Discussioni su Questa è la mia vita - Film (1962)

DISCUSSIONE GENERALE

8 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Cotola • 10/11/09 15:49
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    In occasione del Torino Film Festival la pellicola verrà proiettata nei seguenti giorni:

    14 novembre ore 11,30 Cinema Nazionale
    17 novembre ore 22,45 Cinema Massimo
    19 novembre ore 17,15 Cinema Nazionale


    Una buona occasione per vedere un interessante film godardiano.
  • Cotola • 22/02/10 00:02
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Per chi vive a Torino e dintorni bella occasione
    per vedere il film in lingua originale.

    Torino Cinema Massimo

    Martedì 23 febbraio ore 20,30
    Mercoledì 24 febbraio ore 16,30
  • Rebis • 19/08/16 09:29
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Nel Dvd della Ermitage ci sono sia la versione originale che quella italiana. Io le ho viste entrambe ma quella italiana dura 20 minuti in meno ed è troncata nel punto della discussione filosofica col vecchio, nientemeno nella parte che fa fare il salto di qualità al film. Se mi fossi dovuto basare sulla versione italiana non sarei andato oltre i due pallini e mezzo.

    Ciao Fauno, ho visto il film ieri notte per la prima volta e me ne sono innamorato... mi piacerebbe sapere in che modo il dialogo filosofico è stato per te determinante per la valutazione del film. Anch'io credo sia un momento chiave, ma mi interessa molto la tua opinione...
    Ultima modifica: 19/08/16 09:30 da Rebis
  • Fauno • 20/08/16 19:55
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Già all'inizio col discorso dell'attentatore che si chiede il motivo per cui quando scappa mette un piede davanti all'altro ti fa capire che l'abuso della logica e il chiedersi troppo spesso il perché di ogni fenomeno è una scelta deleteria, ma ancora di più quando analizza la differenza fra il parlare a vanvera, di getto(come si fa oggi!!!)proprio dei materialisti, (di chi vive coi paraocchi e finisce in ogni cosa anche interessante e per certi versi originale per metterci lo stampino del banale e dello scontato), e di chi invece parla dopo essersi preso dei lunghi periodi di pausa, o di silenzio, nel quale parla con se stesso tramite il linguaggio della mente(o ancora meglio, aggiungo io, non pensando più a niente e aspettando che la risposta venga da se).

    Indubbiamente non si può fare a meno della parola, a patto anche di essere consapevole che la verità viene dalla maturità,passa obbligatoriamente attraverso gli errori; spesso si crede di avere le idee chiare, ma le parole non vengono, perché manca ancora l'esperienza(e quindi anche la malizia necessaria a proferirle coi termini giusti), e soprattutto, ed è questo il caposaldo fondamentale: ci vuole tempo e metodo per maturare, piaccia o no...Non sono titoli, master, stage, attestati e compagnia bella a creare qualcuno...Se anche esiste l'enfant prodige è quasi matematico che prima o poi si dissolva, perché ne hanno già creato un altro, visto che creare qualcosa di effimero è molto facile... E comunque tener sempre presente che l'errore è un passaggio obbligato(anche perché prima della farfalla c'è sempre il bruco); da giovani si possono avere tutti gli impulsi e tutta l'energia che si vuole, ma c'è ancora troppa confusione(ed è una confusione necessaria, anche se difficile da accettare!!!). Non si è ancora ben definiti, non si può sapere cosa veramente piace, e sarà solo quello a definire un amore vero, a 360°.

    Mezz'ora prima Giovanna D'Arco era stata accusata di blasfemità per aver detto che Dio sa dove ci conduce, mentre noi lo impariamo solo alla fine. Indipendentemente dalla mia fede, mi permetto di dire che è esagerato, ma è anche vero che la vita può essere molto lunga e ci possono essere un'infinità di influenze e di variazioni prima di arrivare al fatidico approdo...

