Discussioni su Ragazzi della notte - Film (1995)

DISCUSSIONE GENERALE

49 post
  • Zender • 8/08/11 15:56
    Capo scrivano - 2 interventi
    Ok, allora è un curioso caso. Sappi che hai riportato esattamente le stesse frasi del Mereghetti, Columbo. E io ho citato l'errore perché se nel film si fosse detto squinzia mi avrebbe un po' stonato. Poi è interessante sapere che se anche io facessi l'esegesi di mio nonno e se fosse in tema col film non vedo cosa ci sarebbe di male. Visto che di un film si parla, parliamone. Chi vuole.
    Ultima modifica: 8/08/11 15:58 da Zender
  • B. Legnani • 27/09/11 22:11
    Pianificazione e progetti - 4 interventi
    Zender ebbe a dire in VERIFICATE:
    Grazie Buono, ottimo lavoro (a parte la nebbia pesante che affligge costantemente i tuoi reportage e che li trasforma tutti in qualcosa di molto romantico e decadente, anche quando il titolo, come in questo caso, è piuttosto distante da tale sentimento).

    Quando andai a Soncino per LADYHAWKE c'eram in effetti, foschia. Stavolta l'effetto romantico a Desenzano è dovuto al fatto che ho dovuto fare foto contro sole. A Desenzano (a settembre, poi...) la nebbia non si sa cosa sia.
    Nota. "A Desenzano" si suol dire "la nebbia non c'è mai". Questa è l'indiscussa regola che, come tutte le regole, ha la sua eccezione. Ricordo un agghiacciante viaggio di vent'anni fa, fra Padenghe e Desenzano, costeggiando il Benàco (notare l'accento, prego) con visibilità nulla. Mi fermai apposta sul lungolago di Desenzano. Dal marciapiede non si vedeva la fine dello stretto contorno degli scogli (due metri). Pensavo di sognare. Evidentemente in quella serata Desenzano fece un pieno di nebbia che le garantì zero foschia per i dieci anni successivi.
    Ultima modifica: 27/09/11 22:12 da B. Legnani
  • Zender • 28/09/11 11:58
    Capo scrivano - 2 interventi
    Sole o nebbia l'effetto sulla pellicola del tuo telefonino mi pare più o meno simile. A meno che tu non abbia usato della nebbia artificiale per ricreare la magia...
    Ultima modifica: 28/09/11 11:59 da Zender
  • TomasMilia • 14/08/13 02:25
    Galoppino - 126 interventi
    Nei titoli di coda, alla voce "aiuto regista" ho visto c'è il nome di Mariano Laurenti?
    E' possibile o è un caso di omonimia?

    O meglio, mi vien quasi da pensare che il film lo abbia girato Laurenti, ma che la produzione (che non rammento quale sia) abbia imposto il nome di Calà.

    Non mi sembra che nell'arco della discussione sia venuto fuori questo argomento.
  • Zender • 14/08/13 10:33
    Capo scrivano - 2 interventi
    Non saprei, nel senso che non e' l'unico film di Cala' e non escluderei che lo possa aver diretto lui (non e' che poi sia diretto in modo favoloso intendo dire). Magari Laurenti gli avra' dato una mano...
  • TomasMilia • 18/08/13 12:03
    Galoppino - 126 interventi
    Be', mi pare che questo sia il secondo film di Calà e il primo (Chicken park) non è che fosse andato proprio bene.
    Forse, e ripeto forse, hanno voluto affiancargli qualcuno con più esperienza. Anche se, ripeto, mi pare alquanto strano.
    Per due motivi:
    1) un regista affermato come Laurenti non ce lo vedo ritornare a fare l'aiuto regista.
    2) solitamente, se il regista non è all'altezza, lo fanno affiancare da un direttore della fotografia che poi, di fatto, sarà lui a dirigere il film.
  • B. Legnani • 18/08/13 12:26
    Pianificazione e progetti - 4 interventi
    TomasMilia ebbe a dire:
    1) un regista affermato come Laurenti non ce lo vedo ritornare a fare l'aiuto regista.


