Graf • 29/04/14 02:50
Fotocopista - 908 interventi Lucio Fulci fu allontanato, all'inizio del
1960, dalla regia ormai certa de
Il letto a tre piazze per colpa di un inatteso e inusitato veto di
Totò, un genio universale della comicità ma anche un
Principe di aristocratica signorilità e un uomo conosciuto per la sua spagnolesca generosità verso tutti i colleghi del mondo dello spettacolo soprattutto se in difficoltà….
C'’era qualcosa che non quadrava in questo rifiuto. Che cos'era successo?
E soprattutto, che cosa c’era dietro?
Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore nel loro fondamentale libro
“Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci” si ripromettono di spiegare l’'arcano cercando di scoprire quale tipo di motivo razionale ci fosse dietro un'interdizione così clamorosa.
Così decidono di intervistare direttamente una fonte attendibile che potesse sapere molte cose, vale a dire
Vittorio Vighi, lo sceneggiatore che, in stretta sintonia con Fulci, scrisse quella sceneggiatura di
Il letto a tre piazze che entusiasmò talmente il direttore generale della Cineriz
Franco Magli fino al punto di convincerlo ad affidare a Fulci il ruolo di regista riconoscendogli un compenso pari a 4 milioni di lire che era, per l'’epoca, una signora parcella per un regista alle prime armi e semisconosciuto come Fulci allora era.
Vighi nell'intervista, della quale riassumo il senso, afferma che corrispondeva a verità il fatto che Totò non volle far dirigere
Letto a tre piazze a Fulci e che mise un veto ostativo. La causa era che Totò non fosse stato soddisfatto della regia di Fulci ne
I ladri, il film di esordio del regista romano, nel quale l'attore napoletano interpretava il ruolo di un commissario di polizia dalla furbizia volpina. Sul set ci furono degli screzi e dei seri urti caratteriali tra Fulci e Totò e, siccome il comico napoletano era sensibilissimo ai rapporti umani, mise da allora una croce sopra al suo decennale rapporto di amicizia e di collaborazione professionale con il regista romano. La conseguenza spiacevole fu che Fulci e il suo “clan” furono letteralmente estromessi dal film prodotto dalla
Cineriz e che al loro posto subentrò
il “clan” di Steno il quale modificò la sceneggiatura iniziale senza però stravolgerla del tutto.
Fin qui la dichiarazione di Vittorio Vighi che appare, a mio avviso, piuttosto credibile e verosimile. Essa è riportata a pag. 45 del libro suindicato.
A questa intervista Albiero e Cacciatore aggiungono, però, una
nota esplicativa scritta a
pag.338 prima colonna, stampata in caratteri piccolissimi e quasi illeggibili e che appare piuttosto inquietante e poco rispettosa della memoria di alcuni artisti che hanno fatto la storia del nostro cinema. Per dovere di completezza (si dice così?) riporterò il suo contenuto in modo fedele.
In questa nota a margine Albiero e Cacciatore danno voce allo stesso Fulci che offre la sua versione dei fatti circa l'’ostracismo di Totò nei suoi confronti per quanto riguarda la regia di
Letto a tre piazze.
La ricostruzione dell'episodio è stata possibile grazie alle dichiarazioni rese da Fulci a
Marcello Garofalo nell'opera
Uno, nessuno, cento Fulci, e Una psicanalista per compagna, interviste raccolte da M. Garofalo, in
"Segnocinema", 1993, e grazie all'intervista che lo stesso Fulci concesse a Marcello Garofalo e
Antonella De Lillo e montata in un film di mediometraggio intitolato
La notte americana del dott. Fulci. (Film-intervista che lo stesso
Davinotti ha recensito).
Il libro di Albiero e Cacciatore, in questa lunga nota esplicativa di pag.388, cita le due fonti suindicate e riporta direttamente le parole di Fulci che cerca di chiarire questa strana storia di bandi, ostracismi e presunti tradimenti.
Sintetizzo la dichiarazione del regista romano.
Fulci umanamente rimase molto male dal divieto di Totò …Nel
1962 stava girando dalle parti di Amalfi
Uno strano tipo un (per me) notevole musicarello con
Adriano Celentano; nel cast c’'era anche
Erminio Macario. A quell'epoca, il comico torinese stava interpretando contemporaneamente a Roma un film con Totò e, siccome Macario era un gran pettegolone, Fulci gli disse: “Erminio, perché non chiedi a Totò perché non mi ha voluto nel film
Il letto a tre piazze?” Macario, qualche giorno dopo, si reca a Roma a girare l’'altro film e domanda a Totò quanto chiesto da Fulci. Poi torna ad
Amalfi a girare di nuovo con Fulci e gli rivela: “Sai Lucio, Totò è straconvinto che tu abbia avuto rapporti sessuali con Franca (
Franca Faldini compagna di Totò e amica di Fulci). Fulci rispose che Totò era matto e che lui era solo amico di Franca Faldini.
Fulci non incontrò Totò per due anni (dall'episodio del veto evidentemente…) poi, mentre stava curando la regia di un film con
Franco e Ciccio nel cortile della
De Paolis, Totò, che era lì presente ed era già completamente cieco, riconobbe la sua voce che conosceva bene e lo salutò: “Ueè Fulci, come va?” -“Bene Totò”. Totò e Fulci si siedono uno di fronte all'altro (Totò, in quei giorni, stava girando con Giorgio Bianchi
Totò e Peppino divisi a Berlino..) e cominciano a parlare….
“Lucio, mi dicono che ti sei sposato...” “Si, Totò...” “E mi dicono che hai
due figlie...” “Si, Totò” ...E come sono queste due bambine, Lucio?” ...“Molto piccole ma religiose…. Vanno tutti i giorni in chiesa a pregare che muoia Totò….!”
Ci fu un silenzio agghiacciante. Totò non disse niente, si alzò e se ne andò…
Il regista Bianchi che aveva un tic, si mise a balbettare….
Peppino De Filippo - che era stato un validissimo coprotagonista de il
Letto a tre piazze e sicuramente sapeva la storia del veto - portò Fulci dietro un angolo e gli batté calorosamente le mani….
Da allora il regista romano non vide mai più Totò in vita sua...
Fulci finisce l’'intervista affermando che Totò gli voleva bene come un figlio ma che era un tipo sospettosissimo e ogni azione che considerava un'’offesa alla sua persona se la legava al dito.
Ecco quanto.
Non so quale valore di attendibilità dare alle parole di Fulci che, a detta di Albiero a Cacciatore, amava spesso inventare e ricamare….
Ultima modifica: 24/09/18 02:39 da
Graf
Graf
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