Discussioni su Oltre i confini del male - Insidious 2 - Film (2013)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 7/12/15 10:32
    Consigliere - 25934 interventi
    Ahi, ahi, sonora delusione per chi (come il sottoscritto) aveva apprezzato il primo capitolo

    Wan (che comunque si ri-dimostra regista di un talento innato) frena i suoi deliri visivi surreal/pupazzosi/grotteschi che avevano fatto brillare di luce propria il primo Insidious e prende una strada più classica, quasi standar, che penalizza questo sequel, nettamente inferiore all'originale

    Qualche zampata del miglior Wan c'è (i flashback mortiferi sulla vera identità della "dama nera", con tanto di cameretta infantil/macabra tra case delle bambole, cavalli a dondolo e puppi di ogni sorta, la stanza chiusa maleodorante con i cadaveri delle donne uccise avvolte nei sudari, Parker "en travesti" da sposa in nero che, seghetto alla mano, si prepara a sezionare la prossima vittima, il delizioso flash d'infanzia con il/la piccola/o Parker/Madeleine vezzata/o da una madre completamente pazza e furiosa, causa un disegnino a lei dedicato ma firmato con nome maschile che la manda su tutte le ire)

    Tolti questi momenti di pura impronta waniana, di questo sequel, però, rimane ben poco

    Si pesca a piene mani dal Poltergeist 2 questa volta (trasferiti a casa della nonna, il girello milleluci al posto del telefono giocattolo, papà Josh sbrocca posseduto come papà Steve Freeling, il viaggio risolutivo nell'altrove, l'occhialuto "indagatore dell'occulto" al posto dell'indiano, l'happy end con tanto di scenette umoristiche)

    Ma non e tanto la citazione o la reverenza (che sono sempre bene accette), e proprio il continuity a funzionare poco

    Ci sono poi salti temporali che si ricollegano al primo capitolo (stile Ritorno al futuro), un andirivieni che pare un pò forzato e pretestuoso

    E tra citazioni più o meno velate (le vittime del serial killer che si riuniscono intorno al letto del piccolo Dalton-Maniac-, il travestismo e il complesso di edipo alla Psycho, con qualche accenno infantil/traumatico a Un Rantolo nel buio, i papà posseduti dal male che vogliono sterminare la loro famiglia-dal James Brolin di Amityville horror, per passare da Jack Torrence, fino a papà Freeling di Poltergeist 2), i soliti ospedali fatiscenti che nascondono segreti e soluzioni all'arcano

    Anche il viaggio nell'atrove (vero punto di forza visionaria del primo Insidious) e risolto con velato pressapochismo e che non dice nulla di nuovo rispetto al primo capitolo, in più c'è una chiusa finale che sembra palesemente messa lì posticcia

    A Wan la ciambella, questa volta, le esce parzialmente col buco, che si intinge raramente del suo possente talento visivo, per lasciar spazio a una narrazione più convenzionale e senza particolari sussulti e che spezza il racconto in due sessioni (la progressiva discesa nella follia di papà Josh, la ricerca del team di "acchiappafantasmi" sulle origini della dama nera), anche se l'idea "cronenberghiana" di josh che marcisce pian piano (con perdita dei molari) se non sterminerà la sua famiglia, non e così malaccio, evolvendo i momenti rimasti insoluti nel primo capitolo (spesso con soluzioni non propriamente impeccabili), con una continuità quasi da serial tv (fondamentale il primo Insidious per procedere alla visione di questa seconda trance), ma che ricalca le orme del capostipite con l'amaro sapore del deja vu

    Per il resto non aggiunge nulla di più di quanto narrato brillantemente nel primo capitolo

    Alcune curiosità :

    Mentre la Hershey stà per andare a letto, ma poi insospettita da alcuni rumori, in tv passano immagini di Carnival Of Souls (cult waniano par antonomasia)

    Nella seduta spiritica per evocare lo spirito della medium di Lin Shaye, al primo tiro di dadi del suo ex assistente, i dadi, gettati sul tavolo a casaccio, formano tre lettere disunite che danno la parola SAW

    Viene riproposta la stessa sequenza del "c'è ma non l'ho notato", dove nel primo capitolo era il bambino nascosto in un angolo sulla sinistra dello schermo. Quì e la dama bianca. Mentre la Byrne riceve la telefonata dal detective di polizia riguardo le possibili impronte del marito sul collo della medium, la Byrne passa nella sala, e alla destra del teleschermo c'è la dama bianca seduta sul divano, che non viene notata dalla donna, che poi si paleserà intonando una nenia infantile

    Mentre i remake tentano strade nuove, i sequel (come in questo caso) appaiono più spesso sbiadite fotocopie del prototipo e , in parte, si rivelano sonore delusioni

    Wan , comunque, e regista sopraffino, anche quando lascia un pò di amaro in bocca.
    Ultima modifica: 7/12/15 18:18 da Buiomega71
  • Raremirko • 16/11/18 00:29
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Mi ha deluso e l'ho trovato molto inferiore al primo; seppur venga replicato cast e crew, tutto è più in basso rispetto al prequel.

    Vale ancora la pena per la regia di Wan ed un pò per l'atmosfera, ma vale un'occhiata e, davvero, nulla più.

    Impressiona poco.