    In pratica è un colloquio che tira un fortissimo cazzotto in faccia al modo di vivere e di pensare attuale, che io ormai da 15 anni considero penoso, quindi è altrocchè un salto di qualità del film, sembra quasi un viaggio verso l'Olimpo, solo che nella versione italiana è tagliatissimo. Chissà perché??? XD XD XD
    Ultima modifica: 20/08/16 21:47 da Fauno
  • Rebis • 20/08/16 21:32
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Grazie Fauno. Ora ho bisogno di rileggerti e meditarti con calma. Ti risponderò presto.
  • Rebis • 21/08/16 16:23
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    All'inizio del film, mentre nel bar giocano a flipper, il compagno di Nana le racconta di aver letto i temi di alcuni bambini sul loro animale preferito. Una bambina, parlando della gallina, dice che è un animale con un interno e un esterno: se le togli l'esterno, rimane l'interno; se le togli l'interno, rimane l'anima. Siamo dalle parti di Aristotele, della teoria del sinolo costituito di materia e forma, potenza e atto, che porta alla definizione dell'essenza delle cose, che per Aristotele è appunto la forma; e il suo compimento - la messa in atto della forma che era in potenza - è il fine cui la Natura mira. Questo solo per dire che spetta a una bimba delle elementari l'incarico di spiegare l'operazione che Godard sta cercando di realizzazare con il suo film: una sospensione del giudizio, l'annullamento dei criteri di valutazione ed elaborazione individuali, il congelamento e la rimozione dell'ideale soggettivo e collettivo del reale - che in filosofia si chiama epoché - l'interno che "inquina" la nostra percezione, per restituire la fenomenologia del vivere, il suo manifestarsi; cogliere l'esterno inteso come forma, l'anima o l'essenza dell'esistere.

    All'inizio del film i personaggi parlano dandoci le spalle: non sono lì per noi, nella posizione utile per farsi ascoltare dal pubblico, disattendono le nostre aspettative, sono lì per se stessi. Questo per dire che la restituzione - cinematografica in questo caso - dell'essenza dell'esistere, una volta colta, deve comunque avvenire sul piano del linguaggio - fonetico, filmico, letterario: è un limite per noi invalicabile. E allora quale forma di linguaggio usare per mantenere integra la realtà fuori dalla nostra soggettività, della nostra idealità? Delle volte, come Nana, vorremmo dire qualcosa, ma ci blocchiamo, nella nostra testa tutto ci sembra chiaro, ma non troviamo le parole, perché quelle conosciute non bastano, perché il linguaggio è limitato, insufficiente. E tuttavia dobbiamo esprimerci.

    E' di questo, credo, che stanno parlando Nana e il filosofo al bar. Stanno dicendo che non esiste una verità, che non esiste un approdo ultimo riservato all'uomo saggio - bambino, adulto, giovane, vecchio, uomo o donna che sia. L'unica verità è la constatazione che non si può prescindere dall'errore e dalla menzogna, perché sono costitutivi della verità stessa, poiché deve essere data attraverso il linguaggio. La menzogna non è l'inganno subdolo e malevolo che riserviamo al prossimo, ma il fare "come se", sostenere una verità, una rappresentazione di essa, il concedersi un appoggio, un approdo transitorio (dogmatico anche), un credo "conquistato" con la riflessione, che ci convince; non è il traguardo ultimo della saggezza o della maturità, ma quello che ci consente di continuare a vivere, di dare un senso al mondo che costituiamo, di conferire un significato al nostro agire. La maturità regala tutt'al più la consapevolezza che la certezza che sostiene il nostro vivere è basata sull'errore, sul compromesso; la consapevolezza insomma che la logica non può boicottare se stessa, i principi che la costituiscono, e quindi deve "crederli" se vuole continuare a sussistere. E così Nana non è una prostituta, ma fa la prostituta. Una menzogna, insomma, ciò di cui ha bisogno per continuare a vivere. Così Godard riforma il linguaggio cinema, lo sovverte, lo trasgredisce, mente non per spirito contestativo, ma per approssimarsi il più possibile a ciò che non riesce altrimenti a esprimere. In fondo anche il cinema è una menzogna.

