Discussioni su La preda - Film (1991)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/02/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 14/02/20 10:56
    Consigliere - 25937 interventi
    6 serate con i thriller da discount.

    Quì, però, si và ben oltre al solito thrilleretto da discount straight to video, perchè Hunting è puro film d'autore di un regista talentuoso (con passato da cantante, musicista e pittore e scultore a tempo perso) che nulla ha a che vedere con i gialletti paratelevisivi (senza nulla togliere).

    Essì, perchè il cinema di questo originale e personalissimo regista australiano mira in alto, è ambizioso, barocco, sofisticato e visionario.

    Tra gli estetismi patinati di un Adrian Lyne e la narrazzione bizzarra di un Nicolas Roeg, passando per il Robin Hardy di The Fantasist fino alle tavole flou di un Just Jaeckin.

    Gran cura formale per le immagini (bellissima e altamente suggestiva la fotografia di Dan Burstall) e per il comparto musicale (musiche tribali, cori di chiesa e gran pezzi nella colonna sonora), dagli interni lussuosi e cupi, barocchi e oscuri (una cucina con resti di coniglio appesi, le stanze plumbee e lussureggianti, candele, monitor voyeuristici, scalinate, ville di campagna faraoniche).

    Ma non è solo il gusto estetizzante di Howson e la sua ricerca visiva a fare colpo, perchè la storia d'amore (e di morte) tra la bella segretaria con marito fallito a carico e il ricchissimo John Savage (in un dei suoi ruoli migliori, mefistofelico magnate della finanza che gioca con gli affetti e con le persone, viscido e repellente doriangray che crede di comprare tutto con i soldi, capace di minacciare di uccidere i figli del senatore che deve tirarlo fuori dai guai, e il giorno dopo ad essere in televisione per contribuire a Telethon, circondato da bambini affetti dal cancro, con finte lacrime e ipocrite donazioni) si ammanta di un'atmosfera angosciante e fosca, dove la donna prima cede ai suoi corteggiamenti, poi cade nella sua trappola: costretta a tirar di coca, seduta sul letto a gambe incrociate che giocherella un teschio in mano sullo stile Andrò come un cavallo pazzo, zittita o ignorata, trattata peggio di una sguattera, tradita-con la sua migliore amica, che tanto amica non è, mentre Savage se la sbatte sotto i suoi occhi, fino all'aborto, al punto finale di non ritorno.

    Speziato da onirismi (gli incubi di Michelle bambina, tra padri morti, funerali con misteriose donne velate, lei vestita da sposa con la pistola in mano, la piscina che si fa rosso sangue mentre lei nuota) degni del miglior Nicolas Roeg, sino alla vendetta femminea dove il dramma romantico maledetto si colora di riverberi thriller.

    Un brutale e "silente" stupro sulla tavola con commensali coinvolti, fa scattare nella donna (con il corpo ricoperto di lividi) il lato "rape & revenge" della vicenda, dove il finale sconfina nell'horror "fiabesco", con la proiezione grottesca della donna allo specchio.

    Una falena che svolazza intorno ad una candela fino a bruciarsi, il marito costretto a spararsi in bocca, lo sputo in faccia, mentre lei passa la notte brava tra feste aristocratiche e discoteche all'ultima moda, rapita dal fascino mellifluo del luciferino riccastro di Savage, il marito, diperato, si guarda La vita è meravigliosa in tv, una vita "meravigliosa" che sà di fiele, tra ricatti, eliminazioni, umiliazioni, narcisismi patologici e rivalse uterine che finiscono nel sangue.

    Opera inusuale, per come è girata e per come affonda il coltello nelle pieghe del lusso, della perdizione e della manipolazione.

    Il talento di Howson è fuori discussione e si va ben oltre al semplice filmetto da bancarella, in qualcosa di completamente diverso.

    Straordinaria la performance della Armstrong (che sgrana spesso quei due occhioni da cerbiatta, che sia per lo stupore, per l'innamoramento, per la rabbia o per la vendetta), un giovanissimo Guy Pearce nel ruolo di una losca guardia del corpo e John Savage che si lava via le sue marchette, in una parte diabolica, subdola e untuosa che stà tra il Gordon Gekko di Wall Street e l'Al Pacino de L'avvocato del diavolo.

    Contribuiscono alcuni scorci poco turistici di una Melbourne trasognata e uggiosa, spettatrice di un gioco pericoloso di seduzione e morte.

    Ha tutti i crismi di un piccolo cult movie da maneggiare con cura.
    Ultima modifica: 14/02/20 20:32 da Buiomega71