Rebis • 22/06/13 20:04
Compilatore d’emergenza - 4420 interventi Figurati Didda, nessuna censura, è solo che di fronte a un regista come Hitchcock i gusti personali contano fino a un certo punto secondo me. Posso capire che un film o un regista non piacciano, che non rientrino nelle proprie corde, diciamo, e va bene, ma usare aggettivi come semplicistico, banale, superato mi sembra fuori luogo. Per dire, Wilder è un genio, ma per quanti film o registi possiamo usare l'aggettivo "wilderiano" e per quanti "hitchockiano"? La sintassi dei suoi film, la sua estetica, sono la storia stessa di tanto cinema, di genere e d’autore, sono il linguaggio che molti continuano a parlare, o con il quale tentano ancora un confronto, una dialettica.
La fiamma del peccato è un noir meraviglioso, ma Hitchcock con
La donna che visse due volte ha sublimato, fagocitato tutto il noir precedente e a venire, ha ossessionato migliaia di cineasti, da Godard a Lynch, fino al cinema gotico italiano. Dio mio, banale??? Semplicistico? Ma Hitchock è la logica stessa del cinema, è il voyeurismo, è James Stewart inchiodato alla poltrona davanti alla finestra sul cortile, è la macchina fotografica usata come arma di difesa, è il bambino che cammina per il mercato con una bomba in mano in
Sabotaggio, è la chiave segreta di
Notorius, il bacio più lungo della storia del cinema; è il telefono gigante in
Io ti salverò, è la sequenza dell'incubo di Salvador Dalì, è il treno che entra nella galleria in
Intrigo internazionale, è la vertigine sulla statua della libertà in
Sabotatori, le forbici che bucano lo schermo in
Il delitto perfetto, la partita a tennis di
L'altro uomo, è Janet Leigh che muore massacrata sotto la doccia dopo appena quaranta minuti di film, è la mosca che cammina sulle mani di Norman Bates, la luce che entra dal foro dietro il quadro; è Botega Bay invasa dagli uccelli, è la panoramica sulla città in fiamme, la cabina del telefono, i passeri che irrompono in salotto dal camino, è la soffitta dell'orrore; è il cielo che trasmuta fino al tramonto in
Nodo alla gola in un piano sequenza fantasmagorico, è il quadro di Rebecca che popola la casa e la ragione, è la testa imbalsamata sul cuscino ne
Il peccato di Lady Considine, l'omicidio silenzioso è brutale di
Il Sipario strappato, l'inseguimento paranoico-musicale lungo i marciapiedi di
L'uomo che sapeva troppo, le dita del morto che lasciano tracce nere sul volto di Stewart, il concerto all'Albert Hall con il colpo di piatti finale di Hermann, il bicchiere di latte ne
Il sospetto, lo zio mefistofelico de
L'ombra del dubbio; è il piano sequenza, la messa a fuoco impossibile, il carrello verticale... Se questa è banalità, semplicità allora ditemi voi dove sta di casa il cinema perché io proprio non lo so.
Buio dice mancanza di passione? Ma l'intervista rilasciata a Truffaut è passione per la settima arte che gronda, che commuove, che incalza, che apre segreti e verità, che ti spinge a guardare film e ancora film e ad amare il cinema incondizionatamente.
L'Oscar mancato - ammesso che l'Oscar abbia davvero un valore di riconoscimento artistico - è una delle pagine più tristi, vergognose, volgari, imbarazzanti del cinema americano, un insulto a chi quel cinema l'ha fondato, scritto, codificato, superato... Gli occhi del maestro che baluginano di lacrime durante la consegna dell’Oscar alla carriera e la sala in religioso silenzio… No no ragazzi, per favore, non scherziamo, è ancora una bella giornata, su’ :)
Daniela, Brainiac, Ford, Harrys, Rambo90, Olotiv, Jdelarge, Il Dandi, Fedeerra, Faggi, Keyser3, Siska80
Ghostship, Pigro, Undying, Enzus79, Lucius, Pinhead80, Myvincent, Mickes2, Almicione, Ultimo
Zender, Lovejoy, Homesick, Ciavazzaro, Hackett, Giapo, Rickblaine, Belfagor, Cotola, Gaussiana, Fulcanelli, Il ferrini, Bubobubo, Anthonyvm, Leukimara, Tarabas, Noodles, Thedude94, Paulaster, Puppigallo, Gugly, Sonoalcine, Marcel M.J. Davinotti jr.
Giacomovie, Galbo, Graf, Modo, Claudius, Minitina80, Ira72, Ellerre, Jandileida
Caesars, Deepred89, Saintgifts, Mdmaster, Luchi78, Mota, Von Leppe, Luras, Rocchiola
Lythops, Giùan
B. Legnani, Didda23