    Pecunia non olet.
  • Zender • 18/08/13 21:45
    Capo scrivano - 2 interventi
    Non lo so, tutto può essere Tomas, non sapendo come stiano le cose ho ipotizzato. Propenderei sempre per qualche consiglio, da parte di Laurenti, ma ovviamente posso sbagliare.
  • B. Legnani • 10/01/16 12:09
    Pianificazione e progetti - 4 interventi
    Copio qui un articolo di BRESCIAOGGI del 31 maggio 2011. Ricordo ai frequentatori che in effetti la discoteca non era situata né a Desenzano (il casello a lei più vicino), né a Castiglione delle Stiviere (il centro a lei più vicino), bensì nel territorio comunale di LOnato.

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    Demolita la discoteca
    più grande del mondo


    Lonato. Ha segnato la storia del basso Garda e ha riempito le notti di milioni di persone tra musica dance, sigle di cartoni animati e concerti: il Genux (Dehor per i più giovani) adesso appartiene solamente all'album dei ricordi degli Under 50 di mezza Italia che arrivavano a frotte per conoscere quel mondo che rappresentava l'eldorato della notte italiana. Quella che nel 1989 era, come recitava la pubblicità, «la discoteca più grande mondo», ora è un cumulo di macerie.
    «Onestamente il Genux non poteva più rinascere - sottolinea Claudio Tozzo, direttore di RadioStudioPiù, per anni anima della discoteca gardesana - ci sono stati dei tentativi, ma ogni storia ha un inizio e una fine. Locali di quel tipo durano 4 anni, forse 5, il nostro Genux riuscì a fare grandi numeri per 8 anni. Ricordo che raggiungevamo il milione di presenze, una cifra che oggi non riesce a fare più nessuno anche perchè è cambiato il mercato. Ammetto che, ad inizio anni '90, noi eravamo avanti rispetto a tutto il mondo con impianti luci e suoni di altissimo livello». E dire che il Genux nacque quasi per caso: per la voglia di investire di un imprenditore genovese con interessi a Voghera, per la collocazione strategica di un'area incastrata tra Brescia, Verona e Mantova a poche centinaia di metri dall'autostrada. «Il nome Genux fu voluto da quell'imprenditore, cercava un nome originale che ricordasse la sua città natale - ricorda Tozzo, in viaggio di lavoro a Ibiza - : la prima stagione estiva, era il 1989, andò abbastanza bene. Io iniziai nell'inverno di quell'anno e ci rimasi per parecchi anni inventando di sana pianta la serata del martedì che restò il nostro fiore all'occhiello. La nostra gestione, mi pare di ricordare, finì nel 1997. Poi per qualche anno passò di mano in mano, ma ormai il declino sembrava abbastanza inevitabile, la musica che un tempo facevamo solo noi ormai era ordinaria amministrazione ovunque, il locale aveva perso la sua unicità».
    DA GENUX A DEHOR fu un passaggio doloroso che però non riuscì ad evitare la fine già segnata dell'ormai ex discoteca «più grande del mondo». Un paio di canti del cigno, poi la chiusura e, la scorsa settimana, la demolizione che si è portata via, dopo Sesto Senso e Biblò, un altro pezzo di storia del basso Garda.
    «Il Genux ha fatto epoca - insiste Tozzo - : la radio tambureggiava, avevamo cartelloni in ogni città, facevamo pubblicità ad ogni livello e in ogni modo. In quel periodo i giovani volevano ballare e noi avevamo la pista più grande. Adesso, nelle discoteche la pista ha lasciato posto ai tavoli e in queste condizioni un'area come quella del Genux non è gestibile». Con le macerie a suggellare la fine del Genux, il «funerale» sta andando in onda su Facebook. Lì, i giovani degli anni '90 che prendevano il pullman dalla stazione di Desenzano al Genux avrebbero voluto una serata d'addio così come quelle ragazze che «volavano» sulle mani di centinaia di persone alla musica di Goldrake.

    Daniele Bonetti
    Ultima modifica: 10/01/16 12:10 da B. Legnani