Discussioni su La terza madre - Film (2007)

DISCUSSIONE GENERALE

  • Rebis • 22/07/10 13:40
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Grazie per i chiarimenti Fauno, credo di aver capito il tuo punto di vista.

    Comunque la versione passata da Iris alle 22,45 era (ingiustificatamente) TAGLIATA in tutte le sequenze splatter, un vero macello: senza gli FX ultragore sembrava un film per la TV :D
  • Von Leppe • 26/08/10 10:25
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    Non lo difendo strenuamente, ma mi piace vederlo.
  • Zender • 3/12/10 19:16
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Dal post location del film:
    Come giustamente diceva M. SHANNON, la sequenza iniziale con il ritovamento dell'urna è girata al Cimitero di Andezeno (TO).
    Qui vediamo la scritta che depista su Viterbo:



    NdZender: Trovare il punto esatto dove è scavata la buca da cui viene estratta l'urna e quindi dimostrare che il posto fosse davvero quello non è stato facile, anche perché esiste solo la foto satellite dall'alto.
    Cominciamo a vedere il paese di Andezeno, che si presenta proprio così come si vede dal cimitero. Ma c'è uno stacco, e quindi niente assicura ancora che il cimitero è quello.




    Per capire esattamente dove siamo, nel cimitero, è stato necessario guardare attentamente la scena e ricostruire la forma dell'edificio confrontandola con la foto da sat. Qui abbiamo l'aiola interna A e l'angolo dell'edificio B che ci permettono di capire, mentre con la D è rappresentato l'angolo di ripresa della prima carrellata (dove sta scritto "cimitero di Viterbo"):




    Qui sotto vediamo ora la buca (indicata nella mappa sopra con la freccia rossa) da cui viene estratta l'urna, mentre con C notiamo un altro importante punto della vista dall'alto):



    Aggiunge Tattoo:
    Ecco la foto, scattata quasi due anni dopo le riprese del film, durante un tour location argentiano. Ecco l'entrata incriminata:



    Rimasi di stucco nel vedere ciò che mostra la foto qui sotto: la fossa sembrava esser coperta di recente, con la terra ancora smossa e con fiori freschi adagiati sopra... Si trattava forse di uno stravagante omaggio alla Mater da parte di qualche adepto?!
    ah ah...


    Effettivamente la cosa ha dell'inquietante :)
  • Lucius • 23/02/11 13:28
    Scrivano - 9063 interventi
    Un articolo che svela le fonti di ispirazione di Argento per la realizzazione del film:
    http://www.cinetudes.com/LA-TERZA-MADRE-di-Dario-Argento-2007_a234.html
    Ultima modifica: 23/02/11 13:38 da Lucius
  • B. Legnani • 19/10/17 21:22
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Deep, scusa disturbo. Leggo le tue righe e vede che hai dato 3 palle. E' giusto?
    Grazie e ciao.
  • Deepred89 • 19/10/17 21:40
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Deep, scusa disturbo. Leggo le tue righe e vede che hai dato 3 palle. E' giusto?
    Grazie e ciao.


    Direi di no. Rileggendo andrei a 2 e mezzo. Grazie Buono!
  • Siska80 • 28/01/21 14:02
    Comunicazione esterna - 668 interventi
    Bah, a me è sembrato una sorta di sequel di Omen, nemmeno originale, se vogliamo: le scimmie impazzite appaiono nel remake del primo capitolo, i cimeli malefici nel secondo (i coltellacci e le statuine qui, le spade e il murale là). La follia in strada riprende quella in interni dell'ultima parte de La Chiesa (sempre con Asia), così come l'atmosfera lugubre, con l'aggiunta di crimini vomitevoli (il primo è l'eccesso per eccellenza) e orge (ma già da tempo Argento calcava la mano con sesso e sangue). eno peggio di ciò che mi aspettavo, ma il fantasma è fuori contesto, il finale scopiazzato malamente addirittura dal videogioco "Wolfenstein" e la Mater Battorum...Vabbè, in nomen omen.
  • Lucius • 22/06/21 13:46
    Scrivano - 9063 interventi
    Per Zender. Al min. 3.23 c'è un'immagine della villa per verificate:
    https://www.youtube.com/watch?v=E43j5lz3v20
    ma l'indirizzo esatto quale sarebbe?
  • Zender • 22/06/21 15:31
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Non si possono prendere.
  • Buiomega71 • 19/02/22 11:02
    Consigliere - 25934 interventi
    Tuttargenteria (quel che rimane di Dario Argento)

