Lodger • 27/05/20 21:09
Pulizia ai piani - 1563 interventi CURIOSITÀ:
La scrittrice giapponese Randy Taguchi ha basato il suo romanzo del 2000 "
Presa elettrica" su una presunta scena presente in questo film.
Questo il Post Scriptum dell'autrice:
Circa cinque anni fa, un uomo è morto d’inedia nella sua casa.
Nel Giappone dell’abbondanza sfrenata, un uomo si è rinchiuso tutto solo nella sua casa rinunciando persino al cibo. Si è lasciato morire, consumato dal caldo e dalla fame.
Prima di andare all’aldilà, quest’uomo mi ha descritto più volte la scena di un film.
È una scena decisamente strana: un bambino di razza bianca si trova in una stanza di un ospedale psichiatrico. È affetto da schizofrenia. Porta sempre con sé una spina elettrica e vive solo quando la spina è inserita in una presa.
Chissà perché, l’uomo continuava a ripetere incessantemente la sua storia. E, mentre io l’ascoltavo un’infinità di volte, mi sono sentita sopraffare dall’illusione che quel film lo avevo visto anch’io…
«Qual è il titolo del film in cui si vede questa scena?», gli ho chiesto.
«Mondo cane», mi ha risposto senza indugio.
Dopo la sua morte, quel film è diventato per me una specie di ossessione. Il ragazzino che vive soltanto quando è collegato a una presa elettrica… Una presa elettrica: che significato poteva mai avere per quel ragazzino? E perché quell’uomo si ostinava a raccontarmi sempre la stessa storia?
È stato quest’enigma, e null’altro, che mi ha spinto a scrivere Presa elettrica.
Quando ho preso la decisione di dar vita a questo romanzo, ho pensato che dovevo a tutti i costi vedere con i miei occhi la scena del bambino schizofrenico. Così, ho noleggiato Mondo cane in videocassetta.
Si tratta di un film di Jacopetti, incredibilmente inconsueto, che conta anche dei sequel.
Sono film privi di qualsiasi filo conduttore, un insieme sconclusionato di ritagli di usanze, riti misteriosi, disgrazie e storie da ogni parte del mondo. Ciascun episodio ha una durata molto limitata e non contiene analisi troppo approfondite. È una carrellata di immagini di ogni tipo dal mondo degli esseri umani, per certi versi addirittura ironica. La serie risale agli anni Sessanta, ma non sa affatto di vecchio. Piuttosto, si ha quasi l’impressione che sul piano spirituale l’umanità non si sia evoluta più di tanto negli ultimi tempi – almeno questo è quanto mi sono detta con estremo stupore al termine della visione.
Gli stessi problemi di oltre trent’anni fa: miseria, paura della morte, violenza, pazzia, devastazione ambientale… L’uomo non è ancora riuscito a trovare rimedi validi in grado di risolverli. I “racconti crudeli” di un tempo si sono fatti oggi ancora più crudeli e non accennano a concludersi.
Dopo aver visto il primo film e i due sequel, mi sono sentita perduta, allibita. La scena della presa elettrica di cui mi aveva parlato quell’uomo non c’era, in nessuno dei tre film.
Ho cominciato a provare un’ansia indescrivibile. Pensavo che, forse, nella mia coscienza alberga qualcosa di strano, un punto morto, e mi sono lasciata completamente sfuggire la scena più importante. Ma, quando ho provato a rivedere tutto da capo, non ho ricevuto smentite: quella scena non c’era.
[...]
Voi che siete esperti cinOfili, c'è o no questa scena? O forse è in un altro film/documentario simile?
Ultima modifica: 27/05/20 21:17 da
Lodger
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