Discussioni su Salò o le 120 giornate di Sodoma - Film (1975) | Pagina 4

DISCUSSIONE GENERALE

143 post
  • Matalo! • 8/05/10 16:33
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Questa cesura che indichi, a partire da "Teorema", che dà il via ad un cinema asservito al messaggio politico e quindi morale o moralizzatore, si avverte in maniera chiarissima: in Teorema Pasolini riesce ancora a mantenere un certo equilibrio tra forma, narrazione e allegoria, mentre in seguito l'aspetto ideologico si fa preponderante se non addirittura ingombrante, va a discapito degli aspetti puramente filmici. Personalmente amo il Pasolini di Accattone, Mamma Roma (specialmente) e Uccellacci e Uccellini, mentre fatico ad approcciare senza riserve la produzione post Teorema che mi sembra eccessivamente intellettualistica o velleitaria (Medea). Credo che Salò invece, nel bene o nel male, sia un apogeo, ed esprima in modo lampante, disperato, scomodo e senza filtri lo spirito dell'autore: in questo senso, di fronte all'importanza che l'opera riveste, anche da un punto di vista strettamente tecnico/produttivo, che il film possa non piacere (è anche il mio caso) diventa secondario nonché già preventivato dal regista...

    però io credo, personalmente, che assodato il discorso morale in Pasolini come certo e indubitabile, non è che si scordi della forma cinematografica a favore del messaggio. Io penso che sempre in Pasolini ci sia tensione linguistica, sia nella poesia che nella letteratura che nel cinema etc etc etc (io in vetta ci metto la pubblicistica, il Pasolini che preferisco è il polemista delle Belle Bandiere e degli articoli su quotidiani, riviste etc etc etc).Insomma se a lui non basta il cinema come fatto fine a se stesso ok ma non è che per lui la forma sia secondaria al messaggio. sarebbe stato uno scemo e non lo era, piaccia o non piaccia quello che ne è uscito dalla sua testa.
  • Matalo! • 8/05/10 16:49
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Un fatto idilliaco avvenuto durante le riprese di Salò:anni prima Pasolini e bertolucci avevano rotto i rapporti di amicizia. Mentre Pasolini girava Salò, poco distante Bertolucci girava Novecento. La pace tra i due registi avvenne perchè durante le pause di lavorazione le due troupes organizzavano partite di calcio Salò contro Novecento....
  • Matalo! • 8/05/10 17:02
    Call center Davinotti - 614 interventi
    http://www.youtube.com/watch?v=aZhwLk95t9g

    riporto il link di youtube che gentilmente postò gugly in curiosità perchè si sente pasolini definire nettamente le problematiche di messinscena e il senso ultimo di salò
    minuti 6:22 e 7:00 del video di youtube
  • Rebis • 8/05/10 19:11
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Matalo! ebbe a dire:
    Rebis ebbe a dire:
    Questa cesura che indichi, a partire da "Teorema", che dà il via ad un cinema asservito al messaggio politico e quindi morale o moralizzatore, si avverte in maniera chiarissima: in Teorema Pasolini riesce ancora a mantenere un certo equilibrio tra forma, narrazione e allegoria, mentre in seguito l'aspetto ideologico si fa preponderante se non addirittura ingombrante, va a discapito degli aspetti puramente filmici. Personalmente amo il Pasolini di Accattone, Mamma Roma (specialmente) e Uccellacci e Uccellini, mentre fatico ad approcciare senza riserve la produzione post Teorema che mi sembra eccessivamente intellettualistica o velleitaria (Medea). Credo che Salò invece, nel bene o nel male, sia un apogeo, ed esprima in modo lampante, disperato, scomodo e senza filtri lo spirito dell'autore: in questo senso, di fronte all'importanza che l'opera riveste, anche da un punto di vista strettamente tecnico/produttivo, che il film possa non piacere (è anche il mio caso) diventa secondario nonché già preventivato dal regista...

