Gestarsh99 • 30/04/11 14:42
Scrivano - 21546 interventi L'assassino... è al telefono... ma è sempre occupato!
Alberto De Martino lo si ricorda come quel regista, rigorosissimamente di genere, che ha il più delle volte preferito girare i propri film oltreoceano; tra le sue pellicole maggiormente note e interessanti figurano infatti, tanto per citarne un paio, il trash-demoniaco
L'Anticristo (se vogliamo, ancor più blasfemo e scioccante dell'originale modello friedkiniano) e il sotto-padrinesco
Il Consigliori (con la solida accoppiata
Martin Balsam/Tomas Milian).
Durante la sua carriera, di prodotti incolore il Nostro ne ha diretti svariati ma
L'assassino... è al telefono (titolo poco attinente e tristemente banale) è quasi certamente il suo film più opaco, sciapo e senza nerbo.
La pellicola racconta di un'attrice teatrale (la matura ma piacente
Anne Heywood) che, persa inspiegabilmente la memoria dei suoi ultimi 5 anni di vita, si ritrova sbattuta a destra e a manca tra mariti vegliardi, presunti amanti e medici minacciosi che cercano di curarla. Un sicario però (un
Telly Savalas pre-
Kojak e fumatore) la segue come un'ombra e le sue intenzioni non appaiono delle migliori...
Ambientato in Belgio ma girato quasi tutto in interni, questo thriller ci risparmia, una volta tanto, il solito anonimo massacro di belle figliole per concentrarsi invece sugli sforzi e i tentativi tortuosi della protagonista di ricostruire mnemonicamente il proprio passato recente.
Quel che coinvolge la primattrice è un tira e molla tra l'essere combattuta dai dubbi sulla buona fede di chi la circonda e la spinta assillante a concedersi, anche sessualmente, nella speranza di poter ritrovare agganci materiali e sensazioni di un tempo dimenticato.
Trattare al Cinema un tema complesso e affascinante come l'amnesia è stato, per ovvi motivi, prerogativa dei grandi maestri (vedi
Hitchcock con
Io ti salverò) oppure di autori estrosi e ricchi di talento (vedi
Nolan con
Memento).
De Martino, pur nella correttezza del suo mestiere, ahimè, non è mai rientrato in nessuna delle due categorie.
La discreta regia e le note carezzevoli dello score di
Cipriani (che riprende quello del precedente
Reazione a catena) non suppliscono alla monotonia di un'opera priva di sussulti, smorzata, caratterizzata da continui passi falsi e ripartenze, sebbene in alcuni momenti anche suggestiva.
Se in un thriller mancano ritmo, suspense e colpi di scena ben assestati, il rischio di sconfinare in un tv-movie à la
Colombo è inevitabile.
Fauno
Ciavazzaro
Lucius, Deepred89, Nicola81, Markus, Myvincent, Alex75, Anthonyvm, Cerveza
Trivex, Gestarsh99, Giùan, Motorship, Maik271, Il Dandi, Keyser3
Homesick, Undying, Jdelarge, Caesars, Ira72, Nick franc
Cotola, Stefania, Rufus68, Marcel M.J. Davinotti jr.