (la sua scrittura non la reggo) e Il Castello dell'Inglese mi ha parecchio annoiato

    Letteratura impossibile da tradurre in immagini o farne un film (come ben dici, sarebbe impossibile portare sullo schermo Opus Pistorum o alcuni passaggi delle 120 giornate (oltre i costi immani, gli atti sessuali in sè come rappresentarli? Sarebbe pura follia...)

    Per questo amo questo tipo di letteratura, perchè lontana anni luce da qualsiasi , ipotetica, riduzione cinematografica

    Pensa di rifare, oggi, per il cinema le 120 giornate (per dire): budget abnormi che manco Kubrick per Barry Lyndon (costumi, scenografie, effetti speciali per la rappresentazione delle torture, attori disposti a fare comprofagia, minorenni, e altri mille ostacoli insormontabili), così come e praticamente impossibile tradurre La Filosofia nel Boudoir (che sono alla fine: dialoghi e scopate, scopate e dialoghi), ci provò Benazeraf negli anni '70, ma meglio sorvolare, e più di recente Aurelio Grimaldi, che però pareva di più una fiction tv...

    Per questo amo il capolavoro pasoliniano, perchè e riuscito a vincere, nel bene e nel male, una sfida quasi impossibile...

    Le 11 mila verghe non l'ho letto (non mi sconfinfera, in realtà), ma l'enciclopedia sadiana delle perversioni credo non abbia rivali

    Il problema e proprio lo sfinimento, come nel caso De Sade e la coprofagia, che per un bel pò di pagine non fanno altro che ingurgitare stronzi a spron battutto. Inizialmente disturba, poi diverte pure, ma finisce in tedio e noia

    Non amo leggere il sesso mischiato alla morte e alle torture (unico caso le 120 giornate, e credo mi basti a vita), ma adoro la gioia dei sensi descritte da Miller o de la Bretonne, o da De Sade nella Filosofia...(così come amavo i fotoromanzi di SuperSex, non fosse altro che grazie a loro che scoprii le gioie del sesso) Anche se , dopo un pò, la noia e sempre dietro l'angolo (e trovo che i dialoghi siano il vero pezzo forte di questi romanzi, piuttosto che la decrizione degli atti in sè. Impagabile Miller a tal proposito, che appioppa il nome Gian Giuedì al suo organo riproduttivo in Opus Pistorum)
    Ultima modifica: 13/05/18 20:06 da Buiomega71
  • Raremirko • 20/01/14 00:35
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Buio che edizione del libro hai, di che casa editrice?

    Ugo Guanda Editore


    Mai sentito; io ho quella della Newton Compton; cmq c'è da dire che Sade nel libro fa sopravvivere qualche ragazzo, Pasolini nel film invece no.


    Sono due opere comunque devastanti (nel bene e nel male)

    Questo (ri)conferma la mia tesi sui romanzi vs film

    Due mondi-distanti anni luce-di narrare (per questo detesto-e trovo inutile- quando si mettono a confronto)

    Sia Sade che Pasolini sono andati oltre, dove nessuno più e riuscito a raggiungerli (esempio, ho provato a leggere anche Il Castello dell'Inglese, ma senza riuscirvi a finirlo...Noia)

    Però, almeno per il sottoscritto, Pasolini e riuscito a tradurre in immagini quello che era intraducibile (o quasi impossibile da trasformare in film) e l'empatia, l'intensità, la disperzione e maggiore e più dolorosa (Renata Moar che soffre , piange e poi rassegnata agli orrori che seguiranno , resta marchiata a vita)

    Mentre in alcuni passi sadiani il tutto e descritto in modo abnorme (tipo: le strappa un orecchio, le cava un occhio, la salassa, le taglia un dito...Vabbè, ho capit, manco fossero delle bambole di pezza), travalica il realismo e non c'è vera empatia (anche se talatri passaggi rimangono, comunque, indellebili e quasi insostenibili)

    Insomma, sia il libro che il film (io, però, preferisco il secondo senza dubbio) sono opere che lasciano i segni come delle ferite

    PS A riguardo , l'ho notato anch'io. Sembra che De Sade voglia mostrare un barlume di umanità che fà capolino tra gli aguzzini (la Duclos mostra un cedimento emotivo quando narra di sua sorella morta-che poi De Sade corregge verso la fine-), Pasolini nega anche questo (a parte la pianista che si suicida gettandosi dalla finestra, ma non propiamente aguzzina in senso stretto-come lo sono le narratrici, per dire-)



