Buiomega71 • 12/04/14 09:59
Consigliere - 25999 interventi Altro giro, altro regalo. E dopo le sorprese narrative di Asia e la conferma di Jennifer Lynch, anche la figlia del sommo Michael Mann travolge come un treno
Afosa e ispida Ami Canaan, che costruisce un thriller torbido e umidiccio, sanguigno e abbagliante, immerso nel putridume, tra looser che non sono più peckinphaniani e paludi che
portarono al cannibalismo anche i nativi. I geni paterni si sentono nell'ariosa fotografia, nel narrato serrato e mozzafiato, nelle musiche quasi rycooderiane di Dickon Hinchliffe, negli scoppi di violenza improvvisa e destabilizzante (il prefinale nella casa è un pugno allo stomaco, con reminiscenze quasi baviane ) e nei ceffi di provincia (immenso Jason Clarke e viscido Stephen Graham) e famiglie disfunzionali (si ritrova una sfatta ma incisiva ex Laura Palmer). Lo script falla in originalità (a Ami sembra interessare di più come raccontare che non cosa raccontare) , ma si respira gran cinema classico che pare uscito dagli anni 80 nelle sacche di un Dennis Hopper o di un Walter Hill.
La silenziosa, inquietante e suggestiva apertura del film sulle paludi, con la Toyota aperta sul ciglio della strada, l'acchiappasogni sullo specchietto retrovisore , la mdp della Mann che accarezza l'aria , basterebbe questo a decretarne il fascino di un film sospeso, duro, robusto narrato di quel cinema poliziesco quasi aldrichiano (chissàperchè mi veniva in mente anche
Grissom Gang) che crea subito empatia e non molla più la presa
Ami, poi, pare danzare più con certo cinema lynchiano, che non con i "noir" paterni
L'aggressione notturna a casa di una ragazza madre, lo "snuff" su audiocassetta, la rissa al bar, le mani mozzate nel congelatore, l'avventurarsi negli acquitrini luridi delle paludi maleodoranti (e covo dei serial killer), lo scontro a fuoco con la polizia e l'inseguimento, le gambe che prendono fuoco, la follia che degenera nel nerissimo pre finale, tutti tasselli di un gioiellino che prende l'encefalo e le viscere
Ma Ami (già adoro questa donna, che dal papà non ha preso solo il cognome o i lineamenti), impreziosisce questa sua opera seconda anche con tocchi quasi fiabeschi (la piccola Chloe Moretz in balia degli orchi, che si racconta filastrocche per far scomparire il "male, hanno un retrogusto quasi kinghiano), straordinaria la sequenza nell'abitacolo del carro attrezzi e commovente l'invito a pranzo del suo tutore (il detective Heigh)
Spettrali e incubotiche le location delle paludi, degne del più agorafobico film horror
Insomma, gran cinema (il piano sequenza circolare nella presentazione della piccola Ann, la straordinaria tempistica suspence mozzafiato quando Ann viene rapita nel market ) che ti prende sin dal titolo iniziale e non ti lascia nemmeno sui titoli di coda (e anche l'Happy end non guasta, a ben vedere)
Tanto intenso e avvolgente quanto sottovalutato e da riscoprire.
Buiomega71
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