Discussioni su La tortura delle vergini - Film (1969)

DISCUSSIONE GENERALE

20 post
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  • Undying • 28/02/08 23:33
    Risorse umane - 7574 interventi
    I Vivi all'Inferno, al posto dei Morti
    Critica all’Inferno dantesco, da parte del gesuita Segneri

    "Non mi state a descrivere nell’Inferno caverne oscure, schifezze stomacose, apparizioni orribili, spade, pugnali, ruote, saette, rasoi, torrenti di zolfo ardenti, bevande di piombo liquido, stagni d’acqua gelata, caldaie e graticole, seghe e mazze, lesine a cavar gli occhi, tenaglie a strappar denti, pettini ad isquarciare i fianchi, catene a pestar le ossa, fiaccole a bruciar le viscere, bestie che ròdano, aculei che stirino, lacci che affoghino, tossici che avvelenino, cataste, cavalletti, croci, uncini e mannaie. Sono questi tormenti spietati si, ma son tali che l’uomo è potuto giungere ad inventarli col suo sapere e a darli con le sue forze. I tori di bronzo (dentro i quali cuocere vivi le vittime) furono invenzione di Perillo, i sedili di ferro furono disegni di Agàtocle; bastò l’ingegno degli egiziani a trovare quell’atroce supplizio di trafiggere le unghie con canne aguzze. Nerone inventò di ammantar gli uomini sotto pelli di fiere, ed esporli ai cani che li divorassero. Masenzio inventò di legare i vivi ai cadaveri dei defunti e dileguarli in putredine…."

    Tutto questo è frutto della mente dell’uomo - conclude il gesuita - quindi le pene dell’Inferno dovranno essere altre, diverse… probabilmente peggiori"....

    Fonte: l’Inferno e le sue Pene, A. Arrighini, Fratelli Melita Editori
    Ultima modifica: 23/02/15 08:30 da Zender
  • Undying • 28/10/08 23:04
    Risorse umane - 7574 interventi
    1969: la risposta europea al cinema americano giocato sulla "visceralità" dell'horror - cagionata dal Blood Feast (1963) di H.G.Lewis - è identificabile in questa tetra (per l'epoca, che oggi si vede ben di peggio) pellicola.
    Decapitazioni, arti mozzati, donne arse vive dopo la "marchiatura" e un'allucinata scena di eye-violence à la Un Chien Andalou (1929): un occhio trafitto da uno spillone.
    Tutto mostrato con compiacimento e dovizia di particolari.

    La promozione, nel circuito di distribuzione USA, previde di fornire agli spettatori appositi vomit-bags (sacchetti per il vomito), tipo quelli deposti negli aerei.
    Ultima modifica: 29/10/08 07:06 da Undying
  • Gugly • 28/02/09 12:43
    Portaborse - 4710 interventi
    Fatemi capire: si tratterebbe di uno snuff movie?
  • Zender • 28/02/09 14:24
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ahah, ma non esistono gli snuff movie Gugly! Anzi, forse esistono in qualche parte del mondo ma di certo non circolano con locandina o vengono distribuiti come il film di Armstrong. Se non vuoi addentrarti nel fenomeno come Schramm (autentico mammasantissima del campo) ti consiglio magari un più semplice 8mm con Cage. Poi ci sono i finti snuff alla Last house on dead end street, ma è un'altra cosa ancora...
  • Gugly • 28/02/09 16:33
    Portaborse - 4710 interventi
    Da certi commenti avevo inteso male...meglio così. No, no, io le scene oltre una certa violenza non le reggo, mi spiace.
  • Undying • 28/02/09 18:21
    Risorse umane - 7574 interventi
    Quel realistico presente nel mio commento (e presumo anche in quello di Ciavazzaro) sta ad intendere che purtroppo il film rispecchia (per difetto) eventi storici realmente accaduti.
    Nel qual caso il triste periodo della "caccia alle streghe", fortemente sostenuto dalla Chiesa Cattolica dell'epoca.
    Ultima modifica: 1/03/09 02:22 da Undying
  • Gugly • 28/02/09 18:23
    Portaborse - 4710 interventi
    Undying ebbe a dire:
    Quel realistico presente nel mio commento (e presumo anche in quello di Ciavazzaro) sta ad intendere che purtroppo il film rispecchia (per difetto) eventi storici realmente accaduti.
    Nel qual caso il triste periodo della "caccia alle streghe", fortemente sostenuto dalla Chiesa Cattolica dell'epoca.



