Discussioni su La commare secca - Film (1962)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 24/08/20 10:51
    Consigliere - 26006 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Pasoliniano negli umori e nell'intelaiatura, ma indissolubilmente bertolucciano nella narrazione e , sopratutto, nella regia, con movimenti di macchina raffinati e virtuosistici (basti vedere il bellissimo piano sequenza all'indietro, in controluce, nel tunnel dove il soldatino di Catanzaro si ripara dalla pioggia contorniato dalle prostitute, o l'incipit, con i fogli sparpagliati dal vento, il viadotto e la MDP che si sposta sul corpo esamine della prostituta disteso sul prato a faccia in giù o i campi lunghi nel parchetto di notte con i lampioni) del Bertolucci che verrà (e se si pensa che , all'epoca, aveva solo 21 anni e al primo film, la cosa ha quasi dell'incredibile, che determina il talento visivo innato del maestro parmense), disseminando, poi, l'opera di alcune intuizioni future (il treno che passa sopra al soldatino come nell'intro di Ultimo tango, le due ragazzine che ballano tra loro come la Sanda e la Sandrelli nel Conformista, le riprese ariose nei boschetti romani come in Novecento).

    Ma il film non è solo tecnica bertolucciana in embrione, ma è anche un aspro, duro, crudele e realistico ritratto di miserie umane della Roma borgatara (tanto cara a Pasolini e a Sergio Citti), con varia umanità (tra la solitudine e il malessere di vivere: i l miseri ladruncoli di coppiette, un mantenuto da una strozzina, un soldato fannulone che molesta ogni tipo di donna, basta che porti la gonna, un poco raccomandabile vagabondo venuto dal nord, due sbarbatelli senza un soldo in tasca che derubano per far bella figura con due ragazzine, un pederasta solitario che rimorchia minorenni nel parchetto, fischiettando canzonette fasciste, una prostituta sola e imbruttita dalla vita miserabile e tristissima ) che si muove tra miseria e squallore, tra estorsioni reclamate dalla truce Esperia (bravissima la Giorgelli) , furiose beghe tra madre e figlia che si puntano addosso coltelli e ferri da stiro, predazioni di coppiette (di culto il furto della radio, con l'imberbe ragazzino di vita "Canticchia" pizzicato sul fatto dalla copietta in amore, con il fidanzato taurino che lo piglia a schiaffoni e la ragazza che continua a dire "Ladru, ladru"), soldatini sfigati e perdigiorno che ci provano con tutte le ragazze per strada (pigliandosi pure una giornalata in faccia), momento dove Bertolucci adotta lo stile da cinema veritè della Nouvelle vague, l'omoessuale nel parco che abborda i due ragazzini borgatari, non prima di fischiattare "Faccetta nera", che mi ha ricordato quello che Aldrich rittrarà nei Ragazzi del coro, il brutale e gelido assassinio a suon di pugni della povera prostituta e il dito in bocca che le mette il suo assassino prima di sferrarle i colpi mortali, preceduto dalla suggestiva immagine del cartellone pubblicitario del "Campari Soda", l'annegamento a fiume per sfuggire alle forze dell'ordine, lo scalpitio degli zoccoli rivelatore (particolare che sfugge, poi ripreso pure nei gialli argentiani), la bellissima e evocativa sequenza dell'arresto nella saletta da ballo all'aperto, la prostituta che si prepara per uscire con un funesto presagio di morte che alleggia inesorabile (la stessa atmosfera "necrofora" cheppoi verrà sviluppata in Ultimo tango), l'acquazzone che soprende i protagonisti coinvolti nella storia (con meccanismo alla Rashomon e incrocio di destini dal meccanismo futuro alla Pulp fiction), la Giorgelli che impazzisce per strada minacciando con un coltello il suo uomo che non vuole più saperne di lei.

    Notevole l'uso di Come nasce un'amore di Nico Fidenco (prima canticchiata da Francolicchio, poi messa sul giradischi nella casa con la ragazza più grandicella e le due ragazzine), le facce giuste e popolane tipicamente pasoliniane (e ben poco attraenti , ma comunque carnali e vere, come quello della prostituta uccisa), la verace romanità (o l'italianità dei personaggi, che vanno dal calabrese del soldatino, alla napoletanità verace della Giorgelli, al friulano dell'inquieto Natalino).

    Interessante anche l'aspetto puramente "giallo", dove, fino alla fine, non si sà chi è l'assassino della povera peripatetica, incalzato anche dagli interrogatori serrati di un maresciallo che non vediamo mai.

    Bertolucci stà tra il neoralismo e il cinema di "pancia", in uno degli esordi più fulminanti del nostro cinema dell'epoca (insieme a quello di Damiano Damiani del Rossetto, vieppiù che Bertolucci era poco più di un ragazzetto appena maggiorenne), dove già c'è in essere la sua poetica, il suo inconfondibile stile e il suo occhio, già sicuro, per i virtuosismi.

    Comparsata di Jimmy il fenomeno nella sequenza finale dell'arresto dell'assassino nella piccola balera estiva e attimo gustosamente fetish quando una delle due ragazzette de borgata ( la moretta, la più carina delle due), accompagnate da Pipito e Francolicchio al parchetto, sorpresi dal temporale improvviso, correndo sotto l'acqua,  perde una ballerina (a piedini nudi, senza calze) sotto l'acquazzone.

    Amarissimo e impietoso ritratto antopologico che, ancor oggi, colpisce duro, per la sua aspra veridicità, senza fare sconti.

    Da segnalare Silvio Laurenzi (con le orecchie alla Dumbo) nel ruolo del gay abborda ragazzini, vero deus ex machina del film.


    Ultima modifica: 24/08/20 14:32 da Buiomega71