Discussioni su Milano calibro 9 - Film (1972) | Pagina 2

DISCUSSIONE GENERALE

93 post
  • Xamini • 2/02/09 18:03
    Call center Davinotti - 545 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:

    Benché la figura dell'immagine correlata al mio pseudonimo (nickname, in italiano demotico contemporaneo) sia indiscutibilmente femminea, la lettera B. sta per "Buono", nome maschile di persona, il cui etimo non credo di dover spiegare, anche se definire Buono il personaggio filmico "Legnani" può ben ricadere, a tutta evidenza, nell'antìfrasi.

    Per penitenza leggerai otto volte, per tre giorni filati, i seguenti approfondimenti:
    1) https://www.davinotti.com/articoli/carla-mancini-e-gli-inafferrabili-csc/132
    2) https://www.davinotti.com/articoli/location-esatte-da-la-casa-dalle-finestre-che-ridono/43

    Ciò fatto, potrai andare in pace.


    AHAH! Impagabile...

    Ps Ora dico una bestemmia: del buon Buono Legnani filmico ho un ricordo tutt'altro che maligno; più una vittima che un "Cattivo"...
  • B. Legnani • 2/02/09 19:46
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Xamini ebbe a dire:

    Ps Ora dico una bestemmia: del buon Buono Legnani filmico ho un ricordo tutt'altro che maligno; più una vittima che un "Cattivo"...


    D'accordo, però l'attenzione per i suoi modelli e le sue costumanze sessuali non erano proprio cose da "Buono"...
  • Cangaceiro • 2/02/09 21:12
    Call center Davinotti - 739 interventi
    Se non sbaglio,a parte quella in cui cerca un aggettivo che lo soddisfi a pieno,c'era(o c'è) all'interno del forum anche un'altra foto del Legnani,ormai sempre più personaggio del momento davinottico...Si potrebbe ritirarla fuori e proporla all'amico Fauno per vedere che succede....(mi scuso per il buffonesco o.t. ma non resistevo).
  • Zender • 20/03/09 09:15
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Renato ebbe a dire nelle curiosità del film:
    E' l'ultimo film di Frank Wolff (insieme a Quando le donne persero la coda), uscito postumo quando l'attore americano si era già tolto la vita. La cosa che non sapevo era che Wolff si suicidò... all'Hilton di Roma, il 12 Dicembre del 1971.
    Oddio, al Cavalieri? Come minimo dedicheremo a lui lo speciale!
    Tu comincia con l'appenderti un suo poster in camera, Renato!
  • Zender • 20/03/09 10:44
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Non la sapevo proprio. Oltretutto in CALIBRO 9 l'ho trovato straordinario, Wolff! Veramente un personaggio magnifico! Checché ne dica il Mereghetti a me le parti con lui e Pistilli son piaciute eccome.
  • B. Legnani • 20/03/09 11:15
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Zender ebbe a dire:
    ... Checché ne dica il Mereghetti a me le parti con lui e Pistilli son piaciute eccome.

    È lo Zender mosca bianca,
    ché di Wolff e di Pistilli
    quei duetti pien di stanca
    lui li vede quasi arzilli...
  • B. Legnani • 20/03/09 12:54
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Renato ebbe a dire:
    Io sono d'accordo con Zender, anche se Di Leo diceva che col senno di poi quelle parti avrebbe dovuto tagliarle. Io le trovo ben fatte ed anche ben collocate, sebbene c'entrino fino a un certo punto col resto del film.


    Sono, a mio modesto parere, parti figlie (o meglio: figliastre) della loro epoca. Ben recitate, ma assolutamente estranee alla trama. Più che una dichiarazione di appartenenza politica, mi paiono una "toppa" per stoppare sul nascere accuse di destrosità. È la loro "gratuità" a rendermele fastidiose e stucchevoli, nella loro ripetitività.
    In analogìa ricordo Placido che in E TANTA PAURA strappa e butta nel cestino IL SECOLO D'ITALIA. L'antifascismo, a mio parere, è una cosa molto più seria di questi mezzucci.
    Ultima modifica: 20/03/09 20:55 da B. Legnani
  • Zender • 20/03/09 14:22
    Capo scrivano - 47787 interventi
    B.Legnani ebbe a dire:
    È lo Zender mosca bianca,
    ché di Wolff e di Pistilli
    quei duetti pien di stanca
    lui li vede quasi arzilli...


    Beh dai,
    siam almen due mosche bianche
    a veder col buon Pistilli
    scene non poi così stanche
    e una lingua senza villi
    Ultima modifica: 20/03/09 22:23 da Zender
  • B. Legnani • 14/04/09 23:31
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Cif ebbe a dire:
    ...è UN FILM politico...

