Discussioni su Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì - Film (1985) | Pagina 1

DISCUSSIONE GENERALE

28 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Jens1974 • 7/07/10 09:36
    Galoppino - 66 interventi
    Per buono legnani: il cognome della moro è Carboni e non Carloni. :)
  • B. Legnani • 7/07/10 12:55
    Pianificazione e progetti - 14968 interventi
    Jens1974 ebbe a dire:
    Per buono legnani: il cognome della moro è Carboni e non Carloni. :)

    In realtà una volta si sente Carboni e due volte Carloni.
    Ricordo di averlo ascoltato più volte.
    Ultima modifica: 7/07/10 12:57 da B. Legnani
  • Jens1974 • 9/07/10 15:52
    Galoppino - 66 interventi
    mai sentito Carloni, e praticamente lo so a memoria Joan Lui, e comunque il cognome anche sul manifesto è carboni
    Ultima modifica: 9/07/10 15:57 da Jens1974
  • Zender • 9/07/10 18:53
    Capo scrivano - 47798 interventi
    beh, se c'è pure sul manifesto penso sia giusto Carboni, a questo punto.
  • Buiomega71 • 3/11/13 13:08
    Consigliere - 25997 interventi
    Sbaglio o nei promo che passano su Canale 5 del prossimo avvento mediatico celentanesco ci sono immagini estrapolate da Joan Lui? (la macchina che si capotta e prende fuoco)
    Ultima modifica: 3/11/13 13:25 da Buiomega71
  • Panza • 3/11/13 17:34
    Contratto a progetto - 5198 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Sbaglio o nei promo che passano su Canale 5 del prossimo avvento mediatico celentanesco ci sono immagini estrapolate da Joan Lui? (la macchina che si capotta e prende fuoco)

    Si vedono scene prese dalle scene iniziali del rapimento della Carboni (la macchina che si capotta e va a sbattere su una vetrina) e dall'apocalisse finale.

    Le scene sono virate un po' come nella "nuova" scena dei fiammiferi (da Yuppi du) nell'edizione DVD.
  • Zender • 3/11/13 18:44
    Capo scrivano - 47798 interventi
    Ma infatti secondo me Celentano in Yuppi du per il restauro con scene aggiunte ha preso scene da Joan Lui alla fine, virandole.
  • Panza • 29/03/14 19:24
    Contratto a progetto - 5198 interventi
    ATTENZIONE AGLI SPOILER!

    Allora, parlare di Joan lui non è per niente semplice. Un progetto megalomane, esoso, barocco, all'epoca stroncato da critica e pubblico segnando appunto la fine della carriera cinematografica d Celentano, escludendo la penosa rentrée di Jackpot.

    Il film parte con un viaggio in treno che dovrebbe introdurre il clima di disagio di questo ipotetico domani che il film ci presenta. E qui nonostante un montaggio fastidioso e "gg giovane", tediosa costante del film, assistiamo alla prima gag. A Joan Lui è presentato un menù con scritto piccolo "Riso", evidentemente unico pasto del pranzo. Il piatto è presentato in malo modo. Si tratta fra l'altro di neri che discriminano un bianco... L'umorismo non è di certo il piatto forte del film. Pensare che il film usci a Natale!

    Dopo il passaggio in una metaforicamente assurda "stazione della vita" con Maria e Giuseppe (a parole sembra stupido, pensate nel film!), Joan Lui arriva a... nescionomenlandia poiché ci troviamo a Genova, ma tutti hanno nomi stranieri (maledetti anni '80 in cui s’inglesizzava tutto, ve la ricordate Lucy Light di Occhiopinocchio?). Si assiste a una lunga sequenza di violenze: qui si vede la dote registica di Celentano bravo con la steady anche nelle scene del rapimento dell’Orlandi.

    Presentato il personaggio di Gian, assistiamo a due momenti aberranti: il primo dialogo con Winston (sembra il peggior Pozzetto) e l'arrivo del capitano (quando si sten Astro del ciel). Un quarto d'ora indiscutibilmente trash. Dopo le prime presentazioni dei personaggi ecco il primo momento musicale, si tratta comunque di un musical. Una canzone orecchiabile penalizzata dalla demenza catatonica de film. Chi si dimentica il tassinaro che in due secondi suona il sax mentre un agente con fischietto tenta di bloccarlo (in realtà a vederlo non ci prova neanche).