    però io credo, personalmente, che assodato il discorso morale in Pasolini come certo e indubitabile, non è che si scordi della forma cinematografica a favore del messaggio. Io penso che sempre in Pasolini ci sia tensione linguistica, sia nella poesia che nella letteratura che nel cinema etc etc etc (io in vetta ci metto la pubblicistica, il Pasolini che preferisco è il polemista delle Belle Bandiere e degli articoli su quotidiani, riviste etc etc etc).Insomma se a lui non basta il cinema come fatto fine a se stesso ok ma non è che per lui la forma sia secondaria al messaggio. sarebbe stato uno scemo e non lo era, piaccia o non piaccia quello che ne è uscito dalla sua testa.


    sì, certo, la scelta di semplificazione stilistica post Teorema, che raggiunge una messa in scena scabra e "primitiva", è una scelta lucida, intenzionale, e assolutamente calibrata, tant'è che da Accatone in avanti la sua "grammatica" cinematografica si è fatta sempre più complessa e consapevole. Credo però che questo processo di assotigliamento sia funzionale a far emergere il messaggio politico in modo sempre più lampante e manifesto... sparisce completamente quella poetica dell'artificio, quella "magia cinema" che si ritrova ancora in Uccellacci e Uccellini.
    Ultima modifica: 8/05/10 19:12 da Rebis
  • Lucius • 24/07/10 22:46
    Scrivano - 9051 interventi
    Il film fu girato con difficoltà, fra le frequenti ribellioni degli attori, che cercavano di rifiutarsi di mimare gli atti sessuali e di pronunciare le battute in maniera così cruda come le aveva immaginate il regista.Pasolini fu irremovibile, obbligando tutti a eseguire alla lettera le sue disposizioni, facendo ripetere le scene a oltranza fin quando non si riteneva soddisfatto.Tra le scene tagliate e mai più inserite nel film si favoleggia di quella famigerata che la narratrice signora Castelli descrive solo a parole, ossia del topo inserito e cucito dentro la vagina di una vittima.Tra i vari finali ipotizzati da Pasolini ce n'era uno che prevedeva il dispiegarsi di una grande bandiera rossa con su scritto "E' Amore".
    Fonte:Scandalo al cinema.Dossier di Ciak.
  • Pigro • 25/07/10 10:53
    Consigliere - 1661 interventi
    Per quel che mi risulta, è una panzana messa in giro dallo scrittore Uberto Paolo Quintavalle (che nel film interpreta Sua Eccellenza), che subito dopo l'omicidio di Pasolini scrisse un libro-scandalo lucrando sulla vicenda e raccontando i peggiori pettegolezzi sul film, senza alcun riscontro (e comunque dicendo che sul set Pasolini non alzava mai la voce verso attori o tecnici!). Sicuramente ci sarà stato qualche imbarazzo sulle scene più crude, ma a quel che si vede anche in documentari girati durante le riprese (riproposti in Pasolini prossimo nostro di Bertolucci), gli attori si sottoposero con assoluta tranquillità alle cose peggiori. Ma la panzana si rivela anche da dati oggettivi: impiegare 37 giorni per girare un film così significa che sul set tutto fila liscio.
    Insomma, ci sono molte, troppe leggende metropolitane attorno a Salò. Lo stesso citare, come fa il dossier di Ciak, la storia del topo nella vagina come esempio morboso di scena rimossa è pura idiozia se si pensa a quali ben altre scene sono invece inserite, per cui è evidente che il taglio di quella sequenza è di natura puramente artistica e narrativa, non certo per i contenuti. E infine, è pure sbagliata l'indicazione del finale: quello della bandiera rossa stava in una prima stesura della sceneggiatura e in termini diversi, mentre il vero finale alternativo (girato e scartato nel montaggio) era quello in cui tutti gli attori (compresi i torturati e uccisi) ballano insieme alla troupe. Insomma, eviterei dossier che per parlare di "scandalo al cinema" riprendono grossolanamente e enfaticamente dettagli per fare più colpo...
  • Lucius • 25/07/10 10:58
    Scrivano - 9051 interventi
    Il dossier dice si favoleggia...Il finale era infatti ipotizzato essendo inserito nella prima sceneggiatura, lo stesso dossier cita anche altri finali, poi scusa Pigro, io amo i film di Pasolini come, credo pure tu ma dire che non ha mai alzato la voce mi sembra eccessivo.Ho avuto la fortuna di essere presente su un paio di set importanti e vedere registi esagerare nel riprendere gli attori, vuoi che per un capolavoro con sequenze così delicate come lo sono alcune di Salò, Pasolini non abbia alzato il timbro della voce magari per spronare gli attori a dare il massimo...
    Ultima modifica: 25/07/10 20:49 da Lucius
  • Pigro • 26/07/10 09:52
    Consigliere - 1661 interventi
    Mah, io non ho detto che non ha mai alzato la voce, anche se in effetti, data la personalità di Pasolini, dubito che l'abbia mai fatto da incazzato (come spesso accade con i registi), mentre è più probabile che l'abbia fatto proprio come sprone come dici tu (ma allora è un'altra cosa). Io dico soltanto che Quintavalle, che ha scritto quel libro davvero squallido sulla sua esperienza in "Salò", dove dà un'immagine meschina di Pasolini, dice che lui non ha mai alzato la voce: e se lo dice colui che non ci ha pensato due volte per denigrarlo lucrando sullo scandalo...
    E poi mi risulta un solo vero grosso litigio (ma a quel che so, anche qui, senza alzare la voce: e forse anche per questo più pesante), quello con Anna Magnani sul set di "Mamma Roma".
  • Capannelle • 29/08/10 01:18
    Scrivano - 3514 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Per quel che mi risulta, è una panzana messa in giro dallo scrittore Uberto Paolo Quintavalle (che nel film interpreta Sua Eccellenza), che subito dopo l'omicidio di Pasolini scrisse un libro-scandalo lucrando sulla vicenda e raccontando i peggiori pettegolezzi sul film, senza alcun riscontro

