Discussioni su Mute - Film (2018)

DISCUSSIONE GENERALE

6 post
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  • Daniela • 26/02/18 13:08
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Avviso agli appassionati di fantascienza: frenate gli entusiasmi preventivi, rischiate una delusione doppia.
    Nell'elenco dei miei generi preferiti, i film fantasy tratti da videogiochi sono fuori classifica, quindi ho "saltato" Warcraft, ma mi sono buttata a pesce su questo Mute: Jones che torna alla fantascienza, wowwwww...
    Durante la visione, wowwwww è diventato mmmmmm, per diventare bahhhhh. Basta dire che l'unico momento emozionante è stato quando è apparsa la didascalia finale - non è una battuta, leggetela e capirete.
    In particolare, ho trovato involontariamente comica la prestazione di Alexander Skarsgård: fa il muto e quindi si deve affidare all'espressività del volto, ma esagera con le espressioni afflitte e cristologiche, anche per un armish pio come è il suo personaggio. Meglio allora la coppia Paul Rudd/Justin Théroux, tanto trucidi e sopra le righe da essere palesemente grotteschi.

    Curiosa comunque di leggere altri pareri, il film del resto è facilmente reperibile, essendo prodotto e distribuito da Netflix.
    Ultima modifica: 26/02/18 13:12 da Daniela
  • Galbo • 26/02/18 13:35
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Ne ho letto male ovunque, non so se lo vedrò.....
  • Daniela • 26/02/18 15:29
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Ne ho letto male ovunque, non so se lo vedrò.....

    Io invece ieri l'ho visto "al buio", fidando nel nome del regista e nel credito di fiducia conquistato con Moon e Source Code.
    Stamani ho letto che è stato generalmente stroncato della critica, cosa che non mi ha stupito mentre mi ha stupito il fatto che Jones l'abbia definito "sequel spirituale" di Moon.
    Questa dichiarazione, unita alla didascalia finale, fanno pensare ad un progetto personale e sentito e non ad un semplice lavoro su commissione come è stato con tutta probabilità il precedente Warcraft.
    Sinceramente non so se giudicarla un'aggravante o un'attenuante :o/
    Ultima modifica: 26/02/18 17:11 da Daniela
  • Redeyes • 26/02/18 16:01
    Formatore stagisti - 953 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    Ne ho letto male ovunque, non so se lo vedrò.....

    Io invece ieri l'ho visto "al buio", fidando nel nome del regista e nel credito di fiducia conquistato con Moon e Source Code.
    Stamani ho letto che è stato generalmente stroncato della critica, cosa che non mi ha stupito mentre mi ha stupito il fatto che Jones l'abbia definito "sequel spirituale" di Moon.
    Questa dichiarazione, unita alla didascalia finale, vanno pensare ad un progetto personale e sentito e non ad un semplice lavoro su commissione come è stato con tutta probabilità il precedente Warcraft.
    Sinceramente non so se giudicarla un'aggravante o un'attenuante :o/


    Non ne avevo ancora sentito parlare, ma indubbiamente sarei rimasto quanto meno incuriosito leggendone il regista..
    Ora che mi dici così credo che non lo metterò in alto alla mia wish list.
    Capitolo Alexander Skarsgård:
    A me aveva lasciato interdetto e molto già in Tarzan ( ma forse non era colpa sua in quel caso)
  • Cotola • 2/08/18 21:09
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Spiace parlare male di un film in cui un regista di talento (ma mi manca la parentesi fantasy di War Craft che poco mi ispira per motivi di scarsa affinità col genere) ha messo sicuramente una parte della sua "anima" e del suo cuore. Ma tant'è: il film è bruttino assai, ma soprattutto scialbo.

    Il regista lo ha definito sequel spirituale di Moon, ma francamente a me sembra che i due film siano molto diversi tra loro e non abbiano nulla o quasi da spartire.

    Però qualche segnalazione sugli elementi autobiografici del film può essere interessante.

    Partiamo dalla fine (che genera, a mio avviso, l'unica vera emozione della pellicola):

    [b]"In ricordo di coloro che sono stati genitori: David Jones e Marion Skene"[/b]

    Qualcuno dirà: e allora? E' la solita dedica ai propri genitori. No! Perché se David Jones (alias David Bowie) è il padre di Duncan, tale non è la Sig.ra Marion Skene che è stata la balia del piccolo Duncan quando i genitori divorziarono e lui aveva solo nove anni.
    Scelta singolare sicuramente, ma si vede che Jones jr. si deve essere affezionato davvero tanto a questa donna che lo deve aver accudito con vero amore.
    E per me è anche la splendida dimostrazione che genitori (il tema della genitorialità è uno dei pilastri della pellicola) non sono per forza solo quelli biologici ma possono esserlo anche altri.
    Anche per Duncan Jones è così: la didascalia finale non lascia dubbi.

    L'ambientazione berlinese non credo sia casuale: quando il padre David andò a vivere a Berlino (dove creò alcuni dei suoi maggiori capolavori) si portò con sé il piccolo Duncan. Probabile che gli anni teutonici a stretto contatto col padre siano rimasti impressi nella mente del regista, che ha voluto così omaggiare una città che deve aver avuto grande importanza per lui.

    Infine segnalo che la realizzazione di Mute è stata molto lunga e travagliata, ma per questo tema credo sia meglio leggere l'articolo di Repubblica che parla anche di altro (pure in parte di ciò che go scritto prima) e che svela molte curiosità interessanti su di un film che per tanti motivi si segnala come un'occasione mancata.

    http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/02/22/news/_mute_la_lettera_d_amore_di_duncan_jones_a_suo_padre_david_bowie_e_su_netflix-189503161/


    Che dire? Speriamo che in futuro il regista riesca a ritrovare la strada intrapresa nei primi due film della sua carriera.
    Ultima modifica: 2/08/18 21:11 da Cotola
  • Daniela • 3/08/18 00:10
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Come già scrissi nel commento, il momento di unica, vera emozione, è quello legato alla didascalia finale. Grazie Cotola per questo bel approfondimento.