    Con un taglione pazzesco, Joan Lui sbanca nei teatri ed ha come manager Winston (interpretato d a Gian). Firma pure un contratto con tanto di champagnino. L'arrivo al tempio presenta alcuni elementi riusciti: la mercificazione mondana seppur messa in scena in maniera caricaturale (i barman sono vestiti da vescovi!) e i derelitti fuori dalla chiesa che si drogano. Dopo alcuni inutili dialoghi con la scrittrice comunista, ecco un'altra canzone in un grammelot alla Prisencolinensinainciusol. Da notare le inquadrature e quelle con la fontana dei quattro fiumi.

    E qu la chicca... Dopo uno spettacolo Joan Lui e i suoi arrivano alla tana del diavolo con tanto di aggiunta di uno dei Trettrè (!) Arriviamo dal diavolo che notiamo è asiatico (non è cosi casuale!). Ma la cosa più involontariamente comica: il cinese. Chi lo interpreta non è doppiato e i suoi dialoghi già mal scritti sono recitati in un italiano mal recitato. Quante risate! Non potevano doppiarlo! Le scenografie della villa (altro che tana) se vi sembrano barocchi e kitsch, ricredetevi, ne vedrete delle belle...

    E' tempo della bella Mistero (la migliore canzone del film, lo so ho qualche rotella in meno nel cervello) penalizzata (o impreziosita in ottica trash) che saltano allegramente e da un coro di varie persone uscita dal nulla. Poi... -tremo a dirlo- la scena della cornetta che al coro di mistero "svulazza" come direbbe Abatantuono. Credo che sia un’esemplificazione della potenza di Joan Lui, ma anche così non sta in piedi. Strampalato (ma con questo termine minimizzo) anche il capovolgimento dei quaranta giorni rispetto al Vangelo.

    Loro stanno in buen ritiro -altro che Gesù- e la sua manager Judy si arrabbia. Finito tutto c'è spazio per un altro Fantast... sermone di Joan Lui. Se la cantano tutti in un videoclip condito da gag (quella dei cappelli scambiati) tocche. Cult la zoomata: a destra il fumo del sigaro di Winston infinito come la sigaretta di Jigen. Balletto inutile e riproposizione dell'Ultima Cena ampollosa come la peggiore puntata di Consorzio Nettuno e l'Adone di Giovanbattista Marino.

    Lo spettacolo è uno dei soliti silenzi che il Molleggiato faceva anche a Fantastico. Naturalmente la gente vede metafore in tutto, anche se poi stringi stringi Joan Lui non ha detto nulla. Ormai folle oceaniche vanno a sentire il Nostro e Jarak lo vuole morto. Ma c'è tempo della scena dell'uovo di Pasqua. Qualcuno me la spiega?

    Insomma, questo segno d'arroganza (anch’io vomiterei e mi offenderei per un uovo di Pasqua con dentro un uomo che reca gli strumenti della crocifissione). C'è spazio poi per un altro monologo, ma noi guardiamo il cappotto di Celentano e le risibili scaramucce con Gian. Break (non umoristico, fortunatamente) con i rapitori della Carboni (o Carloni?). Fra manifesti e dialoghi non si capisce nulla. Omelia di Celentano e poi canzone contro la droga che manco Christiane F. con cui i rapitori lasciano andare la Carb...ehm.... Carl...ehm... Scegliete voi!

    Intanto il comandante visto all'inizio del film capisce le parole che gli aveva rivolto all'inizio del film Joan Lui. Il comandante scopre anche il traffico di feti gestito dal nostro cinese cattivo. Viene, infatti, scoperchiato un vagone pieno di feti usati per la cosmesi: manco Mondo cane! L'arrivo alla stazione ferroviaria è introdotto da una carrellata infinita nell'ordine del minuto. Altro che Nuti! Jarak si arrabbia e decide di uccidere il nostro Joan Lui. Perciò gli fa un discorso nel solito italiano assurdo con dietro un desertaccio fintissimo. Scenografia assurda. Perché ne abbiamo viste piche (siamo quasi alle due ore di film).