    Ok...potrebbe essere andata anche peggio, peraltro.
  • Ciavazzaro • 22/03/09 12:48
    Scrivano - 5591 interventi
    Originariamente il finale doveva essere apertamente horror,con le vittime dell'inquisizione che vengono a reclamare dalla tomba sotto forma di zombie il corpo dell'assistente (Udo Kier) che anche se ha capito i suoi sbagli e' comunque colpevole.
    Ma adrian Hoven decise che questo finale anche se girato non fosee adatto,e fece in modo di distruggere personalmente tutte le copie del suddetto,che attualmente soppravvive solo nelle foto di scena.
  • Gestarsh99 • 22/11/10 11:58
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Dopo il notevole successo riscosso nel '68 dall'ottimo Il grande inquisitore, forse il miglior film del suicida Michael Reeves, diversi registi europei si cimentarono a loro volta con argomenti quali la caccia alle streghe e la Santa Inquisizione: pensiamo ad autori come Ken Russell (I diavoli) o Jesus Franco (Le demone). Tra i vari cloni, spudorati o meno, la palma di più truce ed orripilante spetta di diritto a La tortura delle vergini, che l'inglese Michael Armstrong codiresse assieme ad Adrian Hoven nel 1970.
    La trama difatti ricorda in più punti quella del suo più degno ispiratore, solo che qui le vicende, anzichè svolgersi in Inghilterra, sono ambientate nell'Austria settecentesca.
    Sempre stando alle proclamatorie frasi che scorrono in apertura, la pellicola riporterebbe tre casi realmente accaduti in Europa tra il quindicesimo ed il diciannovesimo secolo.

    Dopo che, come quotidiana consuetudine, nella pubblica piazza cittadina hanno avuto luogo le condanne al rogo di due sospette streghe, l'inquisitore paesano, zotico ed analfabeta (che ha il volto deturpato di Reggie Nalder), viene sostituito da un altro, inviato dal principe, dotato di maggior fermezza di polso e carisma autoritario (il mefistofelico Herbert Lom). Questi, apparentemente più equo ed umano del precedente, si dimostrerà al contrario subdolo e malvagio: un vero e proprio burocrate della tortura.

    Qui sotto il mostruoso Reggie Nalder, che interpreta l'inquisitore Albino


    Le similitudini con l'opera di Reeves rimangono purtroppo confinate solo al livello contenutistico, poichè formalmente non c'è paragone che tenga tra i due film. Armstrong, più che nella costruzione di un affresco sociale e morale su un fenomeno poco in luce della Storia degli ultimi 500 anni, si sofferma invece nella pura descrizione minuziosa delle varie tecniche di tortura utilizzate all'epoca per far confessare i presunti eretici ed "indemoniati". Il ritmo dell'opera è cadenzato quasi per intero dalle urla di sofferenza dei martirizzati di turno, mentre le atroci sevizie inflitte vengono illustrate con estrema dovizia di particolari, adoperando tutto un campionario di diabolici marchingegni (sedie chiodate, presse stritola-dita, banchi stira-arti, pinze strappa-lingue, arnesi per la marchiatura a fuoco, etc.)
    In questo però non si avverte la cifra malata ed oltraggiosa degli splatter settantiani (vedi Last house on dead end street) ma quella laccata e leggermente ingessata tipica del decennio prima (vedi Herschell Gordon Lewis e Russ Meyer).
    La pellicola vanta una buona fotografia ma rimane un prodotto caciarone (con comparse penose e scene di massa ridicole) senza particolari guizzi registici e non basta la presenza statuaria del glaciale Udo Kier a decretarne la piena validità.

    P.S.: La colonna sonora di Michael Holm presenta curiose assonanze con uno degli score più famosi composti dal nostro Riz Ortolani...altro non aggiungo.
    Ultima modifica: 22/11/10 16:20 da Zender
  • Zender • 22/11/10 16:25
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Te l'ho spedito in Curiosità Gest, ne valeva la pena! Notevole! Solo una cosa: non mettere lo spazio PRIMA dei due punti ma solo dopo, grazie.
  • Von Leppe • 6/11/11 11:23
    Call center Davinotti - 1109 interventi
    Zender, hai corretto talebani con Afghanistan, forse è meglio: se guardiamo a certi integralismi religiosi

    che dici?
  • Zender • 6/11/11 12:04
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Avevo preferito stare più sul vago. Il riferimento è ovvio che è quello :)
  • Stefania • 17/12/11 00:45
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Scusate, vorrei chiedere a Gestarsh99 cosa intende esattamente, nel suo commento, con "finale romeriano". Perché, se si tratta di zombi, morti viventi o simili, nella versione (penso integrale, 93 minuti) della Sinister che ho io... neanche l'ombra!!! Il finale è, casomai, crudamente realistico. Ma è possibile che io mi sbagli, e chiedo scusa in anticipo, ringraziando comunque per l'eventuale delucidazione!
  • Gestarsh99 • 17/12/11 01:27
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    In effetti quel "romeriano" può essere frainteso facilmente.

    No, non mi riferivo chiaramente agli zombi ma

    SPOILER

    alla bruttissima fine che fa il giovane protagonista, l'unico che si era battuto contro il nemico in difesa dei più deboli e che proprio da questi ultimi viene liquidato senza troppe cerimonie, proprio come era accaduto al protagonista de La notte dei morti viventi, ucciso dopo tutto ciò che aveva passato proprio dai suoi simili in quattro e quattr'otto.
    Nel primo esempio filmico il branco popolano sa che l'uomo è innocente ma lo ammazza ugualmente in quanto nobile (ossia complice di casta dell'inquisitore aguzzino Lom).
    Nel secondo esempio filmico si verifica una cosa analoga: il branco di bifolchi, appena vede spuntare il protagonista, capisce che non è uno zombi ma lo fa fuori ugualmente perchè nero, perchè non bianco.
    Nel primo caso il nemico è colui che appartiene ad una casta diversa: non importa che sia colpevole o innocente, deve pagare ugualmente.
    Nel secondo caso il nemico è colui che appartiene ad una "razza" diversa: non importa che sia zombi o che sia nero, deve pagare ugualmente.

