Discussioni su Le radici dell'odio - Film (1987)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/11/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 30/11/19 10:15
    Consigliere - 25998 interventi
    Ex poliziotto, dopo una missione sottocopertura andata malissimo, và alla ricerca della figlia scomparsa in un paesello dello stato del Wyoming , scoprendo così il cuore nero dell'america xenofoba, in una congrega di neonazisti pronta a (e con ogni mezzo) a salvaguardare la purezza della razza bianca.

    Robusto e tesissimo dramma sul tema dell'altra faccia dell'america, quella che vorrebbe spazzare via dalla faccia della terra negri e ebrei, con dogmi tanto cari al terzo Reich.

    Anticipando di un anno
    Mississippi Burning - Le radici dell'odio (l'intelaiatura è pressochè identica, e i nostri titolisti non per nulla le affibbiano il titolo usato come sottotitolo nel film di Alan Parker, visto che questo uscì da noi, solo in home video, con quattro anni di ritardo) e Betrayed-Tradita (l'infiltrata nella comunità nazistoide), la Glatter dirige con polso mascolino (e puntando tutto sull'emotività) una storia dura, senza sbavature, che rimbalza tra il thriller e il poliziesco, tra il dramma e il "nazi movie", con Boothe che si infiltra (e acquista la fiducia) della potente famiglia di neonazisti solo per ritrovare la figlia perduta.

    Agghiaccianti riunioni dove rimbombano deliranti discorsi xenofobi, filmati di come si effettuano gli attentati terroristici, ragazze tenute prigionerie in fetidi tuguri, esaltazioni "ariane", diprezzo per tutto quello che non è "bianco e puro", fino alla resa dei conti finale che non riparmia picchi crudeli e spietati ( Boothe torturato all'albero come John Voight in Un tranquillo week end di paura, sparando alle spalle del propio figlio, il reporter ebreo costretto a scavarsi la fossa da solo, eppoi steso da una brutale fucilata "Stupido razzista fascista di merda!").

    La Glatter, poi, con sensibilità femminea, stocca con due momenti degni di nota: il nazistello che, inconsapevolmente, ascolta in cuffia "No woman no cry" di Bob Marley (non sapendo chi sia, perchè il "fronte di liberazione del movimento nazionalsocialista" vuole i suoi adepti belli ignoranti, un pò come chi odia i negri eppoi si guarda i film di Spike Lee-mi riferisco soprattutto alla 25ª ora- ) e la toccante scena della redenzione del pentimento di Tripp, che dopo aver visto in giro coppie interracial, sputato sulla tomba per disprezzo ai "meticci" e di aver partecipato, forzatamente, ad una funzione religiosa "meticcia", aprirà gli occhi sulla stupidità e sull'insensatezza dell'odio razziale.

    Come quando la famigliola "ariana" vede la partita di football in televisione, sostenendo l'atleticità fisica dei negri, ma bollandoli come intellettualmente inferiori e propensi al crimine (lievi tracce di un futuro Get Out-Scappa)

    La cover della vhs italiana lo spaccia per un filmaccio d'azione da bancarella, in realtà una pellicola intensa e ben realizzata (dallo score del ciminiano David Mansfield alla fotografia di Robert Elswitt), che non rinuncia a brutali scene di violenza, ma che fa dell'approfindimento psicologico e del tratteggio dei personaggi il suo punto di forza.

    Di glaciale fanatismo il leader nazista di Paul Le Mat, e bastardissimo David Caruso nel ruolo dello sgherro senza scrupoli, mentre C. Thomas Howell (in una delle sue migliori prove) si trova diviso (e tormentato) dalla purezza del sangue di "famiglia" e dall'amore per una ragazza che è tutto il contrario di quello in cui lui crede.

    Chiusa finale che mette i brividi (la svastica disegnata dal bambino sulla sabbia).

    Assolutamente da riscoprire, visto che da noi è apparso fugacemente sui polverosi scaffali delle videoteche e presto dimenticato.


    E American History X viene un pò anche da quì.

    Bellissima la canzone sui titoli di coda.

    Quando l'odio esplode nel Wyoming.
    Ultima modifica: 30/11/19 15:06 da Buiomega71