Buiomega71 • 3/02/14 09:49
Consigliere - 25933 interventi E Refn chiude la sua trilogia alla grande!
Il più sanguigno e feroce dei tre, dove Refn regala una straordinaria regia e momenti di grandissimo cinema, che odora di narrazione quasi cassavetesiana (il realismo della narrazione) e non disdegna momenti che sconfinano nel gore e nell'horror (il quasi insostenibile-più per la meticolosa preparazione quasi ritualistica-smembramento del "polacco", a mo di macellazione di maiale, tra sgozzamenti e visceri estirpati)
24 ore nella vita di Milo (un grandissimo Zlatko Buric), tra la preparazione per il compleanno dell'amata (e viziata) figlia, cucina, contratti e patti con le nuove leve del crimine (la mafia albanese, il pusher turco), senso dell'onore (la terribile sequenza della ragazzina polacca costretta da suo pappone a prostituirsi), centri di disintossicazione, decadenza, il sormontare di continui grattacapi che lo fanno girovagare da un posto all'altro tutto in una notte
Esilaranti alcune trovate (le divagazioni scatologiche sulla "terrificante" cucina di Milo, che procura coliti spastiche e tremendi mal di pancia, Milo alle prese con l'occultamento delle viscere del polacco), scorci di una Copenaghen livida e notturna, abbagliata dalle luci e dai neon, la festa della figlia
La colonna sonora di PeterPeter regala sonorità carpenteriane (vedere-o meglio sentire-la partitura di quando Milo fuma la droga nei cessi del ristorantino cinese) praticamente simili all'ost di
Halloween e la fotografia di Morten Soborg abbaglia tra cromatismi e luci naturalistiche
Il cinema refniano si fà carne e sangue, tiene inchiodati per tutti i 103 minuti e sfocia nel bellissimo finale sospeso , racchiuso in un albeggiare gelido e incerto davanti a una piscina vuota
Non si può non tifare per il decadente e immenso Milo (nonostante il suo sporco lavoro), che davanti al proliferare di una giovane criminalità sempre più spietata, non si piega e non scende a compromessi (quando, poi, arrivato al limite, si arma di martello e và di matto con tremendi fendenti sulla capoccia dei rivali, e da standing ovation e tifo da stadio)
Questo e il Refn che adoro , diretto, schietto e viscerale, che non ha paura di sporcarsi le mani...Niente tarantinismi o ipertrofie da action americano-l'unica pistola che si vede in tutto il film e quella che Milo tiene nascosta nel freezer-, ma intimismo, realismo, riflessioni, vita quotidiana di uno spacciatore in declino, 24 ore di inferno e impossibile redenzione (e adoro come tratta la violenza Refn, quasi naturale e senza orpelli spettacolari)
Da più parti leggo che questo
Pusher 3 (il migliore della trilogia in assoluto) sarebbe una specie di anticamera di
Drive...Ergo,
Drive e sicuramente il mio film e Refn e grande, grandissimo cinema (notevole l'evoluzione narrativa dal suo "fulminante" esordio, e lontano anni luce dalle redenzioni artificiose del secondo capitolo)
PS
Grey, ci hai preso in pieno! :)
Cloack 77
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