Discussioni su L'occhio dietro il muro - Film (1987)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/01/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 11/01/20 10:24
    Consigliere - 25999 interventi
    Ciò che l'occhio non vede-L'introspezione della visione.

    Curiosa e bizzarra commedia che amplifica il tema del voyeurismo e dell'ossessione di riprendere tutto (in questo caso un giovane studente, che per una tesi di laurea, vuole studiare il comportamento sessuale delle persone , riempiendo la stanza di un motel a ore di qualsiasi tipo di telecamere-anche quelle termoscopiche-e videoregistratori, scrutando e sbirciando, 24h su 24, le avventure scoperecce di coppie di tutti i generi e gusti) che anticipa timidamente Sesso, bugie e videotape, con il giovanotto che filma ininterrottamente, alla Occhio che uccide, qualsiasi cosa anche fuori dalle mura del motel, spesso in soggettiva, fino ad intervistare l'amichetta ninfomane Luna (dentro ad un sexyshop) che vuole salvare il mondo dalla ejaculatio praecox (sic!) o "tormentare", riprendendola continuamente, la ragazza francese di cui si è innamorato.

    Il ragazzo rende partecipe lo spettatore, narrando il tutto in prima persona, un po' come faceva ( con debite proporzioni) l' Alex di ARANCIA MECCANICA, cercando di coinvolgere, il più possibile, chi guarda e assiste alle sue imprese ( in questo caso il sottoscritto).

    Il voyeurismo (e l'alienazione masturbatoria dello spiare costantemente) del ragazzo, ossessionato sia dai rapporti umani, per quanto riguarda il sesso, e dalla tecnologia audiovisiva (la telecamera pare un estensione del suo corpo, non se ne libera mai, per quasi tutto il film) è di stampo videoludico, e quello che succede dentro le stanze del motel (continuamente monitorato dall'occhio vigile delle telecamere che registrano ogni momento) è una sequela di scenette eroticomiche all'acqua di rose, squallide come un pornazzo e dalla dimensione di una barzelletta.

    C'è il ciccione che se la fa con una bambola gonfiabile, chi soffre di eiaculazione precoce e la partner lo istiga a pensare a cose macabre per trattenersi, la coppia che si eccita facendo arti marziali, quello che fa le battute sceme anche a letto, la coppia di sposi che vuole provare le gioie del BDSM, la coppia di tamarri alla "famolo strano", con lui un pelatone che pare la caricatura di Max Headroom e lei una punkettona dalla leccata facile, un tipo che assomiglia a Gerard Depardieu (che poi ho scoperto essere lo sceriffo del secondo Halloween, ma pensa te) che disquisisce, con la sua partner, di politica, un gruppo di drag-queen, una coppia gay e i due anziani coniugi che si amano da una vita.

    Il tutto in scenografie cafonissime e kitshissime, con letti a forma di automobile, di sandalo con il tacco, o tappezzate di pecore finte(!)

    Verona, che comunque non è stupido, sembra guardare ai primi vagiti depalmiani sulla teoria della visione (sul modello Hi, Mom o Ciao America), e nonostante alcune trovate terribili (il momento romanticheggiante tra il ragazzo e la francesina, con sottofondo una raccapricciante canzonetta in puro stile anni 80, il custode messicano alle prese con la macchinetta della Coca-Cola) ci infila inusuali attimi che elevano il filmetto spanne sopra rispetto a certe commediacce straight to video dello stesso periodo, come il giovane (dopo l'inaspettata delusione amorosa) che si denuda correndo tra i binari o la terrible scoperta della sua amata francesina che se la intende (e molto bene) con lo stesso professore a cui deve consegnare la tesi, scoperta amara e dolorosa svelata proprio dall'occhio delle sue telecamere.

    Poi, vabbè, tutto si risolve per il meglio e vissero felici e contenti, ma Verona dà qull'assist amarognolo sul tradimento e sulla menzogna (la gente mente, le telecamere no) che danno al filmaccio un aroma particolare, salvandolo in corner.

    Tra prostitute, travestiti, culturisti, gay, coppie strambe e maleassortite, fornicazioni più comiche che mai davvero morbose, dialoghi deliranti, in una fauna umana che il regista guarda con simpatia, dove le camere del motel diventano una specie di teatro dell'assurdo.

    Il titolo italiano richiama la morbosa e "malata" opera di Giuliano Petrelli, ma quì non c'è nulla di insano o deviato, anche se l'intelaiatura può essere similare e il tema del voyeurismo tecnologico vira su lidi ben più leggeri, quasi dalle parti del Guardone e del Pornocchio.

    Uno dei clienti (quello dell'eiaculazione precoce) è il grande Don Calfa di dan'obanniana memoria, mentre Sybil Danning appare in un cameo, è la modella a bordo piscina che fa le facce da porca.

    Anche se terribilmente ingenuo e stupidello in alcuni frangenti, resta una curiosità, un simpatico reperto puramente ottantiano, truffaldinamente spacciato (dalla cover che rimanda a quella di Gli occhi indiscreti di uno sconosciuto) per chissà quale psychothriller erotizzante, in realtà una congettura bislacca sull'occhio indiscreto e sui rapporti amorosi con qualche idea che riesce a raggiungere il bersaglio.

    Di rara bruttezza le scarpette bianche (e basse) della francesina, che indossa al primo appuntamento, cheppoi si toglie inscenando la "morte del cigno"(!).
    Ultima modifica: 11/01/20 14:33 da Buiomega71