Buiomega71 • 15/08/19 10:31
Consigliere - 25998 interventi Rassegna estiva:
Melò d'agosto-Un'estate melodrammaticamente melodrammatica
Hustoniano fino al midollo, picaresco e cinico quanto la stazza del suo autore.
Durante la visione avevo riverberi da
La regina d'Africa, dell'
Anima e la carne, fino all'
Uomo che volle farsi Re, dove l'Huston più avventuriero si mischia con i tormenti dell'anima e le passioni della carne, non dimenticando mai la sua disincantata ironia, spesso acida , spesso beffarda.
Sempre grande cinema quello dello zio John, che quì si adatta al testo tennesseewilliamsiano per raccontare la guerra dei sessi, di un uomo perdente in un nido di vipere, in quel Messico tanto caro all'autore di
Sotto il vulcano.
Huston, spesso con il suo sorriso sornione stampato sulla faccia, presenta un nugolo di femmine che tengono in pugno la situazione, dalle sfaccettature intensissime (si và dalle seduzioni insistenti di una Sue Lyon capricciosa, viziata, pericolosamente femmina, consapevole dell'erotismo che sprigiona e della sua irresistibile bellezza da Jezabel ammaliatrice, dalla austerità bigotta della Hall, lesbicona -in-consapevole , dalla carnalità sanguigna della Gardner, fino alla dolce e risoluta verginità della Kerr), in un gioco al massacro fatto di cattiverie, ripicche, minacce, gelosie, passioni e una non poco larvata tensione erotica che sembra sempre lì lì per esplodere.
Burton (quì straordinario), che dal pulpito della sua chiesa se ne esce con un discorso delirante che fà fuggire i fedeli, un autobus malconcio che sembra uscito da
Vite vendute, un messico intriso di magia e "perdizione", dei ragazzini messicani che inalzano tra le mani le iguane al passaggio dei turisti, eppoi tuoni, fulmini, iguane legate ad una corda, Burton imprigionato su un'amaca che pare posseduto, un vecchio e le sue poesie prima di esalare l'ultimo respiro, una covata di gallinacce zitellone e petulanti, Burton tra crisi mistiche e sbruffonate da misero avventuriero, tensioni erotiche e tentazioni difficili da ignorare.
Nella sua struttura teatraleggiante, Huston non ci và giù leggero (dove , all'epoca, da noi, si beccò un divieto ai minori di 18 anni): minorenni in fregola, tensioni lesbo, la Gardner che se la fà con due indigeni virgulti personali toy boy (grande la sequenza dei baci appassionati a tre nel mare di notte), i racconti surreali della Kerr tra molestie al cinema vedendo un film con la Garbo e puro feticismo, Burton che orina sulla valigia della Hall, il ballo scatenato della Lyon sulla spiaggia con i messicani, la nuotata insieme a Burton, l'infilarsi nella sua stanza da letto, un prete "spretato" che non rinuncia a farsela con una minorenne.
La liberazione dell'iguana, i magnifici titoli di testa con il rettile che troneggia altezzoso, la camminata a piedi nudi sui cocci di vetro, i dialoghi a volte straordinari e la sequenza di boxe a ritmo di musica messicana, indissolubilmente hustoniana fino al midollo.
Paga pegno una certa statiticità in alcune parti (il vecchio e le sue poesie prendono per sfinimento), ma è l'Huston febbrile , sanguigno e sarcastico che mi ha fatto amare incondizionatamente capolavori come
L'uomo che volle farsi Re e
L'uomo dai sette capestri.
Grande fotografia (ma cosa lo dico a fare) di Gabriel Figueroa e Sue Lyon toglie davvero il sonno, dove io stesso , mentre seduceva sbarazzina Burton, ho avuto "risvegli" nelle parti pudiche, con quel fare da viperella lolitesca e con le infrandito in mano, davvero difficile resistere a cotanta disinibita femminilità sbattuta impunemente in faccia, dove se ne sentono gli odori e gli umori.
Come il Noè della
Bibbia Huston traghetta i suoi personaggi in un avamposto esoticheggiante (un motel perso nella giungla messicana) lasciando che i loro umori (e le loro delusioni/repressioni) escano allo scoperto, in un palcoscenico di rara e viscerale emotività.
Afoso, tempestoso e avvolgente melò sui generis, tra i migliori del grande zio John.
Menzione speciale per Grayson Hall, terribile arpia minacciosa, che freme per le grazie invitanti della smutandata Sue Lyon, scaricando la sua frustrazione sul povero reverendo di Richard Burton.
Homesick, Lucius, Rocchiola, Daniela, Buiomega71
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