    C'è spazio per un orto del Getsemani al contrario. Nel Vangelo Gesù almeno sapendo la sua sorte pregava, qui si lascia anche andare in una visione sulla concordia fra URSS e Usa. Ah, la distensione! La Mori ha un costume con cucite assieme le bandiere die due stati! Le canzoni ormai sono la cosa migliore del film... maledetta trama. Parentesi con una che lava i piedi a Joan. E' tempo del discorso finale. Siamo davanti ad un’accozzaglia di luoghi comuni sbattuti davanti allo spettatore sulle "corporazioni" e altre astrusità- Pensate se Gesù avesse parlato così... Di colpo Joan Lui è ucciso. Steady ben gestita con muscone tragico di circostanza ma risorge subito. Il killer fugge ma ormai il mondo non ha accettato il Verbo di Joan lui. E' ora dell'apocalisse. Altra canzone.

    Si scatenano le macerie (il delirio della cartapesta), gente che fugge, la comunista che si converte ne scrive il vangelo. La regia si concentra sui ritratti di Marx e Stalin. Connotazioni politiche poco nascoste, no? In casa Jarak tutto crolla ed è ora di una piccola vendetta: Jarak defeca (era meglio un termine più brutale ma il lettore lo rispetto) e lancia gli escrementi contro Joan Lui. Messa per scritto la scena è sconvolgente pensate visivamente (in un dipinto sarebbe ancora peggio, roba da De Chirico). Joan Lui sputa un raggio laser (manco fosse un robot) e uccide il nemico che espelle un serpente. Joan Lui saluta Judy e dichiara con puntualità svizzera che il mondo finirà alle cinque (giusto in tempo per il tè). Viene su un’onda gigante e tutto crolla. Forse è la parte migliore del film (non perché finisce!). Carrellata finale (che cita Quarto potere19!): Judy regge in mano il biglietto con scritto ti amo dato in alcune scene prima da Joan Lui. Romantico!

    Meno male che è un musical altrimenti ci si annoierebbe soffocati da un eccesso di personalismo ed egocentrismo. Spregiudicate le scelte nel cast. In un ipotetico cimitero dei film l'epitaffio sarebbe "Joan Lui. Diretto, sceneggiato, prodotto, musicato, montato, interpretato da Adriano Celentano. Una prece".
    Ultima modifica: 29/03/14 19:25 da Panza
  • Zender • 30/03/14 09:58
    Capo scrivano - 47798 interventi
    Ahah, beh dai, esagerato. E' un delirio celentaniano un po' malriuscito, ma son quei film che ti incuriosiscono comunque. Anzi, a leggere tutto così m'è venuta quasi voglia di rivederlo. Delle cose che hai scritto ne ricordo pochissime...
  • Alex75 • 13/01/17 17:55
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Anche la "prima" televisiva, su Canale 5 (5/11/1988), malgrado la promozione in pompa magna (con una serie di 7 trailer che rivelavano una lettera del titolo alla volta) fu fallimentare: il film fu travolto dalla corazzata "Fantastico 9", con un ascolto di 3.500.000 spettatori (poco tempo prima, Rocky IV era stato visto da 8.000.000 spettatori)

    Fonte: http://www.davidemaggio.it/archives/1496/la-grande-avventura-stagione-19881989-ottimo-odiens-per-la-ruota
  • Alex75 • 16/01/17 17:52
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Panza ebbe a dire:
    ATTENZIONE AGLI SPOILER!

    Allora, parlare di Joan lui non è per niente semplice. Un progetto megalomane, esoso, barocco, all'epoca stroncato da critica e pubblico segnando appunto la fine della carriera cinematografica d Celentano, escludendo la penosa rentrée di Jackpot.

    Il film parte con un viaggio in treno che dovrebbe introdurre il clima di disagio di questo ipotetico domani che il film ci presenta. E qui nonostante un montaggio fastidioso e "gg giovane", tediosa costante del film, assistiamo alla prima gag. A Joan Lui è presentato un menù con scritto piccolo "Riso", evidentemente unico pasto del pranzo. Il piatto è presentato in malo modo. Si tratta fra l'altro di neri che discriminano un bianco... L'umorismo non è di certo il piatto forte del film. Pensare che il film usci a Natale!

    Dopo il passaggio in una metaforicamente assurda "stazione della vita" con Maria e Giuseppe (a parole sembra stupido, pensate nel film!), Joan Lui arriva a... nescionomenlandia poiché ci troviamo a Genova, ma tutti hanno nomi stranieri (maledetti anni '80 in cui s’inglesizzava tutto, ve la ricordate Lucy Light di Occhiopinocchio?). Si assiste a una lunga sequenza di violenze: qui si vede la dote registica di Celentano bravo con la steady anche nelle scene del rapimento dell’Orlandi.