    Solo a sentire nominare l'Elena Markus di Suspiria (eliminata da una ballerina americana di nome Susy Bannon(sic!)), Mater Tenebrarum che dimorava a New York, il passo del libro di Varelli fatto leggere da Phippe Leroy (guarda caso in carrozzina) a Asia (lo stesso che apriva Inferno, letto da Irene Miracle) e vedere i disegni architettonici delle dimore delle tre Madri progettate da Varelli, si allarga il cuore e l'emozione si fa carne viva.

    Argento ritorna nei meandri delle due sue fiabe oscure ed è subito una valanga di emozioni argentiane che ti arriva addosso, con i rimandi a TUTTO il suo cinema (da Opera in giù) che avvolgono come in una morsa, in quello che è una summa argentiana in toto, proprio come lo era Nonhosonno.

    L'unica colpa e che lo ha realizzato troppo tardi, perdendo l'impietoso confronto con due monumenti come Suspiria e Inferno, e così il tanto vituperato La terza madre diventa una deliziosa "sorellina minore", pregna di quella furia e di quella sublime poesia di morte che è il cinema di Dario Argento. Vero che , ormai, la raffinatezza visiva che contraddistingueva il dittico, quì. viene a mancare, ma anche vero che il cinema di Argento, nel frattempo, ha subito un "involuzione", e dalle putride fiabe nere intinte in cromatismi irreali, fatte di scenografie liberty e anfratti bui e maleodoranti, si passa alla crudezza e alla visceralità più carnale (non per nulla i delitti sono più da "macelleria", non per nulla, nella trilogia, entra il sesso e la perversione quasi sadiana ).

    Asia . all'inizio, si toglie le scarpe per sfuggire al male (come Irene Miracle se le toglierà in Inferno per immergersi nella stanza sott'acqua), nello studio di restauri antichi un occhio si sbarra nel buio (Profondo rosso, Suspiria), lo straordinario pedinamento in treno con montaggio e piani sequenza mozzafiato (Nonhosonno), Leroy che , con un particolare divaricatore oculare, ispeziona l'occhio di Asia (Opera) in cromatismi verdi degni del Tovoli di Suspiria, Asia, che, dentro alla cabina telefonica guarda la finestra illuminata di una profonda luce rossa al terzo piano, mentre avviene il macello delle due lesbiche (Profondo rosso, e quì ho avuto un erezione!), la vasca dei resti umani di Phenomena, la decadente e fatiscente dimora di Mater Lacrimarum altro non è che la "villa del bambino urlante", Asia che sente le urla più si addentra, sempre più, nella dimora dell'assassino (Jennifer nella casa degli orrori di frau Bruckner), Adam Jones  usato come strumento del male (Stefania Casini, I morti incontreranno i vivi, e i vivi i morti), Asia in taxi di notte trasportata verso il male (la Harper in Suspiria, la Giorgi di Inferno), il meccanismo per aprire le porte dell'inferno (Iris, gira quello blu), il poliziotto legato e torturato (Phenomena), o che impazza sparando (con l'occhio fatto saltare al barbone) come Urbano Barberini in Opera, la bellissima sequenza in libreria (la Giorgi in Inferno), la terribile scimmietta (l'altra faccia di Inga), la chiusa liberatoria in una Roma quasi post atomica e assolutamente irreale (il sorriso  finale della Harper mentre bruciano le streghe).

