Greymouser • 9/06/10 19:15
Call center Davinotti - 561 interventi Zender ebbe a dire:
Se devo dire la verità la recensione non mi è piaciuta affatto, mi sembra scritta da qualcuno che si aggrappa alla lingua e alle risorse della propria cultura per gettare fumo negli occhi, e che quando entra davvero nel merito individua proprio una delle scene più infelici.
E' tutto esatto quel che dici, Zender. Infatti avevo letto a suo tempo la tua disamina della recensione, e l'analisi mi aveva trovato perfettamente d'accordo.
Voglio però sottolineare, a scanso di equivoci e note suscettibilità, che il motivo del mio giudizio negativo a quella recensione non sta per nulla nel fatto che esalti un film che invece a me non è piaciuto.
Il problema non sta nel consuntivo della recensione, per cui si capisce, alla fine, che a Nazzaro il film piace. Ma nel "come" e con quali argomenti il critico porta avanti la sua tesi.
Ora, chiunque può dire, anche al bar, che un film gli è piaciuto o meno. Ma uno che fa il "critico di professione" lo deve motivare. E il modo di motivare di Nazzaro mi è parso - lo ribadisco - velleitario e inconsistente.
In quella recensione, ho notato, non si scende quasi mai nel merito del film di Argento (tranne che per 'sta famosa scena della sparizione, che ormai, scusatemi, mi ha fatto i marroni à la julienne...), ma si stende una cortina fumogena fatta di espressioni come questa, che ricito ad esempio:
"La terza madre si ritrova a bilanciare con un'urgenza e un'immediatezza rara la violenza insurrezionale della pulsione neorealista con l'aspirazione al puro fantastico mèlièsiano"
Ora, mi dica qualcuno cosa significa, e soprattutto cosa significa in relazione al film di cui si parla. Mi si indichi quali elementi del film corrispondono a questa iperbolica affermazione...
Per me, a quel punto, il critico poteva tirare in ballo "l'occhio della madre" e "il montaggio analogico"...
Così, magari, qualcuno poteva saltar su come Fantozzi e gridare ciò che sappiamo...
Scherzi a parte, io penso che ci voglia più rispetto per l'intelligenza del pubblico, anche da parte di alcuni critici. Mi dispiace di aver parlato di Nazzaro, verso il quale ovviamente non ho nulla; ma è stato solo un esempio preso da questa discussione, e infatti di esempi avrei potuto farne molti altri.
Preciso infine in modo netto che lo scopo di questi miei ultimi interventi non era di ritirare in ballo "La terza madre", di cui si è dibattuto ad nauseam; era invece mia intenzione e speranza quella di suscitare una discussione serena, ma sincera, sull'essenza della critica cinematografica.
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