    Anch'io propendo per la panzana, non posso credere che la gente non fosse preparata a fare certe scene.
    Solo che generalmente si mettono in giro queste voci* per "pompare" il film mentre qui l'intento parrebbe essere diverso, di tipo personale.

    * divagando sul tema panzane mi viene in mente quella secondo cui Spielberg se la sarebbe fatta sotto guardando Paranormal activity
    Ultima modifica: 29/08/10 11:10 da Capannelle
  • Capannelle • 7/10/10 10:57
    Scrivano - 3514 interventi
    A conferma della "panzanata" di Ciak riporto dai Trivia di Imdb:

    "..actress Hélène Surgère claimed the mood was actually rather jovial on the set.
    She said the abundance of teenagers who had never acted before led the mood to be happy and at times, even fun. The played practical jokes on one another which led to this.
    She also said that the movie was literally "made" in the editing room and the filmmakers had no idea how grim a movie it was until they saw the finished product at the premiere".
    Ultima modifica: 7/10/10 13:00 da Capannelle
  • Von Leppe • 10/10/10 12:56
    Call center Davinotti - 1109 interventi
    Interessante l'intervista a Pasolini, dice cose abbastanza giuste; ma Sade era diverso, non era solo il potere che distrugge i corpi, Sade odiava le leggi morali, nei sui romanzi c'è la distruzione totale della religione e l'esaltazione della perversione, dello sfogare i propri gusti sado, maso e altro: i diversi sono gli aguzzini e non le vittime.

    Sade scriveva:

