Discussioni su Salò o le 120 giornate di Sodoma - Film (1975) | Pagina 2

DISCUSSIONE GENERALE

143 post
  • Ciavazzaro • 9/02/10 11:38
    Scrivano - 5591 interventi
    Noir ti chiedo un favore,presumo tu abbia il dvd,nel caso potresti mettere un immagine di ogni attrice che fa il personaggio de la ruffiana ?
    Sto cercando di identificare Anna Recchimuzzi
    che in questo film fa appunto la ruffiana secondo i crediti (anche se imdb la riporta come sposa),per vedere che ruolo fa in La morte accarezza a mezzanotte.
    Se puoi aiutarmi,grazie mille.
  • Pigro • 9/02/10 17:05
    Consigliere - 1661 interventi
    Da "pasolinologo" confermo, dovrebbe essere una delle ruffiane, però non saprei identificarla.
    Ne approfitto per chiedere una correzione fra gli attori: Uberto Paolo Quintavalle e non Umberto (cioè togliere la "m").
    E aggiungerei perlomeno Franco Merli, che è il ragazzo già protagonista del "Fiore delle Mille e una notte".
  • Zender • 9/02/10 18:25
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Eseguito, grazie Pigro.
  • Harrys • 9/02/10 23:50
    Fotocopista - 649 interventi
    Da par mio, per realizzare un film del genere, si deve possedere un certo filo di perversione... Ciò rappresenta, senza ombra di dubbio, una considerazione "superficiale", non inficiando affatto sulla restante, concettualmente preponderante, potenza "critica" delle immagini.
  • Pigro • 10/02/10 09:40
    Consigliere - 1661 interventi
    Beh, se si legge il romanzo di riferimento scritto da Sade, il film è decisamente all'acqua di rose...
  • Funesto • 11/02/10 21:35
    Fotocopista - 1415 interventi
    Scusatemi se torno a rompere, ma mica sapreste dirmi alcune notizie su Aldo Valletti? Su Wikipedia si trova poco...
    Dicono che è morto nel 1992... beh, già là nel '75 non è che aveva un aspetto bellissimo, coi circa 60 anni che dimostrava...
    Scusate la battutaccia.
  • Nando • 5/05/10 16:13
    Risorse umane - 1427 interventi
    Bè leggendo De Sade sicuramente ma la trasposizione Pasoliniana durante la Repubblica di Salò non demerita anzi, sono dell'idea che un conto è leggerle certe perversioni, altro è vederle realizzate e visionarle, rendere sullo schermo alcune immagini sadiche e di tortura non è facile. Tuttora reputo Salò uno dei film, cinematograficamente parlando, più sporchi della storia del cinema che abbina financo della poesia.
  • Trivex • 5/05/10 19:18
    Archivista in seconda - 1317 interventi
    Nando ebbe a dire:
    Bè leggendo De Sade sicuramente ma la trasposizione Pasoliniana durante la Repubblica di Salò non demerita anzi, sono dell'idea che un conto è leggerle certe perversioni, altro è vederle realizzate e visionarle, rendere sullo schermo alcune immagini sadiche e di tortura non è facile. Tuttora reputo Salò uno dei film, cinematograficamente parlando, più sporchi della storia del cinema che abbina financo della poesia.