    C'è chi dice che la pianista sia lo spirito di Pasolini stesso che, schifato, si suicida.
  • Raremirko • 20/01/14 00:44
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Cmq vi consiglio anche scritti su De Sade, come Sade prossimo mio o Bruciare Sade.
  • Rebis • 20/01/14 09:23
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Rebis ebbe a dire:
    Complimenti Buio per il pelo sullo stomaco. Ho sempre trovato discretamente pallosa la letteratura erotica: ho ricordi estenuanti di Le undicimila verghe di Apollinaire (che pare faccia impallidire De Sade) e di Venere in pelliccia di Masoch (che a confronto è un libro per educande). Di De Sade ho Justine o le sventure della virtù la cui brevità merita almeno di dargli una possibilità in un lontano futuro. M'ammorba la ricerca dell'estremo, la concezione mortifera dell'eros, la ridondanza dei significati, e la ripetitività quasi meccanica dell'atto in sé (per dire, nelle 200 pagine di Masoch accade in sostanza sempre la stessa cosa...).

    Penso che il rapporto cinema-letteratura nel caso specifico dell'eros sia ancora più arduo, anche per un limite del rappresentabile su grande schermo, problemi di censura, parametri di sceneggiatura rispettabile, disponibilità degli interpreti alle performance e quant'altro ecc... Forse in questi casi il tradimento dell'opera cartacea è un processo necessario per rispettarne lo spirito. Penso proprio all'ultimo Polanski che è ad anni luce dal libro di Masoch ma al tempo stesso gli è intimamenta complice.


    Ti dico la verità, Rebis

    Come ho sempre sostenuto io non riesco mai a leggere un romanzo, annoiandomi già alla pagina 6

    Gli unici romanzi che riesco a leggere sono proprio quelli erotici (se non pornografici, così come i fumetti). Pare paradossale che invece, nel cinema, adori tutti i generi

    Ordunque. Ho amato molto L'antiJustine di de la Bretonne, Opus Pistorum di Miller, La Filosofia del Boudoir del marchese (solo in parte, però, soprattutto i divertentissimi e scriteriati dialoghi tra Eugeniè e i suoi iniziatori, delle vere perle dissacranti, il resto va con il pilota automatico-come dici tu, ora della fine si chiava sempre alla stessa maniera, se non fosse per i dialoghi surreali), Madrelingua di Keith Kerner (donna ancora piacente, si chiude nella sua villa con gli amici del figlio, sperimentando ogni forma di libido)

    La Anais Nin, ad esempio, mi fà venire la gonorrea (la sua scrittura non la reggo) e Il Castello dell'Inglese mi ha parecchio annoiato

    Letteratura impossibile da tradurre in immagini o farne un film (come ben dici, sarebbe impossibile portare sullo schermo Opus Pistorum o alcuni passaggi delle 120 giornate (oltre i costi immani, gli atti sessuali in sè come rappresentarli? Sarebbe pura follia...)

    Per questo amo questo tipo di letteratura, perchè lontana anni luce da qualsiasi , ipotetica, riduzione cinematografica

    Pensa di rifare, oggi, per il cinema le 120 giornate (per dire): budget abnormi che manco Kubrick per Barry Lyndon (costumi, scenografie, effetti speciali per la rappresentazione delle torture, attori disposti a fare comprofagia, minorenni, e altri mille ostacoli insormontabili), così come e praticamente impossibile tradurre La Filosofia nel Boudoir (che sono alla fine: dialoghi e scopate, scopate e dialoghi), ci provò Benazeraf negli anni '70, ma meglio sorvolare, e più di recente Aurelio Grimaldi, che però pareva di più una fiction tv...

    Per questo amo il capolavoro pasoliniano, perchè e riuscito a vincere, nel bene e nel male, una sfida quasi impossibile...

    Le 11 mila verghe non l'ho letto (non mi sconfinfera, in realtà), ma l'enciclopedia sadiana delle perversioni credo non abbia rivali

    Il problema e proprio lo sfinimento, come nel caso De Sade e la coprofagia, che per un bel pò di pagine non fanno altro che ingurgitare stronzi a spron battutto. Inizialmente disturba, poi diverte pure, ma finisce in tedio e noia

    Non amo leggere il sesso mischiato alla morte e alle torture (unico caso le 120 giornate, e credo mi basti a vita), ma adoro la gioia dei sensi descritte da Miller o de la Bretonne, o da De Sade nella Filosofia...(così come amavo i fotoromanzi di SuperSex, non fosse altro che grazie a loro che scoprii le gioie del sesso) Anche se , dopo un pò, la noia e sempre dietro l'angolo (e trovo che i dialoghi siano il vero pezzo forte di questi romanzi, piuttosto che la decrizione degli atti in sè. Impagabile Miller a tal proposito, che appioppa il nome Gian Giuedì al suo organo riproduttivo in Opus Pistorum)


    Beh, complimenti Buio, vedo che sei andato a fondo nella materia :) Hai letto tanti libri erotici quanti io ne ho letti di Stephen King.

