Buiomega71 • 28/03/18 10:51
Consigliere - 25999 interventi Miniciclo:
Quegli amori balordi
Capitolo quarto:
tra le spire di lolita
Immerso nell'afosa e assolata cornice della Costa Azzurra e abbagliato dai folgoranti nudi integrali (e generosi) di una Kaprisky al massimo dello splendore,
La Medusa è un viaggio tra le spire di una lolita silfide e diabolica, pianificatrice maligna e subdola, che saltella tra amori incrociati e non poco balordi (un uomo maturo sposato con figli, e amico della madre separata-Perrin-c'ha una relazione con lei appena sedicenne, però lei ci gioca, lo tratta come un gioppino, lo prende e molla a suo piacimento, poi c'è il seduttore della madre-Giraudeau-un viveur che, nel tempo perso, fà il pappa-di cui la giovane viperella perniciosa si incapriccia, ma lui la rifiuta trattandola come una bambina viziata, preferendole le grazie mature della madre -significativa e beffarda, in questo senso, la scena del luna del Luna Park- e che scatenerà della ragazza invidie e gelosie, tentando, inutilmente, di entrare in competizione amorosa con la madre)
Sullo sfondo "esoticheggiante" , tra spiaggie, mare e dispendiosi topless (tette, tantissime tette al vento), la piccola serpe tenterà il tutto e per tutto, prima giocando con l'uomo maturo sposato e un pò coglione (concedendosi per poi umiliarlo), giocando a "tre" in una stanza d'albergo con una coppia di sposini tedeschi (nonostante i nudi, il film è piuttosto casto nelle scene di sesso), dopo un ballo in discoteca non dissimile da quello della Maruschka Detmers in
Diavolo in corpo, per poi tessere "tele" per far cadere in trappola la nuova fiamma della madre, che sfocerà nel dramma dopo il secco rifiuto di lui.
Un prefinale che vira quasi nell'horror della follia femminea, con la Kaprisky che balla tuttanuda in stato allucinatorio e febbrile stile polselliano su uno yatch di notte, sulle note di una terribile canzone tedesca (come la danza di Salomè, e non per nulla l'amante della madre la soprannomina Salomè, appunto), in un delirio visivo/sonoro che sfocia nei lidi "animaleschiassassini" di una "natura contro" (l'implacabile attacco notturno delle meduse)
Già la Kaprisky viene morsa al seno da una medusa salvando un bambino dall'annegamento (a inizio film, che assume, improvvisamente, i tratti di un "animal attack" acquatico), presagio funesto di quello che avverrà se si rifiutano le sue seduzioni lolitesche.
Un opera che gioca sui nudi femminili (quelli della Kaprisky mai morbosi o volgari, ma sprizzanti di una certa sfacciataggine malandrina) , sul potere seduttivo di una ragazzina imberbe ma già sicura di quello che vuole , dove Christopher Frank (che trae il film da un suo romanzo, dopo una gavetta di abile sceneggiatore- il zulawskiano
L'importante è amare nel suo carnet-) lo narra come se fosse un noir, tra intrighi sentimentali andati a male, rivalità tra madre e figlia e un finale altamente drammatico e "vendicativo"
Imperfetto (fastidiosa l'inutile voce narrante fuori campo, alcuni momenti che andavano dimezzati), ma sorretto da una vitale sensualità, che lo apparenta a certi nostrani "esoticierotici" settantiani, dove il sesso non è mai mostrato , ma solo suggerito
Sembra di vedere un
Sapore di mare filtrato attraverso le lente di un Pierre Granier-Deferre, "gioco al massacro" dei sentimenti tra le spire velenose delle meduse
Produce la mitica Parafrance (quella dei film del guru Just Jaeckin) e curioso come Gerard Kikoine ne ha fatto (solo due anni prima) una cosa simile in versione hardcore con
Saint Tropez Girls, e non molto distante dai pruriti adolescenziali estivi del Rhomer di
Pauline alla spiaggia
Tra le scene inaspettate (oltre al prefinale) anche quella della morte del cane nel flashback raccontato dalla madre della Kaprisky e quella della vespa a pranzo. Non ultima la Kaprisky che , sempre e dovunque nudissima, accende la tv del salotto scatenandosi, seduta sul tavolino, a suon di musica rock, prima di una sclerata improvvisa, sotto gli occhi sbalorditi di Perrin.
Degne di nota le nuotate in piscina della Kaprisky insieme alla tedeschina, nudissime e statuarie come due dee greche.
Curioso come la Kaprisky (in certi frangenti e angolazioni di ripresa sul viso) assomigli a Jessica Harper e Bernard Giraudeau a Franco Garofalo (!)
Dovrebbe esserci anche una giovanissima Emmanuelle Seigner pre-polanski in un piccolo ruolo, ma, in mezzo a tutte stè tette e gnoccolone , non l'ho riconosciuta.
Frank aveva comunque idee, tenendosi alla larga da certe pruriginosità del cinema francese di quel periodo (tutto avviene, ma mai esplicitamente) per arrivare ad una dirittura d'arrivo davvero sorprendente dai chiaroscuri horror, che stride genialmente con il contesto da "beach movie" tra passioncelle e amorazzi balordi
Da segnalare il bellissimo score composto da Alain Wisniak
A suo modo bizzarro e seducente.
Sequenza cult amorbalordiana: L'ossessiva danza della Kaprisky nature sullo yatch di Giraudeau, come se fosse preda di una possessione incontrollata. Lui rimane indifferente e mal gliene incolse...
Buiomega71, Nicola81
Paulaster, Daidae