Discussioni su La tavola fiamminga - Film (1994)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/09/15 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 19/09/15 10:00
    Consigliere - 25934 interventi
    Il cinema di Jim McBride (se escluso quel gioiellino pulp-fumettoso che e All'ultimo respiro) proprio non riesce a carburare

    Così così The Big Easy, bruttissimo il suo "vampire movie" Blood Ties, banale e convenzionaleThe Informat, quasi insopportabile Vampate di fuoco (mi mancano all'appello i suoi due primi film, Glen and Randa ma soprattutto Nell'eccitante attesa dell'accoppiamento armonico

    Anche in questo thriller all'acqua di rose (girato a Barcellona), McBride non si smentisce e manca quasi completamente il bersaglio

    Il suo gusto melomane non si discute (la bellissima "Mupepe eh yaya" che apre il film mette il fuoco addosso), ma poi (come e quasi di prassi nel regista newyorkese) le situazioni sessuali (cunniligus/interruptus, fotoalbum hot delle studentesse-e non solo-, milfone ingrifate, coppie che amoreggiano nei parchi di Barcellona, tentati stupri assai ridicoli, ganzi e manzi, statuine sporcaccione e ardenti passioni amorose) prendono il sopravvento (anche se non c'è nulla di scandoloso, ma più indirizzato sulla commedia) e la sottotrama gialla (un dipinto fiammingo del 500, restaurato dalla Beckinsale, che raffigura un conte borbone mentre gioca a scacchi con un cavaliere francese, assistiti dalla moglie del conte, amante del cavaliere, rappresenterebbe un delitto irrisolto, celando una frase in latino: "Chi ha ucciso il cavaliere". Intanto, qualcuno, decide di uccidere le persone vicine alla Beckinsale, usando il modus operandi di una partita a scacchi) e quanto di più banale e insulso possa offrire un thriller, con un brutto finale al castello e al risibile e fiacco movente dell'assassino

    Non basta lo stallone tamarro di Peter Wingfield che ricorda il Richard Gere di All'ultimo Respiro, non bastano alcune atmosfere torride che rimandano a The Big Easy e non bastano la movida notturna tra discoteche e una Barcellona molto simile a una New Orleans a portare McBride sulla retta via

    Personaggi intrisi di luoghi comuni (il vecchio gay, la donna di mezza età ancora vogliosa di carne giovane, lo zingaro burbero e strafottente dal cuore d'oro, il vecchio nobile ammalato accudito dalla nipote, e dal suo ganzo, avidi di denaro, l'ottuso ispettore di polizia), flashback medievali che sfiorano il ridicolo

    La traccia gialla e lasciata allo sbando, e a McBride interessano più le tettine di una giovanissima (e di incantevole bellezza) Beckinsale, che starnutisce (?) ad ogni situazione erotica

    McBride coglie una Barcellona a vole arcana, a volte luminosa, a volte minacciosa e nelle scene notturne della fuga della Beckinsale tra i vicoli della città (tra tossicodipendenti e storpi) mi ha ricordato qualcosa della sicilia di Comma 22

    Tolta la magnifica fotografia di Affonso Beato, qualche sonorità che ti entra nella pelle (l'inizio) e la sinuosità della Beckinsale (che fanno salire il pallinaggio a un ** striminzito) resta davvero pochino, in questo gialletto sciapo e ben poco coinvolgente

    Almeno non ci si annoia più di tanto (ma più per l'agire dei personaggi nelle discoteche o per le vie della città, non certo per la loffia pista gialla)

    Secondo Il Mereghetti: un giallo come non se ne fanno più, e meno male, aggiungerei...
    Ultima modifica: 19/09/15 13:04 da Buiomega71