    Su Apollinaire non posso fare confronti non avedo letto De Sade, ma ricordo che era bello tosto (copro-necro-pedo filia, sadomaso, e chi più ne ha più ne metta) per quanto stemperato dall'ironia... o forse l'ironia era una sorta di catarsi, l'unico modo per digerire certa roba.

    Comunque, caro Buio, sappi che nelle prossime settimane ti dedicherò qualche serata con i film che mi hai consigliato!
  • Buiomega71 • 20/01/14 10:00
    Consigliere - 25998 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Rebis ebbe a dire:
    Complimenti Buio per il pelo sullo stomaco. Ho sempre trovato discretamente pallosa la letteratura erotica: ho ricordi estenuanti di Le undicimila verghe di Apollinaire (che pare faccia impallidire De Sade) e di Venere in pelliccia di Masoch (che a confronto è un libro per educande). Di De Sade ho Justine o le sventure della virtù la cui brevità merita almeno di dargli una possibilità in un lontano futuro. M'ammorba la ricerca dell'estremo, la concezione mortifera dell'eros, la ridondanza dei significati, e la ripetitività quasi meccanica dell'atto in sé (per dire, nelle 200 pagine di Masoch accade in sostanza sempre la stessa cosa...).

    Penso che il rapporto cinema-letteratura nel caso specifico dell'eros sia ancora più arduo, anche per un limite del rappresentabile su grande schermo, problemi di censura, parametri di sceneggiatura rispettabile, disponibilità degli interpreti alle performance e quant'altro ecc... Forse in questi casi il tradimento dell'opera cartacea è un processo necessario per rispettarne lo spirito. Penso proprio all'ultimo Polanski che è ad anni luce dal libro di Masoch ma al tempo stesso gli è intimamenta complice.


    Ti dico la verità, Rebis

    Come ho sempre sostenuto io non riesco mai a leggere un romanzo, annoiandomi già alla pagina 6

    Gli unici romanzi che riesco a leggere sono proprio quelli erotici (se non pornografici, così come i fumetti). Pare paradossale che invece, nel cinema, adori tutti i generi

    Ordunque. Ho amato molto L'antiJustine di de la Bretonne, Opus Pistorum di Miller, La Filosofia del Boudoir del marchese (solo in parte, però, soprattutto i divertentissimi e scriteriati dialoghi tra Eugeniè e i suoi iniziatori, delle vere perle dissacranti, il resto va con il pilota automatico-come dici tu, ora della fine si chiava sempre alla stessa maniera, se non fosse per i dialoghi surreali), Madrelingua di Keith Kerner (donna ancora piacente, si chiude nella sua villa con gli amici del figlio, sperimentando ogni forma di libido)

    La Anais Nin, ad esempio, mi fà venire la gonorrea (la sua scrittura non la reggo) e Il Castello dell'Inglese mi ha parecchio annoiato

    Letteratura impossibile da tradurre in immagini o farne un film (come ben dici, sarebbe impossibile portare sullo schermo Opus Pistorum o alcuni passaggi delle 120 giornate (oltre i costi immani, gli atti sessuali in sè come rappresentarli? Sarebbe pura follia...)

    Per questo amo questo tipo di letteratura, perchè lontana anni luce da qualsiasi , ipotetica, riduzione cinematografica

    Pensa di rifare, oggi, per il cinema le 120 giornate (per dire): budget abnormi che manco Kubrick per Barry Lyndon (costumi, scenografie, effetti speciali per la rappresentazione delle torture, attori disposti a fare comprofagia, minorenni, e altri mille ostacoli insormontabili), così come e praticamente impossibile tradurre La Filosofia nel Boudoir (che sono alla fine: dialoghi e scopate, scopate e dialoghi), ci provò Benazeraf negli anni '70, ma meglio sorvolare, e più di recente Aurelio Grimaldi, che però pareva di più una fiction tv...

    Per questo amo il capolavoro pasoliniano, perchè e riuscito a vincere, nel bene e nel male, una sfida quasi impossibile...

