Discussioni su Nursie - Film (2004)

Ah, che piacevole sorpresina che è Nursie

Tutto immerso in un'atmosfera bizzarra e malata, in una casa di "cura" immersa nelle foreste della Louisiana (pareva quella di Frogs), con un'istrionica e completamente pazza Savannah Boucher, concentrato di follia femminea e grottesca maschera della morte, che stà tra Annie Wilkes e Baby Jane.

Kidnapped movie che sparge tensione e crudeltà, tra scarafaggi che gironzolano per i lavelli, inquietanti statue in giardino, donne in coma vestite come la reginetta del ballo di fine anno, anziane maltrattate, umiliate, seviziate torturate (e se occorre anche brutalmente uccise), tra soffocamenti con il sacchetto di plastica, bruciature di sigarette, bocche cucite con i punti in stile La Casa 4, con la lingua tagliata e il sangue vaginale rappreso tra le lenzuola, chiuse nello sgabuzzino, corpi occultati nei freezer o nelle cassepanche piene di mosche, prigionieri miseryani fatti oggetto di strampalate, assurde e demenziali mire "sentimentali".

Una via di mezzo tra Non guardare in cantina e il teatro del gran guignol, dove la strabordanza squilibrata del delirio della Boucher inghiotte il film (le "pazienti" le sono state mandate da Dio in persona, e lei, alla sua maniera, deve prendersene "cura"), in dementi pantomime (la cura alla "dottor Frankenstein" a cui sottopone Howell bendato come negli Occhi senza volto-e anche un gustoso omaggio alla chiusa finale dell'Inquilino del terzo piano-, o riportare in "vita" la sorella in coma-che, ma guarda un pò, si chiama Solange- che nemmeno ne La mano che nutre la morte, nonchè la sequenza della spugna bagnata per abbassare la febbre) in uno dei personaggi femminei più invasati e dissennati (nonchè crudeli) del cinema di (de)genere.

Il misero budget aguzza l'ingenio (alcune soluzioni visive sono tirate via, ma è peccato veniale) e si gioca tutto all'interno della casa degli orrori di "Twillight Garden" (mai nome fù più appropiato) tra energumeni, elettroschock, ragazze impaurite e recluse come schiave, fosse scavate per infilarci l'ennesima nonnetta uccisa, dove si avverte l'odore di decadenza (anche mentale) e vecchiume marciscente (di rossetti scadenti, di medicinali, di corpi in decomposizione)

Joe Caramico Maxwell (figlio del grande Robert Caramico, regista del cultazzo oscuro Sex Ritual of the Occult e direttore della fotografia di Quel motel vicino alla palude), già operatore alla macchina per Lynch in Velluto Blu e per Joseph Ruben in Dreamscape e direttore della fotografia anch'esso (seguendo le orme del padre) è davvero abile a muoversi tra restritezze di budget e donare suspence e cattiveria, gestendo il suo imputridito teatrino della follia con gran talento e una bislacca originalità tutta personale (ed è un vero peccato che ad oggi sia il suo primo e unico film)

Chiusa finale come si conviene ad ogni thrilleraccio che si rispetti, perchè un "infermiera" deve fare il suo "lavoro" fino in fondo, anche dopo essere stata inghiottita dalle fiamme gotiche nella rimessa.

Davvero un grezzo gioiellino, intinto di cinico humor macabro, malvagità e imbellettamenti acri e puzzosi come nei "geriatric movie" aldrichiani

Per me è già un piccolo cult incancrenito e disturbato.

Per chi cerca qualcosa fuori dagli schemi prestabiliti.

Adoravo i film di Frankenstein, mi facevano impazzire! E a te piacciono i film di Frankenstein?