    Poesia a parte,a mio avviso,altri film sono egualmente..sporchi!
  • Nando • 6/05/10 00:32
    Risorse umane - 1427 interventi
    certamente ma il messaggio poetico che aleggia in questo film, frammisto alla perversione, temo che non abbia eguali. Gradirei che mi proponeste film sporchi, come Salò, ma pervasi di poesia.
  • Pigro • 6/05/10 09:47
    Consigliere - 1661 interventi
    ...se ti rivolgi a me, parli con uno che l'ha visto una dozzina di volte e che gli avrebbe dato 5 pallini, quindi non posso che essere completamente d'accordo con te...
  • Redeyes • 6/05/10 15:19
    Formatore stagisti - 953 interventi
    Secondo me "Salò" se non avesse a monte, e se non si conosce aprioristicamente l'opera Sadiana rischia di esser fine a se stesso. Voglio dire, che ovviamente, il regista trasmette il senso di perversione, ma credo, temo, che non se ne coglierebbe, appunto, il male del messaggio in tutte le sue sfaccettature. A tratti reputo viri maggiormente all'umiliazione, all'annientamento dell'uomo in virtù delle sue più recondite nefandezze, piuttosto che al mero gusto di soddisfare il proprio piacere di infliggere dolore e fisico e mentale. Perchè non si tratta solo di soddisfare ogni nostra pulsione ma anche di farlo a discapito, quasi d'obbligo, di altri. Un po' come "Le sventure della virtù" si vuol evidenziare come il bene non porti niente di positivo ma solo sventure. Qua, forse, si punta troppo sul disgusto più che sul male. Ma è un'opinione personalissima, e che nulla toglie all'opera pasoliniana.
  • Matalo! • 6/05/10 17:51
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Scusate il mio intervento sull'onda di alcuni post e commenti. Volevo ribadire che il metro delle perversioni di Pasolini non è un metro di giudizio rilevante per questo film.
    Innanzitutto perchè le perversioni riguardano il genere umano e non solo il regista bolognese. Secondo:credo che il film si debba giudicare da sè, indipendentemente dallo stile di vita dell'autore. E il giudizio può essere positivo o negativo ma sempre a partire dall'osservazione dell'opera. Che non istiga nessuno a riproporre alcuna delle perversioni inscenate nel film. Anzi; se Sade compitava orrori su orrori per una fenomenologia nichilista del genere umano, Pasolini cambia il senso, e questo per alcuni è un difetto del film, per studiare entomologicamente lla faccia del potere. Che agisce sui corpi in primis. Questo lo scrivo perchè ci sono delle parole che ho letto su salò che io trovo offensive verso l'autore; una insinuazione un po' subdola e questa sì perversa sulla sua personalità che invece, la si prenda o la si getti, resta a prescindere quella di un uomo sensibilissimo e coraggioso, anche nel mettersi a nudo. piaccia Pasolini o meno, piaccia questo film o meno. Non faccio nomi ma devo dire che mi urta leggere tali cose ogni volta che finisco in questa scheda. Se poi vedo l'avatar di chi ha scritto tali cose noto anche una grandissima contraddizione.....Comunque cere reazioni, piaccia o meno Salò provano che indifferenti non lascia...
  • Undying • 6/05/10 18:17
    Risorse umane - 7574 interventi
    Matalo! ebbe a dire:
    (...) se Sade compitava orrori su orrori per una fenomenologia nichilista del genere umano, Pasolini cambia il senso, e questo per alcuni è un difetto del film, per studiare entomologicamente la faccia del potere. Che agisce sui corpi in primis. Questo lo scrivo perchè ci sono delle parole che ho letto su salò che io trovo offensive verso l'autore; una insinuazione un po' subdola e questa sì perversa sulla sua personalità che invece, la si prenda o la si getti, resta a prescindere quella di un uomo sensibilissimo e coraggioso, anche nel mettersi a nudo. piaccia Pasolini o meno, piaccia questo film o meno. Non faccio nomi ma devo dire che mi urta leggere tali cose ogni volta che finisco in questa scheda. Se poi vedo l'avatar di chi ha scritto tali cose noto anche una grandissima contraddizione.....Comunque cere reazioni, piaccia o meno Salò provano che indifferenti non lascia...

    Sottoscrivo parola per parola, è un peccato liquidare un film come Salò, già martoriato a suo tempo dalla censura, al pari di un KZ9-Lager di sterminio o analogo nazi successivo...
    Qui il disgusto, il sadismo e la cattiveria sono funzionali ad una intenzione narrativa profonda (quanto pessimista) e personale, interrotta - purtroppo - a causa della morte di Pasolini: Salò, infatti, costituiva il primo tassello della incompiuta "trilogia della morte", opera antitetica nelle intezioni alla precedente "trilogia della vita" (Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte).
    Ultima modifica: 6/05/10 18:21 da Undying
  • Redeyes • 6/05/10 18:42
    Formatore stagisti - 953 interventi
    Matalo! ebbe a dire:
    Scusate il mio intervento sull'onda di alcuni post e commenti. Volevo ribadire che il metro delle perversioni di Pasolini non è un metro di giudizio rilevante per questo film.
    Innanzitutto perchè le perversioni riguardano il genere umano e non solo il regista bolognese. Secondo:credo che il film si debba giudicare da sè, indipendentemente dallo stile di vita dell'autore. E il giudizio può essere positivo o negativo ma sempre a partire dall'osservazione dell'opera. Che non istiga nessuno a riproporre alcuna delle perversioni inscenate nel film. Anzi; se Sade compitava orrori su orrori per una fenomenologia nichilista del genere umano, Pasolini cambia il senso, e questo per alcuni è un difetto del film, per studiare entomologicamente lla faccia del potere. Che agisce sui corpi in primis. Questo lo scrivo perchè ci sono delle parole che ho letto su salò che io trovo offensive verso l'autore; una insinuazione un po' subdola e questa sì perversa sulla sua personalità che invece, la si prenda o la si getti, resta a prescindere quella di un uomo sensibilissimo e coraggioso, anche nel mettersi a nudo. piaccia Pasolini o meno, piaccia questo film o meno. Non faccio nomi ma devo dire che mi urta leggere tali cose ogni volta che finisco in questa scheda. Se poi vedo l'avatar di chi ha scritto tali cose noto anche una grandissima contraddizione.....Comunque cere reazioni, piaccia o meno Salò provano che indifferenti non lascia...