    Presentato il personaggio di Gian, assistiamo a due momenti aberranti: il primo dialogo con Winston (sembra il peggior Pozzetto) e l'arrivo del capitano (quando si sten Astro del ciel). Un quarto d'ora indiscutibilmente trash. Dopo le prime presentazioni dei personaggi ecco il primo momento musicale, si tratta comunque di un musical. Una canzone orecchiabile penalizzata dalla demenza catatonica de film. Chi si dimentica il tassinaro che in due secondi suona il sax mentre un agente con fischietto tenta di bloccarlo (in realtà a vederlo non ci prova neanche).

    Con un taglione pazzesco, Joan Lui sbanca nei teatri ed ha come manager Winston (interpretato d a Gian). Firma pure un contratto con tanto di champagnino. L'arrivo al tempio presenta alcuni elementi riusciti: la mercificazione mondana seppur messa in scena in maniera caricaturale (i barman sono vestiti da vescovi!) e i derelitti fuori dalla chiesa che si drogano. Dopo alcuni inutili dialoghi con la scrittrice comunista, ecco un'altra canzone in un grammelot alla Prisencolinensinainciusol. Da notare le inquadrature e quelle con la fontana dei quattro fiumi.

    E qu la chicca... Dopo uno spettacolo Joan Lui e i suoi arrivano alla tana del diavolo con tanto di aggiunta di uno dei Trettrè (!) Arriviamo dal diavolo che notiamo è asiatico (non è cosi casuale!). Ma la cosa più involontariamente comica: il cinese. Chi lo interpreta non è doppiato e i suoi dialoghi già mal scritti sono recitati in un italiano mal recitato. Quante risate! Non potevano doppiarlo! Le scenografie della villa (altro che tana) se vi sembrano barocchi e kitsch, ricredetevi, ne vedrete delle belle...

    E' tempo della bella Mistero (la migliore canzone del film, lo so ho qualche rotella in meno nel cervello) penalizzata (o impreziosita in ottica trash) che saltano allegramente e da un coro di varie persone uscita dal nulla. Poi... -tremo a dirlo- la scena della cornetta che al coro di mistero "svulazza" come direbbe Abatantuono. Credo che sia un’esemplificazione della potenza di Joan Lui, ma anche così non sta in piedi. Strampalato (ma con questo termine minimizzo) anche il capovolgimento dei quaranta giorni rispetto al Vangelo.

    Loro stanno in buen ritiro -altro che Gesù- e la sua manager Judy si arrabbia. Finito tutto c'è spazio per un altro Fantast... sermone di Joan Lui. Se la cantano tutti in un videoclip condito da gag (quella dei cappelli scambiati) tocche. Cult la zoomata: a destra il fumo del sigaro di Winston infinito come la sigaretta di Jigen. Balletto inutile e riproposizione dell'Ultima Cena ampollosa come la peggiore puntata di Consorzio Nettuno e l'Adone di Giovanbattista Marino.

    Lo spettacolo è uno dei soliti silenzi che il Molleggiato faceva anche a Fantastico. Naturalmente la gente vede metafore in tutto, anche se poi stringi stringi Joan Lui non ha detto nulla. Ormai folle oceaniche vanno a sentire il Nostro e Jarak lo vuole morto. Ma c'è tempo della scena dell'uovo di Pasqua. Qualcuno me la spiega?

    Insomma, questo segno d'arroganza (anch’io vomiterei e mi offenderei per un uovo di Pasqua con dentro un uomo che reca gli strumenti della crocifissione). C'è spazio poi per un altro monologo, ma noi guardiamo il cappotto di Celentano e le risibili scaramucce con Gian. Break (non umoristico, fortunatamente) con i rapitori della Carboni (o Carloni?). Fra manifesti e dialoghi non si capisce nulla. Omelia di Celentano e poi canzone contro la droga che manco Christiane F. con cui i rapitori lasciano andare la Carb...ehm.... Carl...ehm... Scegliete voi!