    Le 11 mila verghe non l'ho letto (non mi sconfinfera, in realtà), ma l'enciclopedia sadiana delle perversioni credo non abbia rivali

    Il problema e proprio lo sfinimento, come nel caso De Sade e la coprofagia, che per un bel pò di pagine non fanno altro che ingurgitare stronzi a spron battutto. Inizialmente disturba, poi diverte pure, ma finisce in tedio e noia

    Non amo leggere il sesso mischiato alla morte e alle torture (unico caso le 120 giornate, e credo mi basti a vita), ma adoro la gioia dei sensi descritte da Miller o de la Bretonne, o da De Sade nella Filosofia...(così come amavo i fotoromanzi di SuperSex, non fosse altro che grazie a loro che scoprii le gioie del sesso) Anche se , dopo un pò, la noia e sempre dietro l'angolo (e trovo che i dialoghi siano il vero pezzo forte di questi romanzi, piuttosto che la decrizione degli atti in sè. Impagabile Miller a tal proposito, che appioppa il nome Gian Giuedì al suo organo riproduttivo in Opus Pistorum)


    Beh, complimenti Buio, vedo che sei andato a fondo nella materia :) Hai letto tanti libri erotici quanti io ne ho letti di Stephen King.

    Su Apollinaire non posso fare confronti non avedo letto De Sade, ma ricordo che era bello tosto (copro-necro-pedo filia, sadomaso, e chi più ne ha più ne metta) per quanto stemperato dall'ironia... o forse l'ironia era una sorta di catarsi, l'unico modo per digerire certa roba.

    Comunque, caro Buio, sappi che nelle prossime settimane ti dedicherò qualche serata con i film che mi hai consigliato!


    Bene, Rebis, mi fà davvero piacere...Attendo impaziente il responso dei miei consigli :)

    Le stesse perversioni oltre ogni limite le tratta anche De Sade, ma di ironia, però, non ve nè traccia (a parte un passaggio di "scambi di persona" notturni)
  • Lucius • 22/04/15 20:04
    Scrivano - 9051 interventi
    Grazie Paulaster, in realtà vi è un'altra location sul lungolago, forse almeno a questa la panoramica si potrà "agganciare".Prossimamente...
  • Schramm • 23/04/15 12:30
    Scrivano - 7694 interventi
    leggo solo ora la disamina apollinaire-sade-miller.
    dico solo che trovo sade un borghesone annoiato cui preferisco biliardi di volte una sola pagina a caso di lautreamont, anche solo per la sua intraducibilità cinematografica o teatrale.
  • Rebis • 23/04/15 12:43
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Per ora c'è Mucchio d'ossa di Sthepen King sul comodino, il che significa che sono emotivamente anni luce da qualsiasi lettura estrema... Che te ne è parso a proposito di questo tomo kinghiano?
  • Schramm • 23/04/15 13:00
    Scrivano - 7694 interventi
    caro su king sono quasi acritico, nel senso che gli perdono anche il peggio in virtù dell'incidente che lo ha suo malgrado precipitato in una frattura anche creativa, che resta pur dignitosa o notevole se si tiene appunto conto del rapporto produzione - gravità dell'incidente; e glielo perdono perché è comunque inevitabile, in una sovrapproduzione prolifica come la sua, qualche scivolone. son comunque scivoloni di un re che mai è stato nudo.

    a me mucchio d'ossa piacque, lo trovai un buon compromesso o se preferisci una giusta crasi tra la tematica dello scrittore in crisi e quella del revenant (della scrittura, degli affetti), anche se in finale non è il king per cui mi strappo i capelli. e sicuramente se devo baloccarmi preferisco king a de sade.
    Ultima modifica: 23/04/15 13:02 da Schramm
  • Rebis • 23/04/15 13:03
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    e sicuramente se devo baloccarmi preferisco king a de sade. :)


    Credo però che l'incidente all'epoca di Mucchio d'ossa non fosse ancora avvenuto...
  • Schramm • 23/04/15 13:11
    Scrivano - 7694 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    e sicuramente se devo baloccarmi preferisco king a de sade. :)


    Credo però che l'incidente all'epoca di Mucchio d'ossa non fosse ancora avvenuto...


    no, ma a me king piace un po' tutto. questo è quello che mi piaciucchia, diciamo che davinottianamente sta tra **! e ***. basta king qua dentro però o arriva zender e ci sculaccia col battipanni.
  • Zender • 23/04/15 14:07
    Capo scrivano - 47783 interventi
    Bravo Schramm, un sano e raro esempio di autocontrollo :) Peraltro basterebbe continuare nella discussione generale di un film di King, eventualmente, il più attinente alla discussione.