Buiomega71 • 23/03/19 09:43
Consigliere - 25934 interventi Puro cinema teatrale (o portare "letteralmente" il teatro al cinema-non per nulla tratto da una piece-) con cinque attori tutti in palla (miracolosamente straordinaria anche Tori Spelling), chiusi in una decadente villa in quel di Washington D.C, mentre fuori infuria un uragano come nel "mago di 0z" (citato pure dalla Bujold)
In un'atmosfera tra il cupo e il grottesco, in una bizzarra via di mezzo tra
Chi ha paura di Virginia Woolf? e
Invito a cena con delitto, si consuma un gioco al massacro a quattro fatto di dialoghi logorroici (alcuni davvero esilaranti e deliziosi, su tutti quello della Bujold in cucina alla Spelling, fidanzatina del figlio, che già capisce di essere capitata in un nido di sciroccati e il discorso sui figli deformi seppelliti in giardino), segreti inconfessabili che esplodono in faccia in torbide realtà e una follia femminea (sugli scudi la Posey completamente pazza e schizofrenica, da antologia la sua risata isterica quando accoglie il fratello Martin-suo morboso oggetto del desiderio e della sua insania-con la fidanzata che si porta a casa) che striscia sotto pelle fino al delirante finale.
Un'impianto da thriller da camera (casa isolata , la tempesta esterna) , serve a Mark Waters (quì al suo primo film), a mettere in piedi una strampalata "sit-com" nerissima, dove l'assassinio di JFK diventa un'ossessione (la Posey vestita come Jacqueline Kennedy che , morbosamente, mette in scena l'assassinio del presidente con il fratello gemello seduto sul divano che mima JFK mentre saluta la folla, prima di essere ucciso, dove è la stessa sorella a premere il grilletto, lo spettrale e al contempo tragicomico incipit in POV-in tempi nemmeno troppo sospetti), rituale necroforo che serve a alimentare il morboso rapporto incestuoso tra fratello e sorella, fino alla congiunzione carnale sul divano.
Tra madri virago non proprio equilibrate (immensa la Bujold) e surreali rapporti amorosi (non solo fratello e sorella, ma anche Anthony che si infila nel letto della fidanzata del fratello), la tragedia (per mano della sorella completamente fuori di testa) è dietro l'angolo.
Momenti da psychothriller (la Posey davanti allo specchio del bagno con i capelli tutti pettinati sulla faccia stile Sadako, che mugugna in stati di alterazione mentale), stoccate feticistiche (le calze a con la riga, le scarpe della Spelling che piacciono al fidanzato o quelle della Posey novella Jacqueline Kennedy, il piedino , velato dalle calze nere, della Posey che tocca la pistola "kennedyana" appogiata sul braciolo del divano, e Prinze jr che annusa i collant della Spelling, e lei :"
La smetti di annusare le mie cose?") e gli squilibri psichici che avvolgono questa strampalata "festa di morte e ossessione".
Notevole la fotografia di Michael Spiller, soprattutto quando la tempesta fa saltare la luce e si ricorre alle candele, con un mood "goticheggiante" non dissimile da
L'inganno (o della
Notte brava del soldato Jonathan), e l'uscio di casa nel finale ricorda terribilmente una sequenza analoga del
Signore del male
Quà e là un tantino cerebrale (soprattutto nei dialoghi fiume) e anche un pò snob, ma con un certo stile.
Forse, a oggi, il miglior film di Waters insieme a
MeanGirls
Nei titoli di coda, tra i ringraziamenti, anche il nome di Darren Aronofsky
Curioso il divieto ai minori di 14 anni (ma credo sia per il tema incestuoso, piuttosto forte a dire il vero), dove il
Morandini (nella scheda del film) parla di versione italiana sforbiciata, mentre il
Farinotti (da come si legge nella tramina errata ) pare non l'abbia nemmeno visto
Girato in 23 giorni e fece un certo scalpore (all'epoca) quando venne proiettato al Sundance.
La Posey, comunque, ti rimane addosso.
Buiomega71