    Chiedo: lo è in virtù dei dialoghi Wolff-Pistilli?
  • Cif • 19/04/09 00:20
    Pulizia ai piani - 17 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Cif ebbe a dire:
    ...è UN FILM politico...

    Chiedo: lo è in virtù dei dialoghi Wolff-Pistilli?


    Carissimi,
    secondo me è un film politico, innanzitutto, come detto per i dialoghi Wolff - Pistilli. Di Leo sembra infatti voler dare un tocco petriano (e Pistilli riesce a fare una faccia da cane bastonato che sembra Volontè!) al film con quelle scene. E' vero, sembrano dialoghi sbattuti lì un pò a forza, però danno un senso quasi pirandelliano alla vicenda: ognuno recita il ruolo che deve recitare, la polizia fa la polizia ovvero abbaia mena le mani, ma fondamentalmente non morde, perchè al massimo sta addosso ai pesci piccoli. Non bisogna mica accanirsi coi ricchi! Teorema ideologico dei tempi (mica tanto sbagliato vista la storia di quegli anni!) per cui la polizia è un'istituzione borghese ed è strumento di conservazione del sistema, quindi (più o meno consapevolmente) non tocca i pupari. La mala fa la mala, ed anche chi vuole uscirne, il nostro buon Moschin non può sottrarsi alla sua vita di delinquente. Poi però (e lì sta il bello del personaggio tratteggiato da Di Leo) si scopre che Moschin da vinto, povera vittima degli eventi ecc. ecc. mostra un protagonismo, una capacità di affrontare di petto la vita e di sfatare le regole e le gerarchie, che nessuno avrebbe sospettato. Insomma sta per uscirne vittorioso alla Kaiser Soze, quando poi ..succede quel che succede con la B.B. nostrana.

    Molto più prosaicamente penso poi che Di Leo abbia voluto, con questa presa di posizione, evitare qualsiasi accusa di costruire una morale fascista (ed effettivamente il rischio di scimmiottare il mito americano dell'ordine e disciplina ci sarebbe potuto essere).
    Cif
  • Tarabas • 16/05/09 12:22
    Segretario - 2069 interventi
    Fresco di visione del film, aggiungo il mio parere, corroborato da quanto dice Di Leo nel documentario "Calibro 9" sul secondo dvd dell'edizione Nocturno.
    Il regista dice espressamente che i dialoghi tra i poliziotti lui li avrebbe tagliati "perchè il film sarebbe stato più compatto", ma che li ha tenuti perchè "erano fatti bene, con un dialogo buono" e quindi "se sono recitati bene poi te li fanno ingoiare".
    Il che fa pensare che qualcuno glieli abbia fatti "ingoiare", probabilmente la produzione.
    Dopodiché, Di Leo dichiara anche di non riconoscersi nel cliché del "commissario protofascista che fa tutto lui e scopre tutto lui" (mentre passano immagini di Maurizio Merli e dell'attore di "Mark il poliziotto"). Quindi questa seconda frase lascerebbe intendere che Di Leo volesse effettivamente marcare una differenza tra il suo film e gli altri.
    Il mio parere è che il film non abbia alcuna lettura politica. A parte i dialoghi suddetti, nulla sappiamo di ciò che accade intorno ai personaggi, nè se vi siano altri motivi che spingano i protagonisti a fare quel che fanno (a parte, ovviamente, il grisbì).
    Il film ha invece una forte connotazione etica, questo sì.
    Ma questo lo leggerete nella recensione ;)
  • Zender • 16/05/09 13:24
    Capo scrivano - 47787 interventi
    A proposito della tua recensione, Tarabas, sono stato costretto a tagliare una frase perché conteneva un chiarissmo spoiler (ovvero rivelava il finale e il motivo su cui è costruito il film). Occhio perché leggere una recensione che svela il finale irrita molti, come noto.
  • Tarabas • 16/05/09 14:16
    Segretario - 2069 interventi
    Zender ebbe a dire:
    A proposito della tua recensione, Tarabas, sono stato costretto a tagliare una frase perché conteneva un chiarissmo spoiler

    Scusa, scrivendola non me ne ero reso conto.
  • B. Legnani • 16/05/09 15:05
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Cif ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Cif ebbe a dire:
    ...è UN FILM politico...

    Chiedo: lo è in virtù dei dialoghi Wolff-Pistilli?


