Discussioni su Liberté - Film (2019)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/12/19 DAL BENEMERITO COTOLA
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  • Non male, dopotutto:
    Buiomega71
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Cotola
  • Gravemente insufficiente!:
    Blutarsky

DISCUSSIONE GENERALE

6 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 8/12/19 21:05
    Consigliere
    Giudico de Sade il più grande scrittore mai esistito (per me imprescindibili Le 120 giornate di Sodoma, La filosofia nel boudoir, La nouvelle Justine ma soprattutto e davanti a tutto Juliette o la prosperità del vizio, che giudico il suo capolavoro).

    Questo film mi odora di umori scelleratamente sadiani, sento riverberi di I misteri del giardino di Compton House meets Salò, e di tutto quello cerco in un film (surrealismo, perversioni sessuali di ogni risma, il bosco di notte ad incorniciare il tutto e di più).

    Il trailer mi infervora ancor di più (la donna legata all'albero cosparsa di latte)

    Per ora non esiste il dvd (in nessuna parte del globo).

    Attenderò (im)paziente un'uscita home video imminente, di qualsiasi paese e longitudine.
    Ultima modifica: 8/12/19 21:06 da Buiomega71
  • Capannelle • 16/01/21 14:50
    Scrivano - 3521 interventi
    Un applauso a Bluto per il commento "Come le pile nei giocattoli l'eros non è incluso nella confezione"
  • Cotola • 17/01/21 19:18
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    @ Capannelle

    Hai avuto il coraggio di cimentarti nella visione? 
  • Capannelle • 17/01/21 19:44
    Scrivano - 3521 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    @ Capannelle

    Hai avuto il coraggio di cimentarti nella visione? 
    No e non lo farò ahahah, passavo per caso.
    Devo dire che il riferimento di Bluto calza a pennello a molti film del genero erotico che mancano di sostanza e originalità.

  • Cotola • 17/01/21 19:57
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Hai perfettamente ragione: spesso i film cosiddetti erotici sono depotenziati del loro contenuto più pregnante.
    Quanto a Bluto, la sua notazione è una vera chicca. Credo che ancora mi stia maledicendo per averlo portato a vedere questo film al Torino film festival. Credo che non si fiderà mai più di un mio consiglio cinematografico  ;)
  • Buiomega71 • 15/10/22 10:32
    Consigliere
    Facile accostarlo al Salò pasoliniano (che Serra omaggia nella momento in cui il libertino che assomiglia a Victor Buono, armato di canocchiale, tra i cespugli, si mette a rimirare le azioni scellerate e parafiliache dei suoi simili), che nelle mani greenawayane di Serra diventa una sadiana messa nera girata tutta di notte, in un bosco dimenticato da Dio, con il solo canto dei grilli sullo sfondo (alternato a fruscii di fogliame, di mugolii lussuriosi e di grida di dolore), con inquadrature fisse, campi lunghi estenuanti e i libertini che si muovono tra gli arbusti, sempre infoiati, in un continuo e ininterrotto ravanar di pacco (con masturbazioni maschili non simulate).

    Affascinate nel suo incedere decadente verso i meandri oscuri della libido e della perversione, dove il voyeurismo domina incontrastato, tra sgradevolissime attenzioni omosessuali (sopratutto), vergate e frustate a sangue, ragazze legate ad una pianta e irrorate dal latte, tronchi usati come godemiche, pissing (anche questa pratica non simulata), omicidi, bianchi sederi femminili ispezionati con certosina cura e lo spuntar del giorno che tutto cancella, dirada i notturni spettri dell'oscenità, come se fosse stata una notte fiabesca di scelleratezze ectoplasmatiche, in una potente e vibrante immagine quasi vontreieriana.

    Se la spocchia autoriale di Serra diventa, a volte, fastidiosa, e la noia fa spesso capolino (per ben 132 minuti si assiste alla monotonia di una foresta nera foriera di pansessualità), al regista spagnolo il plauso di aver mostrato i libertini come dei veri e propri freak, esseri spregevoli dalle fattezze mostruose, che fan sembrare il Valletti un damerino.

    Quello gigantesco e baffuto che pare il sosia di Victor Buono, Helmut Berger vecchio decrepito che non si regge in piedi, un gemello di Stefano Dionisi tanto perverso quanto viscido, un'orrendo ceffo da galera che gira per tutto il film con un emblematico e gigantesco pene di pezza legato alla vita e ne prova godimento a farselo maneggiare o a usarlo come spugna per spalmare di latte la vittima femminile, ma sopratutto il libertino più raccapricciante (senza uso di make-up, un attore non professionista che fa parte dell'entourage di Serra) con il volto che sembra devastato dall'acido, gli occhi fuori dalla testa, senza un braccio, che si bea nell'onanismo (nella scena cult/extreme del film) di copiose "pioggie d'orate" sia femminili (gran momento) che maschili, mentre si tormenta a sangue (con un forchettone) il moncherino, che assume i raccapriccianti tratti di una pseudo/creatura cronenberghiana dotata di vita propria.

    Poi è tutta un'infernale sequela di peni mosci e carne olezzosa e flaccida, dove si passa da un'albero all'altro, di una portantina all'altra, disquisendo di libertinaggio (in tedesco, in francese e anche in italiano), senza soluzione di continuità, in un miscuglio allucinato che sta tra la veglia, il sonno, l'incubo, l'irritazione, l'apatia e l'ipnotismo (potrebbe anche essere l'ultimo, estremo, atto finale prima della fine dell'umanità. dove l'uomo, una volta perso tutto, si getta negli istinti più bassi).

    Esteticamente ammaliante (costumi, trucco e parrucco e la fotografia in notturna di Artur Tort), disgustoso per quanto riguarda i suoi scellerati protagonisti (al contrario divine le donne, anche loro possedute dal demone sadiano del libertinaggio, valga per tutte la Madame che si fa vergare con violenza le candide natiche), che mette a dura prova lo spettatore (e non solo per le parafilie, perchè il sesso, o l'erotismo,, così come inteso ai più, non è contemplato, e quì Serra tratteggia perfettamente le coordinate del divin Marchese), in un equilibrio che sta tra la fascinazione del male e la mattonata d'autore.

    Resta comunque un senso di laidezza e di decadente marciume e , senza tanti orpelli o stucchevolezze, Serra, tutto in una notte e nel bosco oscuro, è riuscito a fermare il tempo, trasportando l'incauto spettatore negli umori rancidi e nelle selve cupe del XVIII secolo.

    Senza mezze misure, prendere o lasciare (sia per contenuti-fondamentale amare gli scritti di De Sade-e narrazione sospesa, fuori dal tempo e dallo spazio, che scavalca le regole della convezionalità).

    Ottimo il dvd francese della Blaq Out (purtroppo senza sub di sorta, ma solo con la lingua d'oltralpe, a parte il dialogo tra un libertino e Helmut Beger in un impacciato italiano , dove entrano a forza i sub francesi), rigorosamente uncut, della durata effettiva di 2h, 12m e 05s
    Ultima modifica: 15/10/22 14:15 da Buiomega71