    SPOILER


    Mi rendo conto che il parallelismo sia un po' arzigogolato ma quando scrissi quel breve commento mi balzò in mente questo accostamento e volli insertarlo a tutti i costi :)

    Non so se ti è chiara la mia spiegazione.


    Stefania ebbe a dire:
    ...nella versione (penso integrale, 93 minuti) della Sinister che ho io...

    EDIT: Non so se sia dovuto al frame-rate (24 fps) ma la mia copia dura esattamente 01:36:42.
  • Buiomega71 • 17/12/11 10:51
    Consigliere - 25999 interventi
    Sono assolutamente d'accordo con Gest.

    Di solito si cita Romero e si pensa agli zombi, ma romeriano può essere anche un finale disperato, cinico e ruvido, come le chiuse di La stagione della strega o Martin. Lì, di zombi, nemmeno l'ombra.
  • Stefania • 17/12/11 13:55
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    In effetti quel "romeriano" può essere frainteso facilmente.

    No, non mi riferivo chiaramente agli zombi ma

    SPOILER

    alla bruttissima fine che fa il giovane protagonista, l'unico che si era battuto contro il nemico in difesa dei più deboli e che proprio da questi ultimi viene liquidato senza troppe cerimonie, proprio come era accaduto al protagonista de La notte dei morti viventi, ucciso dopo tutto ciò che aveva passato proprio dai suoi simili in quattro e quattr'otto.
    Nel primo esempio filmico il branco popolano sa che l'uomo è innocente ma lo ammazza ugualmente in quanto nobile (ossia complice di casta dell'inquisitore aguzzino Lom).
    Nel secondo esempio filmico si verifica una cosa analoga: il branco di bifolchi, appena vede spuntare il protagonista, capisce che non è uno zombi ma lo fa fuori ugualmente perchè nero, perchè non bianco.
    Nel primo caso il nemico è colui che appartiene ad una casta diversa: non importa che sia colpevole o innocente, deve pagare ugualmente.
    Nel secondo caso il nemico è colui che appartiene ad una "razza" diversa: non importa che sia zombi o che sia nero, deve pagare ugualmente.

    SPOILER


    Mi rendo conto che il parallelismo sia un po' arzigogolato ma quando scrissi quel breve commento mi balzò in mente questo accostamento e volli insertarlo a tutti i costi :)

    Non so se ti è chiara la mia spiegazione.


    Stefania ebbe a dire:
    ...nella versione (penso integrale, 93 minuti) della Sinister che ho io...

    EDIT: Non so se sia dovuto al frame-rate (24 fps) ma la mia copia dura esattamente 01:36:42.

    Ah, certo, in questo senso sì, è perfettamente legittimo l'accostamento a Romero, e il parallelismo tra i due film, per quanto un po' arzigogolato, o meglio non proprio immediatamente evidente, è comprensibilissimo.
    Personalmente, avevo piuttosto rilevato, nel finale, un rimando interno, una morale radicalmente pessimista: l'equiparazione tra la ferocia della massa e la ferocia dei torturatori del Braccio Secolare.
    Perciò, la totale disfatta della ragione e della giustizia.
    Mille grazie, comunque!
  • Gestarsh99 • 18/12/11 00:29
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Stefania ebbe a dire:

    Personalmente, avevo piuttosto rilevato, nel finale, un rimando interno, una morale radicalmente pessimista: l'equiparazione tra la ferocia della massa e la ferocia dei torturatori del Braccio Secolare.
    Perciò, la totale disfatta della ragione e della giustizia.
    Mille grazie, comunque!



    Anche per me è un film irrimediabilmente pessimistico, basta guardare all'impunità totale di chi sappiamo noi (evito di spoilerare).
  • Gestarsh99 • 25/10/12 00:53
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Il Gobbo ebbe a dire:
    Ineffabile nell'edizione Sinister la presentazione di Cozzi che in virtù del cast connota il film come "argentiano"


    Argentianissimo, impossibile negarlo... :D

    Io invece ho sempre pensato al film come ad una versione de Il grande inquisitore diretta però da Herschell Gordon Lewis.
    Ora so che mi sbagliavo: è La locandiera diretta da Argento!
  • Il Gobbo • 25/10/12 23:06
    Segretario - 765 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:


    Argentianissimo, impossibile negarlo... :D

    Io invece ho sempre pensato al film come ad una versione de Il grande inquisitore diretta però da Herschell Gordon Lewis.
    Ora so che mi sbagliavo: è La locandiera diretta da Argento!


    :-)) game, set, match
  • Caesars • 11/06/18 15:43
    Scrivano - 16811 interventi
    Imdb riporta come co-regista, uncredited, Adrian Hoven.