    AI LIBERTINI
    Dissoluti di ogni età e sesso, dedico a voi soli questa mia opera: che i suoi principi vi nutrano, agevoleranno le vostre passioni! E queste passioni, dinanzi alle quali certi frigidi e insulsi moralisti vi fanno provar terrore, sono in realtà i soli mezzi che la natura mette a disposizione dell'uomo per conseguire quel che essa si attende da lui. Ubbidite soltanto a queste gustose passioni! Vi porteranno senza dubbio alla felicità.
    Donne lubriche, la voluttuosa Saint-Ange sia per voi modello! Secondo il suo esempio, disprezzate tutto ciò che è contrario alle leggi divine del piacere che l'assoggettarono tutta la vita.
    Fanciulle rimaste troppo a lungo legate a insensati e pericolosi vincoli d'una virtù fantasiosa e di una religione disgustosa, imitate la voluttuosa Eugénie! Annientate, calpestate, e con la sua stessa rapidità, tutti i ridicoli precetti che genitori imbecilli vi hanno inculcato!
    E per voi, amabili libertini, per voi che fin dalla giovinezza avete come soli freni i vostri stessi desideri e come uniche leggi i vostri stessi capricci, sia modello il cinico Dolmancé! Spingetevi agli estremi come lui se volete percorrere, come lui, tutti i sentieri in fiore che la lascivia aprirà al vostro passaggio! Convincetevi, alla sua scuola, che soltanto con l’ampliare la sfera dei piaceri e delle fantasie, solo con il sacrificare tutto alla voluttà, quel triste individuo conosciuto sotto il nome di uomo, scaraventato suo malgrado in questo infelice universo, potrà riuscire a spargere qualche rosa tra le spine della vita.
  • Buiomega71 • 8/07/11 18:02
    Consigliere - 25999 interventi
    E inutile, non c'è nulla da fare! Io vivo in funzione di questo immortale capolavoro, ne sono ossessionato e corroso nel sangue. Visto ben 35 volte, continua a circolarmi nelle vene. Ieri al lavoro, tra un carro e l'altro, mi tornava in mente il finale , il girone delle "torture"(l'ultimo numero di Nocturno, Pulici, M.Shannon sà...). Oggi guardo su youtube Pasolini nostro prossimo(versione spagnola, ma tantè), e ancora ossessioni, ricordi , la ferita ancora aperta. Perchè, nè prima, nè tantomeno dopo, nessuno più ha eguagliato questo capolavoro di morte e merda, sangue e manie. Non tanto per le efferatezze, quanto per il contesto, le vittime(già, le vittime, vere protagoniste e summa pasoliniana, Renata Moar, Giuliana Melis, Graziella Aniceto, Antinisca Nemour, Benedetta Gaetani, e cito le femmine, perchè dee della sofferenza, vittime sacrificali: "Fallo per la Madonna..." detta con i denti sporchi di merda, che meriterebbero l'olimpo delle immortali. Poche interviste a loro, peccato. Ma sò per certo che sul set c'era un aria rilassata, e Pasolini-ascoltando la Surgerè-era educato e non alzava mai la voce), i 4 "signori", che manco a cercarli con il lanternino. Ogni volta che parlo di Salò mi scaldo, perchè per me non è un semplice film, ma di più, qualcosa che và oltre e ti rimane marchiato a fuoco. Impagabile Pasolini che spiega a Valetti di entrare in scena con la candela accesa, per bruciare il glande di una vittima. Motore, azione, e Valletti entra in campo, Pasolini:"No, Valletti, lei deve aspettare , le dico io quando entrare!". Sento Salò "mio"(interviste, reportage dal set, speciali, documentari, approfondimenti,e non sono mai sazio) una sensazione che può capire solo chi ama profondamente questo monumento doloroso e intenso come nessun altro. E se non puoi mangiare il riso, allora mangia la merda!
    Ultima modifica: 8/07/11 18:03 da Buiomega71
  • Buiomega71 • 8/07/11 18:24
    Consigliere - 25999 interventi
    Insomma, io ho due ossessioni nella vita, la Marina Yaru di Toby Dammit e il Salò di Pasolini. Toglietemeli, e io non esisto più.
  • Kanon • 8/07/11 18:39
    Fotocopista - 835 interventi
    Il meglio lo dà Cataldi lamentandosi con Pasolini di non avere neanche una "particina cattiva"; al ché Pier Paolo scuotendo il braccio gli preannuncia "Vedrai nella prossima scena che cose che farai, non hai idea".

