Discussioni su La fine dell'innocenza - Film (1975)

DISCUSSIONE GENERALE

3 post
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  • Undying • 22/05/09 17:20
    Risorse umane - 7574 interventi
    Leitmotiv del cinema italiano, sia esso sexy, commedia, thriller o giallo: l'occhio che esplora, da un pertugio, spiando con malizia atti dal sapore proibito.

    Dallamano rovescia, però, il cliché, mettendo due belle donne dall'altra parte: ovvero a scrutare, dallo spioncino di una porta, un uomo nudo...
    Ultima modifica: 4/12/10 18:21 da Zender
  • Fauno • 24/04/11 20:39
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Come bravura mi ha colpito molto Felicity Devonshire, che nel film fa un po' la (si fa per dire)tutrice ad Annie Belle, e ho creduto di riconoscere in lei la donna alla quale bruciano il volto in Luca il contrabbandiere, ma Imdb mi ha dato torto. FAUNO.
    Ultima modifica: 25/04/11 13:20 da Fauno
  • Buiomega71 • 13/08/21 10:11
    Consigliere - 25998 interventi
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Simpatico, sbarazzino, freschissimo, gradevole e divertente "esotico/erotico" sui generis, dove Dallamano mina il genere dal suo interno, innestando gli echi di Emmanuelle con la commedia italiana del periodo (pochade compresa, nelle imprese notturne della coppia Ippolito/Devonshire che vogliono infilarsi nel letto della Belle), con aggiunta di derive filosofiche orientaleggianti (la buddista calva della Pellegrini) e il tema del "sesso in famiglia" (la Belle "adottata" da una coppia lasciva a uso frutto dei loro desideri sessuali).

    Ritmato nella sapiente regia di Dallamano, che non tralascia nemmeno i suoi trascorsi thrillereschi (la mano misteriosa che spegne la luce dall'interruttore, la stanzetta buia, l'agguato alla Belle, chi l'ha stuprata quella sera? Il particolare dell'anello) con riverberi delle spoletiane location di Il medaglione insanguinato (Cliver e la Belle al tempio buddista e i piani sequenza) e che porta all'apoteosi il suo amore sfrenato per le lolite (sulle piste da sci, in Svizzera, a inizio film, lo stesso Dallamano si ritaglia un piccolo ruolo come pigmalione di un piccolo harem di ragazzine, una specie di Gianni Boncompagni antelitteram) quintessenza della sua "erotomania".

    Una borghesia dal fascino meschinamente indiscreto, fatta solo esclusivamente da puttane e puttanieri, dove la Belle, come Alice nel paese delle meraviglie, si deve destreggiare dalle mire subdole e viscide di chi vuol portarsela solo a letto, o di falliti perdigiorno pronti a approfittarsene o a svenderla per qualche dollaro in più.

    Forse uno degli erotici del periodo con più nudi integrali in assoluto (tutte le donne, almeno quelle caucasiche-ma c'è anche una orientale-si denudano senza problemi davanti all'occhio della MDP dallamaniana, quasi con naturalezza e senza tabù) e il sesso non manca, nelle derive saffiche (la Belle e la Devonshire nudissime a bordo piscina, alle terme, sempre nudissime, che si infilano , reciprocamente, il piedino lì, carezando il dolce pelo, sott'acqua, l'amplesso sul canotto) e etero (il congiungimento carnale della Devonshire e Thomas nella stalla mentre la Belle lecca il gelato alla fragola, Ciro Ippolito-il futuro autore di Alien 2 sulla terra a chiappe al vento-che possiede la Belle mentre la Devonshire ascolta i gemiti al telefono, il Bruce Lee dei poveri che prende da tergo la Belle sulla moto, con vista al tramonto su Hong Kong, e lei accelera il rombo del motore a ogni colpo di reni di Chen-si chiama proprio così-ancora Ciro Ippolito che "interroga" le sue amanti a letto, possedendole da dietro e le copule tra la Belle e Cliver, nel baldacchino dell'imperatrice-con un particolare anatomico appena al di quà dell'hard- e nel tempio buddista).

    Un pò sciocchino in alcuni passaggi prettamente ludici (Beruschi ciclista guardone nell'incipit, le due turistiche carampane e la scultura fallica, la ridicola parentesi cinematografara di kung fu, la coppia di anziani, l'erezione posticcia stile La chiave di una specie di energumeno alla Richard Kiel cinese che bracca la Belle in uno squallido stanzino come preda vinta al casinò, i cinesi che parlano con la L al posto della R) ma pervaso da una brezza frizzantina e inusuale, che non sprofonda mai nella morbosità o nel voyeurismo a buon mercato (a tal proposito, Dallamano, ribalta la tipica situazione voyeuristica dello sbirciare nella toppa della porta, tanto cara ai vari Cicero, Tarantini e Laurenti, invertendo i ruoli, con la Belle e la Devonshire che spiano le nudità di Thomas), impreziosito dal gusto estetico e dalla regia raffinata di un autore che sapeva davvero fare film.

    L'inizio con la Belle dal look irriconoscibile, da perfetta educanda tirata sù dalle orsoline, che si infila i calzettoni in macchina , la  "Gazza ladra" di Arancia meccanica usata in maniera assai differente, la Belle che corre, tutta nuda, vià dal casinò attraversando Hong Kong di notte, sellando in moto, sempre nudissima, per finire in una fontana, giocando, come una bambina, con i due poliziotti accorsi ad arrestarla, il prelievo dei 2 mila dollari alla coppia che la usata per i loro fini goderecci, che da ingenua ragazzina vergine diviene , in un sol colpo, puttana scafata, per poi dare il ben servito a tutti all'aeroporto.

    Dialoghi non poi così banali (il cinico discorso interiore della Belle a tavola nel giardino della villa della coppia libertina) e sconfinamenti nel genere in questione con la Belle e la Devonshire che si corrono incontro sulla spiaggia da cartolina e nella figura-all'inizio inquietante-della buddista della Pellegrini, che porta la Belle a uno stadio di consapevolezza, mutandola da ragazzina usata e bistratta a padrona della propria vita e del suo futuro.

    Da segnalare Ciro Ippolito in un ruolo meschino e viscidissimo.

    Comparto gineceo interessante (la Belle nel suo ruolo migliore dopo Velluto nero e di una bellezza quasi irreale e dona anche momenti di dolce tenerezza con il cucciolotto e la Devonshire, borghesuccia viziosa e annoiata davvero non male, e tutte e due quasi sempre nudissime, con la seconda assai vogliosa), location esotico/orientaleggianti ben sfruttate (prima di una capatina sulle piste sciistiche pre Vacanze di Natale), OST orecchiabile (non male la canzoncina di Linda Lee) e fotografia estetizzante invero suggestiva.

    Uno dei film più originali e vispi del filone "tropico dei sensi", di un regista che sapeva il fatto suo.
    Ultima modifica: 13/08/21 18:00 da Buiomega71