    Scusa Fauno se mi sono dilungato tanto, ma ci tenevo a chiarire quanto ho maturato in questi giorni ripensando al film. Le tue considerazioni, che condivido solo in parte (come avrai avuto modo di intuire leggendo quanto ho scritto) mi sono state tuttavia immensamente utili. Grazie ancora!
    Ultima modifica: 21/08/16 20:13 da Rebis
  • Fauno • 21/08/16 20:15
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Le prime tue considerazioni sui personaggi di spalla e sul tema della bambina le avevo viste ascoltate bene, ma non avevo preso in considerazione Aristotele.

    Per approdo ultimo intendevo la morte, la fine di questa vita, non la maturità.

    E per la logica a me sa proprio che non gli vada giù, vista la storia sull'omonimo dei Tre Moschettieri.

    Invece per la questione della differenza fra la menzogna chiara ed evidente e la menzogna sottile, che si sovrappone quasi all'errore e costituisce la verità direi che l'abbiamo capita alla stessa maniera.

    Quanto all'importanza della verità acquisita con la maturità, mi sembra che l'interlocutore lo affermi in maniera chiara ed evidente che a 20 anni non si sa assolutamente quello che piace e che si ha solo tanta confusione, e non è certo una colpa.

    Ora per le mie caratteristiche è difficile che mi vada a rispolverare Aristotele o che mi metta a spulciare il linguaggio cinematografico di Godard, ma non credo di fare una grossa cilecca a considerare questo dialogo un cazzotto alla Tyson agli infiniti luoghi comuni che si sentono tutti i giorni.

    Anche One plus one per chi è studioso di Godard può presentare una miriade di richiami filosofici...se non mi fossi scritto parola per parola la storia del libro stracciato con la favola di delirio politico che fa da sfondo alle interviste assieme alla creazione del magnifico pezzo degli Stones, non gli avrei mai dato 5 pallini con tutte le lodi. Purtroppo per me prende in esame molti difetti dei neri, né più né meno di Von Trier in Manderlay (che per me è un'altra perla straordinaria!), ma in tutti e due i commenti son stato moderato perché potevano risuonare come razzisti.

    Io razzista non lo sono e non lo sono mai stato, ma esasperato dalle fandonie recitate tutti i giorni a regola d'arte lo sono eccome...Grazie. A presto Rebis :-)
  • Rebis • 23/08/16 15:23
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Fauno ebbe a dire:

    Per approdo ultimo intendevo la morte, la fine di questa vita, non la maturità.


    Non avevo capito... questo rende molto più vicine le nostre interpretazioni :)


    E per la logica a me sa proprio che non gli vada giù, vista la storia sull'omonimo dei Tre Moschettieri.


    Più che la logica - che sostiene tutta la durata del film - direi il pensiero che osserva, la sterile autoriflessione.


    Quanto all'importanza della verità acquisita con la maturità, mi sembra che l'interlocutore lo affermi in maniera chiara ed evidente che a 20 anni non si sa assolutamente quello che piace e che si ha solo tanta confusione, e non è certo una colpa.


    Si riferisce all'amore non tanto alla verità... poi certo noi pretendiamo spesso che le due cose siano una sola :D


    Ora per le mie caratteristiche è difficile che mi vada a rispolverare Aristotele o che mi metta a spulciare il linguaggio cinematografico di Godard, ma non credo di fare una grossa cilecca a considerare questo dialogo un cazzotto alla Tyson agli infiniti luoghi comuni che si sentono tutti i giorni.


    E ci mancherebbe che ti vai a ripassare Aristotele! L'ho citato solo per chiarezza. Sul pugno sono completamente d'accordo.


    Anche One plus one per chi è studioso di Godard può presentare una miriade di richiami filosofici...


    Non l'ho visto e sono a digiuno si Stones quindi non saprei...


    Io razzista non lo sono e non lo sono mai stato, ma esasperato dalle fandonie recitate tutti i giorni a regola d'arte lo sono eccome... Grazie. A presto Rebis :-)


    Mai pensato che tu lo sia... Grazie ancora e buone visioni :)