Buiomega71 • 28/02/14 10:42
Consigliere - 25998 interventi Mi diventa un pò difficile parlarne, in quanto film roeghiano, visceralmente e intesamente, fino al midollo.
Cosa voleva dire Roeg con questo film? Il punto e proprio questo
Astruso, ermetico, che sfugge a ogni possibile incasellamento di generi (Horror? No davvero. Fantasy?, per nulla. Mistery? Non direi, Thriller? Ma manco per sogno), eccentricità d'autore , chiusa in sè stessa, dove Roeg gioca (a quasi ottant'anni suonati) ancora con le sue angoscie personali, il suo modo visionario e eccentrico di fare cinema ipnotico e magnetico , e non ha perso un grammo della sua personalità anarchica e sovversiva
Mi chiedo, oggi, con quale coraggio produrle un film del genere (fuori tempo massimo, fuori da ogni schema, fuori dal tempo, fuori da tutto)
C'è tutto quello che si può amare in Roeg, che pare quasi una summa antologica del suo cinema.
C'è il sesso realistico e selvaggio( carnale, strabordante, intenso) di
A Venezia...o del [b]Lenzuolo Viola, c'è la sospensione "fantastica" e straniante de
L'uomo che cadde sulla terra, c'è la visionarietà nera di
Oscuri Presagi, ci sono le "streghe" e i loro intrugli di
Chi ha Paura delle Streghe?, c'è la natura (dal sentore pagano e celtico, quasi alla
Wicker Man) di
L'inizio del Cammino, c'è la follia e il delirio di
Mille Pezzi di un Delirio (che personalmente resta il capolavoro roeghiano), c'è il nonsense e l'isolamento di
Eureka, le stramberie di
Insignificance, c'è tutto Roeg (nel bene e nel male), nell'atmosfera, nelle location, negli sprazzi visivi da mozzare il fiato, negli interni quasi "favolistici" e liberty delle abitazioni.
Truffaldino spacciarlo per horror (che horror non e, dove non ci sono ne occhi ne tantomeno diavoli), sarebbe da incasellarlo come genere "roeghiano" in toto.
Alla fine ti chiedi se Roeg c'è o ci fà, in questa strampalata storia di una giovane restauratrice che mette in sesto un cottage nella fangosa campagna inglese
Qui una sciroccatissima Rita Tushingham (davvero orribile megera), insieme alla figlia Miranda Richardson, vuole a tutti i costi strapparle il figlio che la giovane porta in grembo
Quindi via di deliranti rituali voodoo, tra orinate nei boschi, "funghi fallici fatati", intrugli tra sperma e erbe "miracolose", trasformati poi in "potenti" liquori afrodisiaci
Poi la ragazza, però, ha un aborto spontaneo che le inzuppa i pantaloni di sangue, allora la "family" le manda il maschio/stallone per procreare una seconda volta!
In mezzo a questi "pezzi di delirio": un bambino che continua a sussurrare "daddy" (ma non si vede mai), sbronze, scopate selvagge sulle rocce "magiche" da sapori pagani, nei fienili, da terco e da davanti (insomma, Roeg ci và giù pesante), Sutherland che invoca odino e gli dei (che pare uscito da scientology), ralenti improvvisi e insensati, flashback incomprensibili-e non spiegati-di casette che bruciano con all'interno neonati, parrucche che svolazzano carezzate da venti soprannaturali, sprazzi di incubi sanguinosi tra pugnalate al pancione, neonati deformi, follie femminee, la Tushingham che si aggira nei boschi vestita da megera e con una palla "baviana" tra le mani scheletriche, travagli, scarpine di bimbo nascoste nei muri, culle vuote, cani testimoni di follie, ragazzine problematiche e guardone, sfere bianche che racchiudono feti, parti, voglie ossessive di maternità a tutti i costi, fango, pioggia, sprazzi naturali e bagliori incantevoli...
Fiaba sulla voglia di essere madre? Sulla fecondazione e sulla fertilità?
Quello che e certo e che Roeg non scende a compromessi, fa ancora cinema come piace a lui, e se ne frega delle convenzioni
A momenti visivi bellissimi, si contrappongono altri davvero terribili (la bambinesca CG che mostra lo sperma che feconda un ovulo, una penetrazione oltre i limiti dell'hard che anticipa, in qualche modo, il Gaspar Noè di
Enter the void, il feto che si forma pian piano, alcune pacchianate come i momenti di "magia nera")
Il ghigno mortifero e macabro della Tushingham sul lettino della morgue, e di quanto più agghiacciante abbia mai visto negli ultimi anni (che fa il paio con la megera cadavere dell'episodio baviano de
La Goccia D'Acqua di
I Tre Volti della Paura)
Insomma, inclassificabile sotto tutti i punti di vista e per qualsiasi latitudine lo si guardi. Per chi , come il sottoscritto, ama incondizionatamente il cinema di Roeg , si può andare in visibilio (anche se in quasi due ore di film, almeno la prima metà, risulta un tantino noiosetta), tutti gli altri si astengano (anche chi detesta che un autore si citi addosso, e pensa che faccia sempre lo stesso cinema di trent'anni fà)
Inutile rimarcare la bellissima fotografia di Nigel Willoughby , la penetrante musica celtica di Chris Crilly e degni di nota gli incantevoli titoli di coda che perdono man mano di cromatismo, fino a diventare in b/n.
Due curiosità personali.
La prima su Leona Igoe, che ha gli stessi occhi e lo stesso sguardo di Theresa Russell (ma guarda tu il caso), anche se alquanto bruttina, ma molto roeghiana
La seconda e che ho 14 film di Roeg in videoteca, sono passati 14 anni dall'ultimo Roeg che ho visto (
Mille pezzi di un delirio), e siamo nel 2014. Il 14 pare numero cabalico roeghiano "buiesco", quasi quasi lo gioco su tutte le ruote
Che i roeghiani esultino (non senza qualche riserva), i "profani" evitino con cura questo strampalato e eccentrico delirio d'autore.
Buiomega71