    E poi i delitti, furiosi, sanguinari, viscerali, spietati, di una crudeltà mai raggiunta prima da Argento (forse in Pelts), dove la stilizzazione, la coreografia quasi da musical, e la bellezza dell'omicidio, lascia il posto ad un sadismo insistito quasi fulciano.

    La Tassoni con la bocca devastata e strangolata con i propri intestini, il feroce macello su Udo Kier da parte della sua perpetua (che prima maciulla il suo bambino) e sucidio annesso, la strega nipponica con la testa spatasciata dalle porte del treno, ma su tutti il sadicamente meraviglioso e spietatissimo massacro delle due lesbiche, mix delirante e violentissimo tra l'incipit idimenticabile di Suspiria (Eva Axen, Susanna Javicoli) e l'uccisione di Mirella D'Angelo e Mirella Banti in Tenebre, con in più un sadismo di una efferatezza inaudita (occhi perforati, impalamenti, e nell'agonia di Valeria Cavalli, Mater Lacrimarum le lecca via le lacrime). E se ci si fa caso, la posizione della Cavalli è del tutto simile a quella della D'Angelo, fotografata da morta, in Tenebre.

    La nuova Mater Lacrimarum è sexy e spietatissima (Argento ammanta di sesso corrotto e carnale quello che in Suspiria e in Inferno era totalmente assessuato, come le lesbiche di Tenebre solo nominali, quì fanno all'amore), di una lascivia e di una perversione sessuale quasi sadiana (cannibalismo, orge al sangue, lingue tagliate per procurarsi piacere, la yuzniana pigofilia, la schiena scorticata) e mette davvero i brividi, cugina non troppo alla lontana di Ania Pieroni,  così come è inquietante la strega giapponese che insegue Asia (Jun Ichikawa). E vedere la congrega di streghe per le viuzze notturne di una Roma lunare, ancestrale e incubotica, regala altre suggestioni argentiane.

    Cosa non è poi la musica di Simonetti, che, nei frangenti più clou, fa risuonare la ost di Keith Emerson composta per Inferno, dagli effetti gore di impressionante iperrealismo di Stivaletti, fino alla fotografia di Frederic Fasano, che dona tracce dei migliori lavori argentiani.

    Il fantasma/guida della Nicolodi (ma molto toccante quando Asia guarda, piangendo, le foto della madre da giovane), alcune discutibili scivolate nella CG da commodore 64 e l'apocalisse romana un pò poveristica (nonchè una chiusa un pò frettolosa, la tunica dannata tolta alla Mater da Asia lascia a desiderare), sono solo orpelli che non intaccano più di tanto questo (inaspettato) e esaltante ritorno di un Maestro, che, col senno di poi, facevo male a giudicare ormai perduto (dopo quella robaccia di Dracula 3d e l'imbarazzante Il fantasma dell'Opera).

    Sarà che sono entrato subito nel mood argentiano dopo il pessimo incipit stile Alla 39° eclisse, ma ho rivissuto le stesse emozioni e le stesse sinfonie dell'Argento che fu con tutte quelle estasiatiche autocitazioni e quei continui rimandi alle sue opere passate (nel Fantasma dell'opera le cercavo a forza per trovarci almeno un barlume, quì mi sono venute addosso, come una valanga, senza chiedere), eppoi quel brutale e disumano doppio delitto sulle due lesbiche (lì ho avuto un argenteo orgasmo), tra le cose più belle firmate dall'ultimo Argento (al pari dell'incipit ferroviario di Nonhosonno) che si credeva finito.

    Dopo Nonhosonno un'altra immensa antologia tutt'argentiana

    Imperfetto e molto meno "sinfonico" dei due capolavori che lo hanno preceduto, ma palpitante di (parecchi) sussulti irreversibilmente argentiani.

    Quello che si vede non esiste, quello che non si vede è la verità.
    Ultima modifica: 19/02/22 17:07 da Buiomega71
  • Zender • 16/07/22 17:14
    Capo scrivano - 47726 interventi
    A cosa mi serve Lucius?
  • Lucius • 16/07/22 19:40
    Scrivano - 9063 interventi
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