Discussioni su Prestami il rossetto - Film (1983)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/04/21 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 1/04/21 10:21
    Consigliere - 25934 interventi
    4 storie di donne, viste dall'ottica femminile

    Cinema femminista, più che femminile, quello della Kurys, sullo stile della collega tedesca Margharethe von Trotta, non poco autobiografico (la Huppert dovrebbe rappresentare la madre della regista) e con punte di nostalgia per il passato.

    Se la ricostruzione d'epoca è ben curata (si và alla fine della seconda guerra mondiale a metà anni 50), il film , al contrario, soffre di uno schematismo assai convenzionale e (come scrive Il Morandini) non decolla mai, restando nel limbo del romanzetto rosa dolceamaro nel più tipico film d'autore francese tra gioie, dolori e complicità femminili in odor di attrazioni saffo.

    Crisi e beghe familiari, matrimoni infelici, bambine dimenticate alla fermata dell'autobus, negozi di vestiti pre Il bello delle donne, mariti poco compensivi e falliti , fughe a Parigi, lettere appassionate rispedite al mittente, confidenze e complcità tra amiche, spiagge deserte paraferreriane dove si consuma l'addio e la presa di coscienza di una nuova vita, perchè, anche secondo la Kurys, il futuro è donna.

    Straordinarie la Huppert (algida, sofferente, stretta in una vita borghese senza slanci che non le appartiene, sempre elegante e seducente in calze con la ruga, tacchi alti e cappellini con la veletta) e Miou Miou (solare, sbarazzina, ribelle al sistema precostituito della casalinga perfetta, in cerca di qualcosa che non la faccia soffocare in un matrimonio stantio con un uomo fallito che si inventa commerci di camicie americane per sopravvivere), dove la loro amicizia pare vada oltre, ma le larvate gioie di lesbo non si fanno mai carne, non incidono, e restano pallidamente in superficie senza affondare mai, ingolfando il film in un "vorrei ma non posso" francamente stantio.

    Buoni alcuni dialoghi, regia attenta che riesce a cogliere la quotidianità, fotografia di certo rilievo (rovinata dalla pessima qualità video, scannatissima, della vhs della Avo), ottimo tutto il cast (nel piccolo ruolo di un giovane soldato c'è Denis Lavant prima dell'incontro con Leos Carax), ma sono le emozioni che mancano.

    Si segnalano l'uccisione a freddo del compagno di Miou Miou, il grandissimo Patrick Bauchau nei panni di un professore d'arte, la Huppert che ruba i soldi dalla cassa dell'officina del marito, il marito della Huppert che, furibondo per l'amicizia morbosa tra le due donne, sfascia il negozio della moglie e la sequenza sul treno, dove la Huppert si lascia sedurre (e "armeggiare") da un soldatino, che pare anticipare le derive sessual/occasionali del suo personaggio in La pianista.

    Il cinema femminista nella sua più (in)quieta quintessenza, che, visto oggi, ha quasi la stessa consistenza di una fiction televisiva.

    Da sottolineare il bellissimo commento melodico di Luis Bacalov che apre il film.
    Ultima modifica: 1/04/21 10:35 da Buiomega71