Buiomega71 • 5/09/20 10:27
Consigliere - 26011 interventi Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto Stuzzicante e frizzante commedia "erotica" che darà la stura al cinema pruriginoso degli anni 70, diretta con grazia e sensibilità da un Campanile al massimo della sua forma artistica, che non si addentra mai nel volgare o nel morboso, sempre a metà tra la commedia di costume e l'emancipazione sessuale femminile (la Spaak non viene sedotta, ma seduce), con momenti davvero gustosi e leggiadri, conducendo il tutto come se fosse un gioco, dove il sesso (e i suoi derivati) sono raccontati da un punto di vista ludico e solare, tra una Spaak curiosa di sperimentare cose nuove (che faceva il marito defunto) come se fosse una specie di Alice nel paese della rivoluzione sessuale, armata del tomo
Psychopathia Sexualis per mettere in pratica le divertenti, e in fondo innocue, parafilie.
Quà e là un pò sciocchino, ma pervaso da estetismi registici notevoli (gli interni lussuosi della garconierre, i bellissimi primi piani sulla Spaak al massimo dello splendore, le oniriche scenette dei "sogni proibiti" della Spaak. le ardimentose e virtuosistiche riprese da sotto i tavolini di vetro), dove Campanile , in due momenti, pare anticipare almeno due dei suoi lavori futuri (
La sculacciata , quando Trintignant "punisce" la Spaak insistendo sulla sua richiesta di matrimonio, e
Autostop rosso sangue, nel viaggio sull'autostrada dei due che li porta alla stazione di servizio, con la geniale scenetta della Spaak che si spoglia in auto, con i suoi indumenti gettati dal finestrino, la noncuranza di Trintignant, e lei a seno nudo che diventa attrattiva all'autogrill) e che con sagage lungimiranza abbatte gli ultimi tabù, non solo sui particolareggianti gusti sessuali, ma anche sulla determinazione femminea che prende in mano le redini della situazione, e così che la Spaak viene scambiata per una prostituta da Gabriele Tinti, che entra nella doccia del maestro di tennis di Leroy (e pare pure che faccia fiasco), seduce il suo dentista, usa sessualmente Gigi Proietti e fa fare la cavallina al povero Paolo Stoppa sulla terrazza, non ultima l'esilarante gag sadomasochista del giochetto erotico dai sapori africaneggianti tra lei legata nuda su un tavolo e la finta indigena che la tortura con un pugnale e Montagnani novello "buana" che dovrebbe salvarla, ma che, poi, si piglia estasiaticamente le frustate della farlocca "negrona".
Campanile, poi, azzarda attimi piuttosto arditi e "scandalosi" per l'epoca come i filmini amatoriali BDSM in b/n (che sembrano anticipare quelli iniziali del
Pornografo), tra sadismi vari come le frustate alla ragazza appesa, nuda, di schiena, gli schiaffi, i vestiti strappati e i seni nudi, il piacere di essere maltrattata e umiliata, fino all'orgia con la Spaak cosparsa da una non meglio identificata sostanza (terra? fango? cacca? Se fosse quest'ultima, come credo effettivamente sia, Campanile sarebbe un genio, mettendo in pratica le passioni coprofile sadiane ancor prima di Pasolini, ma senza ombra di decadimento del corpo e dei suoi derivati), il geniale uso dello scarabeo vivo (a mò di collanina) per provare costante piacere nel solletico che produce l'insetto sui seni, la foga stupratoria e manesca di Pistilli, Venantini che innaffia la sua donna con la pompa dell'acqua, mettendo in mostra le grazie felliniane della donna, Leroy visto, negli slanci onirici della Spaak, come grottesco DOM circense che la frusta, nuda, sul campo da tennis.
Eppoi le due meravigliose stoccate nel fetish, la prima a inizio film, dove, al funerale del marito, alla Spaak fanno male i piedini per le scarpine strette che getta via e Proietti, in uno dei tanti mood oniricheggianti della Spaak, che si degusta lo champagne nella scarpetta argentata della stessa, dopo aver letto sul manuale di psicopatia sessuale dell'eccitazione feticistica per gli oggetti da parte di alcuni uomini, come appunto, il provare piacere dal bere dalla scarpina dell'amata.
Piacevoli tasselli di un operina a suo modo rivoluzionaria (più per come mette in scena le "deviazioni" sessuali senza turpitudini) che si barcamena tra sadismi leggiadri e sfiziosi siparietti "eroticomici".
Bellissime le location (quella nei pressi del laghetto dell'Eur, la stessa del
Giovedì nell'incontro con Tinti in macchina), la Spaak in uno dei suoi ruoli migliori dopo
La noia e
La voglia matta (quà e là anche a seno nudo), straordinario Trintignant nella sua nonchalance di richiesta matrimoniale dove il libertinaggio della Spaak non lo turba minimamente, anzi...e un'irriconoscibile Montagnani, che ho riconosciuto dalla voce, perchè se no...e le lastre a cui si sottopone la Spaak nel gabinetto medico di Trintignant, così simili, per certo realismo, e con le dovute differenze, a quelle di Linda Blair nell'
Esorcista.
Simpatico il motivetto di Trovajoli e popissime le scenografie.
Una diversa rappresentazione del sesso e delle sue divagazioni peccaminose, con Campanile che racconta il tutto con leggerezza (come la Spaak portata sulle spalle) e graziosa armonia.
Il Gobbo
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