    "Meno male vah, meno male" risponde Cataldi con tono confortato e frusta in mano.
  • Buiomega71 • 8/07/11 18:51
    Consigliere - 25999 interventi
    Già, Kanon, grande quel pezzo! Venderei l'anima al diavolo per poter trovarmi su quel set.Ma Valletti che entra nell'inquadratura, non chiamato da Pasolini, è impagabile. Peccato non ci siano i filmati mentre dirigeva le vittime, chessò, la polenta con gli spilloni dentro, la tavolata bandita di merda, Valletti che mostra in culo a tutti, Bonacelli che impreca:"Piscia, piscia!". Insomma , qualcuno mi dia la DeLorean, voglio tornare nella primavera del 1975, su quel set. Vi prego!
  • Funesto • 8/07/11 18:59
    Fotocopista - 1415 interventi
    La carica nichilista e inesorabile di questo film è un qualcosa di soffocante. Molto, ma molto più violento di str*nzate alla August Underground... la tristezza, la rassegnazione e la voglia di morire pur di smetterla di soffrire che aleggia in questa pelicola non ha eguali. Valletti (ambiguo e malaticcio) e Cataldi (una vera bestia di crudeltà quando impugna la frusta) sono irraggiungibili. Due facce che non si dimenticano.
  • Buiomega71 • 8/07/11 19:13
    Consigliere - 25999 interventi
    Non è in quanto alla violenza, e proprio il contesto, la preparazione, i carnefici(mostruosi nella loro ferocia Valletti e Cataldi, un pò meno incisivo Quintavalle, Bonacelli è immenso) il modo in cui Pasolini ritrae le sue vittime. Non c'è Cannibal holocaust o nazi, o "torture porn" che tenga. E non parlo di violenza fine a sè stessa...Ci è andato vicino, ma non con la stessa forza e intensità, Villaronga con Tras el cristal, che sembra un sequel "ideale" del Salò. Ma eguagliare Pasolini, almeno per me, resta impossibile. Perchè nessun film, mi ha ossessionato, per anni, come il testamento pasoliniano.
    Ultima modifica: 8/07/11 20:28 da Buiomega71
  • Gestarsh99 • 8/07/11 21:41
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    ...Ci è andato vicino, ma non con la stessa forza e intensità, Villaronga con Tras el cristal, che sembra un sequel "ideale" del Salò. Ma eguagliare Pasolini, almeno per me, resta impossibile


    Tempo al tempo, Buio, e vedrai che tra qualche tempo arriverà il commento ad un film che non ha nulla da invidiare al Salò di Pasolini, sia per livello di insopportabilità estremistica, sia soprattutto a livello qualitativo/artistico.

    Devo trovare solo il tempo di rivedermi il capolavoro ;)

    P.S.: E non sto scherzando affatto sul parallelismo con Salò.
  • Buiomega71 • 8/07/11 21:48
    Consigliere - 25999 interventi
    Forse non mi sono spiegato, Gest. Non mi riferivo alle efferatezze, ma al contesto, alla rastrellazione delle vittime, alla loro ispezione, alla loro voglia di morire(come osservava giustamente Funesto), alle narratrici, ai volti delle vittime, all'atmosfera di morte, ai tre gironi, alle perversioni in crescendo, alla scelta dei carnefici, delle vittime, a quel canocchiale girato al contrario, al balletto dei tre carnefici, alla claustrofobica puzza di morte(insomma, io l'odore della merda lo sentito sul serio). Qui non è una gara su il "film più estremo", ma è il contesto che resta insuperato e insuperabile. Per me Salò rimane un punto di non ritorno, e tutto quello che è venuto(anche il più estremo e infilmabile) non ha la stessa forza espressiva e devastante. Non sò se riesco a farmi capire.
  • Buiomega71 • 8/07/11 21:55
    Consigliere - 25999 interventi
    Insomma, è il realismo , ti cadono tutte le difese e il disagio accresce. Anche dopo la 35esima visione, continuavo a dire, "no...adesso basta! E troppo, non reggo". Ma quell'orrore ti affascina, ti ripudia, la Moar piange la madre morta, e uno dei carnefici si eccita. Mi dico, questo è troppo! No, e solo l'inizio. Unico, devastante e irripetibile. Pasolini si è spinto oltre, tocca i nervi più scoperti. Altri orrori sono giunti, poi, ma nessuno più mi ha ossessionato così, e un motivo ci sarà.
    Ultima modifica: 8/07/11 22:14 da Buiomega71