Discussioni su Patto a tre - Film (1991)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/07/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 3/07/20 10:49
    Consigliere - 26015 interventi
    Ma che meraviglia quando lo zio Fred reinventa, a suo modo, il thriller classico cospiratorio sulla donna paraplegica in estremo pericolo chiusa in casa in balia del marito che vuole farla fuori (in combutta con l'infermiera che deve accudirla) come nemmeno ha fatto Alberto De Martino con 7 Hyden Park. A Fred le riesce una sottospecie di Baby Jane virata in acido, tipicamente immersa nei meccanismi da b-movie tipici dell'autore de La tomba, che fin dai titoli di testa (con immagini sexy che nemmeno i porno della golden age) prende subito (deliziosa e gustosissima la OST composta dal fido Chuck Cirino) addentrandosi nei meandri torbidi e morbosetti di uno strano e malsano gioco a tre (anzi, no, a quattro), in un atmosfera claustrofobica fatta di gelosie, sospetti, paranoia, doppi giochi, avidità, cinismo, piani diabolici con subplot lenziano, grandissime scene di sesso (dove quel volpone di un Fred mostra qualche centimentro di pelle in più) e inaspettati quando disturbanti incubi horror/erotici (uno preso di peso dall'immaginario dantiano dell'episodio filmico de Ai confini della realtà, dove la povera Jennifer, inchiodata sulla sedia a rotelle, è costretta a guardare il maritino che se la spassa con l'amante in piena lussuria sul lettone, ma lei, oltre che impotente  e umiliata spettatrice, è senza la bocca, sgrana gli occhioni e le vengono squarciati polsi e gola, in piccoli accenni splatter, l'altro la vede ruzzolare giù per le scale-con uso di grandangoli fumettosi- come nel miglior "geriatric movie" aldrichiano, e anche quì diventa forzata spettatrice del marito che si tromba-alla grande-la procace infermiera alla faccia sua), per poi virare in un finale dalle battute slasher, tra terribili badilate sulla capoccia e rivalse femminee. Gustosissima la regia di Olen Ray, che non si smentisce quando deve tirare le fila della torbida e intricata faccenda, dimostrando di essere uno dei migliori director di questo genere di filmacci e che regala un paradiso di tette al vento, procaci e soavi nudi femminili e copule da pornazzo. Il comparto femminile, poi, è da sturbo, incominciando dalla divina Tanya Roberts al massimo dello splendore, che mignotteggia senza pietà per tutto il film (da antologia masturbatoria quando, in intimo e reggicalze, provoca il manzone prima di lasciarsi andare ai piaceri del sesso, sculettandole in faccia) per finire con Margaux Hemingway , che dimostra di avere ancora un gran fisico e una prestanza sensuale milfesca davvero notevole (da sottolineare l'amplesso in piedi, nell'ufficio, con Bottoms). Quello che deficita è lo script, abboracciato, sconclusionato, sgangherato e talmente confusionario da sfiorare il delirio. Soprattutto quando deve arrivare ad un dunque, dove non si capisce più una mazza su chi deve uccidere chi e chi è in combutta con chi, tanto da lasciare basiti per la scelta del colpo di scena che è una vera e propria contraddizione in termini (magari farsi un rewind personale e tappare gli enormi buchi di sceneggiatura, ma anche così facendo non è che i conti tornino). Ma alla fine chi se ne frega se Fred e company perdono il filo del discorso e non si raccapezzano più, quello che conta è il divertimeno (che non manca) ed è inutile girarci intorno, quando hai empatia filmica (e emotiva) con un regista tutto passa in secondo piano , il cast femminile da rifarsi gli occhi (le dee Tanya e Margaux sempicemente da adorare e da gustare) e un intrigo criminale balordo dai riverberi briandepalmiani dei poveri, con squisiti tocchi di cattiveria (il disprezzo del marito verso l'odiosa mogliettina paraplegica, che si diverte ad attirare l'attenzione cadendo ripetutamente dalla grande scalinata in un enfasi di demenziale autolesionismo) e Olen Ray che si barcamena tra il thriller classico, l'erotico sudaticcio e l'horror a spizzichi e bocconi. Di culto assoluto la Roberts nuda che si prodiga in un'inquietante yoga, nella sua stanzetta, che ha tutte le fattezze di un culto satanico in solitaria. Bellissimo e evocativo il titolo originale. Pur nella sua scombiccheratezza resta una delle migliori uscite del caro zio Fred.  
    Ultima modifica: 3/07/20 17:33 da Buiomega71