    Carissimi,
    secondo me è un film politico, innanzitutto, come detto per i dialoghi Wolff - Pistilli. Di Leo sembra infatti voler dare un tocco petriano (e Pistilli riesce a fare una faccia da cane bastonato che sembra Volontè!) al film con quelle scene. E' vero, sembrano dialoghi sbattuti lì un pò a forza, però danno un senso quasi pirandelliano alla vicenda: ognuno recita il ruolo che deve recitare, la polizia fa la polizia ovvero abbaia mena le mani, ma fondamentalmente non morde, perchè al massimo sta addosso ai pesci piccoli. Non bisogna mica accanirsi coi ricchi! Teorema ideologico dei tempi (mica tanto sbagliato vista la storia di quegli anni!) per cui la polizia è un'istituzione borghese ed è strumento di conservazione del sistema, quindi (più o meno consapevolmente) non tocca i pupari. La mala fa la mala, ed anche chi vuole uscirne, il nostro buon Moschin non può sottrarsi alla sua vita di delinquente. Poi però (e lì sta il bello del personaggio tratteggiato da Di Leo) si scopre che Moschin da vinto, povera vittima degli eventi ecc. ecc. mostra un protagonismo, una capacità di affrontare di petto la vita e di sfatare le regole e le gerarchie, che nessuno avrebbe sospettato. Insomma sta per uscirne vittorioso alla Kaiser Soze, quando poi ..succede quel che succede con la B.B. nostrana.

    Molto più prosaicamente penso poi che Di Leo abbia voluto, con questa presa di posizione, evitare qualsiasi accusa di costruire una morale fascista (ed effettivamente il rischio di scimmiottare il mito americano dell'ordine e disciplina ci sarebbe potuto essere).
    Cif


    A mio parere la verità, come spesso accade, è più semplice.
    1) Per distinguerlo da produzioni qualunquiste ci hanno ficcato dentro quei dialoghi.
    2) È un noir con sfumature (sfumature, non contenuti) sociali.
    2) I dialoghi in questione possono anche piacere. Per me sono semplicemente fuori luogo, artificiosi e fastidiosi.
  • Zender • 16/05/09 20:03
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Tarabas, ho eliminato il documentario Calibro 9, perché in realtà è uno speciale legato al dvd. Non vorrei che iniziassimo a inserire anche tutti i dietro le quinte, i backstage, i minidicumentari allegati ai dvd o non finiamo più... Abbiamo finora lasciato i corti allegati a certi dvd perchè quelli sono opere a sè stanti, ma di regola gli "studi sui film" li teniamo se sono usciti al cinema o come opere singole.
  • Tarabas • 16/05/09 20:20
    Segretario - 2069 interventi
    Non ne indovino una con questo film...
  • Zender • 17/05/09 10:17
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ahah, ma no invece, è stato utile: primo per ricordare che una delle regole vieta lo svelamento dei finali o di parti chiave nell'ultima parte della trama, secondo per chiarire la questione extra. Sarà il contrappasso per aver messo precedentemente in vago dubbio la parola di chi ti consigliava spassionatamente il dvd (sto scherzando,naturalmente).
  • Tarabas • 17/05/09 14:59
    Segretario - 2069 interventi
    Assolutamente, infatti ho messo il lista acquisti l'edizione gemella Rarovideo di La mala ordina.
  • Cif • 17/05/09 15:26
    Pulizia ai piani - 17 interventi
    Beh, il discorso di B. Legnani è abbastanza convincente. é più opportuno parlare di sfumature sociali piuttosto che veri e propri contenuti. Il nodo credo sia soprattutto il fatto che Di Leo mostra una capacità di entrare nelle dinamiche, nelle relazioni sociali in maniera acuta e mai banale. Certamente paga un tributo al cinema d'impegno di quegli anni, ma segna uno scarto profondo rispetto alle produzioni più disimpegnate dello stesso periodo(non me ne vogliano ma penso in primo luogo ai poliziotteschi di Lenzi, ed alle opere di Milian e Merli più superficiali).
    D'altro canto un noir è fatto di sfumature, il sapere poco del prima, del dopo dei personaggi ecc. è funzionale a evitare il didascalismo o la cronaca romanzata (e sotto questo profilo un'opera come Banditi a Milano secondo me non è perfettamente riucita).
    Lo stesso Di Leo, intervistato sul punto, affermava che la "ricetta" dei suoi film sta nel fatto di gettare lo spettatore nel bel mezzo di una storia (i più dotti parlerebbero di "in medias res"), creando molta attenzione e curiosità sul pregresso, che poi viene srotolato e spiegato lentamente.
  • Tarabas • 17/05/09 15:35
    Segretario - 2069 interventi
    Infatti questo mi pare il senso delle citazioni che ho tratto dall'intervista a Di Leo.