Buiomega71 • 31/01/14 10:26
Consigliere - 26006 interventi Ho trovato questo secondo capitolo (con ben pochi aggangi al capostipite: giusto un ruolo cameo del boss serbo Milo e un accenno su che fine ha fatto Frank)nettamente inferiore all'originale
Molto meno intenso e genuino del primo
Pusher, mi e parsa un pò un operazione costruita a tavolino, dove il nichilismo refniano (nessun personaggio si salva nel film, o sono bestie senza cervello bruciati dalla coca o vere e proprie cagne a cui interessa solo "farsi") viene "ammorbidito" da una morale redentiva un pò banalotta e anche scontata (la decisione finale di Tonny), che annacqua il tutto e smorza il potenziale emotivo
Refn regala, comunque, pezzi di ottimo cinema (il furto delle Bmw con incidente inaspettato, la lunga festa di matrimonio-stile
Il Cacciatore-a base di fiumi di coca e sbroccamenti -sottolineata dalla fotografia cromatica di Morten Soberg, quasi fosse un anticamera dell'inferno-, il violento e feroce scontro finale tra Tonny e il "bestiale" padre/padrone, Tonny che spara al braccio di Kurt in un freddo e uggioso campo di generatori eolici) e non disdegna sequenze ai limiti dell'hard (Tonny che si masturba guardando un porno per poi "consumare"-senza successo- con due prostitute, che giocano tra loro con un dildo enorme, chiosando:"
Vi siete perse il re dei cazzi!", il numero della "danzatrice" alla festa di matrimonio) e aumenta il sentore di squallore e sporcizia (Kurt che va continuamente in bagno a calare le braghe-prima di gettare stupidamente la coca nel cesso-, la ragazza coi calzini lerci, tirate di coca che manco
Scarface, turpiloquio, miserie e bassezze umane a iosa)
Un omaggio ad
Arancia Meccanica (Tonny che, appena sveglio, va a orinare nel wc)
Ma , nonostante questo, non centra il bersaglio. Troppo di "testa" più che di "pancia" e l'odissea di Tonny (prima della redenzione) a un che di posticcio e coinvolge poco emotivamente (e si fanno sentire parecchi momenti di stanca)
La violenza (se non quella dell'animo) e tenuta a freno (a parte la scheggia del pre-finale), e dal "gangster movie" da strada, Refn, passa al racconto intimista e introspettivo, con punte da cinema dardenniano (il finale) che lasciano parecchio l'amaro in bocca
Tra citazioni carpenteriane (il Duca), padri/padrone, scatologie, barzellette infime (quella di Kurt sulla prostituta coi denti da latte), l'ambientazione squallida e grigia, puttane sempre strafatte, stupidissimi e tamarrissimi papponi, Refn non riesce a creare la giusta empatia e emotività, convincendo poco, lasciando più dubbi che entusiasmi.
Restano ancora ottime la fotografia di Morten Soberg (tecnicamente il livello e superiore al primo capitolo)
e la musica di PeterPeter, ma a Refn viene a mancare quella forza "rabbiosa" che aveva contraddistinto il suo fulminante esordio, con il forte sospetto di un operazione artificiosa fine a se stessa che non ha molto da dire
Questa volta, Refn (al contrario di Tonny) la fà fuori dal vaso.
Harrys, Kaspar
Jena, Pinhead80, Herrkinski
Greymouser, Cotola, Giùan, Daniela, Jdelarge, Paulaster
Ghostship, Jandileida, Capannelle, Hackett, Leandrino, Straffuori, Puppigallo
Mickes2, Schramm, Cloack 77, Galbo, Minitina80
Brainiac, Buiomega71
Fauno