    Secondo me, urge l' avatar, di chi a tuo giudizio a in siffatta maniera liquiidato, a tuo dire, Pasolini prescindendo da "pulsioni" extra cinematografiche del nostro.
    Altrimenti, specie in virtù di certe tue considerazioni, risulta un po' semplicistico lanciare il sasso e ritirar la manina, no?
    Lo dico avendo la presunzione, lo ammetto, di non esser io l'avatar incriminato, ma per sentimento di trasparenza di chi muove le critiche a chi.
    Senza niente di personale è ovvio!
    Ultima modifica: 6/05/10 18:45 da Redeyes
  • Pigro • 6/05/10 19:01
    Consigliere - 1661 interventi
    Undying ebbe a dire:
    Qui il disgusto, il sadismo e la cattiveria sono funzionali ad una intenzione narrativa profonda (quanto pessimista) e personale, interrotta - purtroppo - a causa della morte di Pasolini: Salò, infatti, costituiva il primo tassello della incompiuta "trilogia della morte", opera antitetica nelle intezioni alla precedente "trilogia della vita" (Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte).

    In realtà non è esattissimo, diciamo che questa è un'ipotesi. Al momento della morte Pasolini stava lavorando su due cose: una era il suo vecchio progetto su San Paolo di cui aveva scritto più volte il soggetto; l'altra, più concreta, era il film dal titolo provvisorio Porno-teo-kolossal, di cui è rimasta una sceneggiatura tra le più belle ed emozionanti che mi sia mai capitato di leggere. Ecco, lui stava già iniziando a lavorare proprio su quest'ultimo film (che è la storia di una sorta di moderno Re Magio che attraversa diverse città per arrivare alla nascita di Cristo), per il quale aveva già chiesto la disponibilità di Eduardo De Filippo.
  • Undying • 7/05/10 00:52
    Risorse umane - 7574 interventi
    Ho letto, in svariati testi, che questo film sarebbe stato il primo di questa "ipotetica" trilogia.
    Approfondirò, perché sicuramente ho riportato la notizia in maniera superficiale.
    Ultima modifica: 7/05/10 00:52 da Undying
  • Pigro • 7/05/10 07:42
    Consigliere - 1661 interventi
    Anch'io l'ho letto, ma mi convince poco per diverse ragioni (e comunque parliamo di pure ipotesi). La prima, e sicuramente la più importante, è proprio oggettiva: lui stava realmente lavorando su Porno-teo-kolossal che, per quel che si capisce dalla sceneggiatura, aveva sì alcuni rimandi a Salò (si descrivevano tre città mitico-storico-allegoriche: Sodoma, Gomorra e Numanzia, le prime due basate sul sesso, la terza più concettuale), ma era in sostanza una sorta di Uccellacci e uccellini fiabesco (sia pure truce in alcune parti), e quindi ben poco in linea con una specie di "Trilogia della morte". Poi, a memoria, mi sembra che non ci siano suoi scritti al riguardo: magari ci sono dichiarazioni in interviste, ma queste vanno prese coi piedi di piombo, perché nelle interviste lui pilotava il discorso non solo svelando ma anche mascherando (e quindi poteva aver inventato questa cosa a mo' di "effetto" o depistaggio). Infine, Pasolini non ragionava a trilogie o a cicli, se non a posteriori: lo stesso Salò è pensato come una sorta di "chiusa" della "Trilogia della vita" (anzi, il film sancisce quella che lui chiama la sua "abiura della Trilogia della vita"), e quindi ha il senso di un unicum, di qualcosa di estremo e definitivo, che deve denunciare - secondo quanto lui spiega esplicitamente - la corruzione culturale e antropologica della società (in senso borghese e consumistico) di quegli anni attraverso la corruzione di quegli stessi corpi che sembravano incorrotti nella "Trilogia della vita".
    Ecco perché, secondo me e a quel che mi risulta, l'ipotesi di una "Trilogia della morte" non regge. Ma ribadisco: siamo solo nel campo delle ipotesi, purtroppo...
  • Rebis • 7/05/10 13:34
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Redeyes ebbe a dire:

    Secondo me, urge l' avatar, di chi a tuo giudizio a in siffatta maniera liquiidato, a tuo dire, Pasolini prescindendo da "pulsioni" extra cinematografiche del nostro.
    Altrimenti, specie in virtù di certe tue considerazioni, risulta un po' semplicistico lanciare il sasso e ritirar la manina, no?
    Lo dico avendo la presunzione, lo ammetto, di non esser io l'avatar incriminato, ma per sentimento di trasparenza di chi muove le critiche a chi.
    Senza niente di personale è ovvio!


    beh, a occhio e croce direi che il commento di Lele Emo è censurabilissimo...
  • Gugly • 7/05/10 13:56
    Portaborse - 4710 interventi
    In effetti rileggendo il commento di Lele Emo anche io ho qualche dubbio.

    P.s. l'avatar dell'utente in questione ritrae Jim Morrison, non Charles Manson




    Ultima modifica: 7/05/10 13:57 da Gugly
  • Il Dandi • 7/05/10 14:15
    Segretario - 1488 interventi
    Anche Charlie Manson scriveva canzoni. Una fu addirittura incisa dai Beach Boys.

    Comunque credo che Matalo avesse riconosciuto benissimo Jim Morrison, e che giustamente considerasse in contraddizione proprio questo.