Buiomega71 • 22/03/21 09:52
Consigliere - 25999 interventi Master of horror "mancato" (viene spesso omesso, colpevolmente, anche dai tomi specializzati), J.S. Cardone ha dato un notevole contributo al genere (almeno lo slasher
The slayer, il fantahorror
Shadowzone e il vampirico giovanilistico
Desert Vampire), con un gusto personale e una buona resa tecnico/visiva.
In questo thriller/poliziesco dal sentore televisivo, riprende l'intelaiatura di un suo pregevole noir
Il silenzio del deserto (là un corpo senza testa di una donna ritrovato nel deserto dava il via a indagini che portavano a personaggi al di sopra di ogni sospetto, quì una mano mozzata , sempre appartenente ad una donna, ripescata in un laghetto di Central Park da alcuni ragazzini), ma mentre nel primo si apprezzavano le atmosere twinpeaksiane e le suggestioni di una cittadina dell'Arizona con i suoi misfatti al sentor di
Chinatown, nel secondo il "miracolo" non riesce, sarà per l'anonima ambietanzione newyorkese da noir hard boiled post moderno, per una certa lentezza narrativa che si dipana un pò fiaccamente tra indagini che vanno troppo per le lunghe, con troppi nomi da tenere a mente e un pò troppi dialoghi.
Berenger è bravo a impersonare il detective solitario tutto di un pezzo, preso dalle sue ossessioni e dai suoi demoni personali , così come sono ottime le sue controparti femminili (menzione speciale per l'ambigua Lori Heuring), ma non si và al di là della mera convenzionalità di questo tipo di film, senza vere sorprese o guizzi memorabili, tutto è nella norma e nello standar classico degli straight to video di inizi 2000 (a volte sembra di vedere un semplice telefilm).
Cardone tenta di assestare qualche colpo (la mano mozzata, i cadaveri alla morgue, il club BDSM dove una slave viene "torturata" con lo strizzamento di un capezzolo, il sottobosco del mercato della pedofilia-solo accennato nei dialoghi-Berenger che si tagliuzza un braccio con la lametta da barba nella vasca da bagno) ma il ritmo e il look sono di mediocre resa paratelevisiva, e ci si emoziona assai poco tra capatine a Chinatown, brutti ceffi, triade e ragazze in pericolo che non sono quello che dicono di essere.
Unico sussulto è nel prefinale, quando si scoprono le carte e vengono fuori i veri volti dei colpevoli di tutta l'oscura e sordida faccenda, un twist inaspettato e una resa dei conti che regala un pizzico di cinismo e cattiveria in più (l'avidità, la carognaggine ,la pistola che esplode in faccia e il sangue che zampilla dalla carotide).
A Cardone (pur girando con scafata professionalità) non le esce l'intensità e la suggestione di
Il silenzio del deserto, restando confinato nei meandri della mediocrità.
Più che ai suoi piccoli cult movie, questo
Anello mancante, si avvicina di più alla decadenza artistica del suo regista, che avrà l'apoteosi con
8mm 2, di cui questo noir tutto ombre e poche luci (stile compreso) pare anticiparne le atmosfere (vedasi la sequenza del club BDSM).
Inutile ricercare il tasso di sesso, violenza e morbosità, ben sotto la media anche per un thriller da discount.
Buiomega71