    Intanto il comandante visto all'inizio del film capisce le parole che gli aveva rivolto all'inizio del film Joan Lui. Il comandante scopre anche il traffico di feti gestito dal nostro cinese cattivo. Viene, infatti, scoperchiato un vagone pieno di feti usati per la cosmesi: manco Mondo cane! L'arrivo alla stazione ferroviaria è introdotto da una carrellata infinita nell'ordine del minuto. Altro che Nuti! Jarak si arrabbia e decide di uccidere il nostro Joan Lui. Perciò gli fa un discorso nel solito italiano assurdo con dietro un desertaccio fintissimo. Scenografia assurda. Perché ne abbiamo viste piche (siamo quasi alle due ore di film).

    C'è spazio per un orto del Getsemani al contrario. Nel Vangelo Gesù almeno sapendo la sua sorte pregava, qui si lascia anche andare in una visione sulla concordia fra URSS e Usa. Ah, la distensione! La Mori ha un costume con cucite assieme le bandiere die due stati! Le canzoni ormai sono la cosa migliore del film... maledetta trama. Parentesi con una che lava i piedi a Joan. E' tempo del discorso finale. Siamo davanti ad un’accozzaglia di luoghi comuni sbattuti davanti allo spettatore sulle "corporazioni" e altre astrusità- Pensate se Gesù avesse parlato così... Di colpo Joan Lui è ucciso. Steady ben gestita con muscone tragico di circostanza ma risorge subito. Il killer fugge ma ormai il mondo non ha accettato il Verbo di Joan lui. E' ora dell'apocalisse. Altra canzone.

    Si scatenano le macerie (il delirio della cartapesta), gente che fugge, la comunista che si converte ne scrive il vangelo. La regia si concentra sui ritratti di Marx e Stalin. Connotazioni politiche poco nascoste, no? In casa Jarak tutto crolla ed è ora di una piccola vendetta: Jarak defeca (era meglio un termine più brutale ma il lettore lo rispetto) e lancia gli escrementi contro Joan Lui. Messa per scritto la scena è sconvolgente pensate visivamente (in un dipinto sarebbe ancora peggio, roba da De Chirico). Joan Lui sputa un raggio laser (manco fosse un robot) e uccide il nemico che espelle un serpente. Joan Lui saluta Judy e dichiara con puntualità svizzera che il mondo finirà alle cinque (giusto in tempo per il tè). Viene su un’onda gigante e tutto crolla. Forse è la parte migliore del film (non perché finisce!). Carrellata finale (che cita Quarto potere19!): Judy regge in mano il biglietto con scritto ti amo dato in alcune scene prima da Joan Lui. Romantico!

    Meno male che è un musical altrimenti ci si annoierebbe soffocati da un eccesso di personalismo ed egocentrismo. Spregiudicate le scelte nel cast. In un ipotetico cimitero dei film l'epitaffio sarebbe "Joan Lui. Diretto, sceneggiato, prodotto, musicato, montato, interpretato da Adriano Celentano. Una prece".


    Mi sono divertito molto di più a leggere questo racconto che a guardare il film. Quando lo vidi la prima volta, nel 1988, mi deluse non poco (probabilmente mi aspettavo, come gran parte degli spettatori, qualche momento comico)e restai a guardarlo fino alla fine sperando che in qualche modo si risollevasse, con qualche "celentanata"... e invece niente. Lo trovai oltretutto incomprensibile (pensavo che fosse un problema mio, legato alla giovane età - avevo 13 anni - da adulto, non ci ho capito molto di più, segno che forse il problema era il film). Forse, se Celentano non si fosse preso così sul serio, avrebbe potuto realizzare una dignitosa commedia musicale, e non una brutta copia postmoderna di Jesus Christ Superstar.
    Secondo me fa parte di quei film "fortissimamente voluti" e altrettanto fortissimamente fallimentari, al punto da minare la carriera cinematografica dei loro autori. Se avessi molto più tempo da dedicare alle visioni filmiche, lo rivedrei in chiave trash, magari come parte di un trittico comprendente Occhiopinocchio e il Pinocchio di Benigni.
    Ultima modifica: 17/01/17 08:14 da Zender
  • Panza • 17/01/17 17:21
    Contratto a progetto - 5198 interventi
    Grazie per aver apprezzato quella specie di resoconto del film che ho visto diverse volte per il discorso della long version.

    Credo che all'epoca molti si aspettassero un tono simile alle varie pellicole con Castellano e Pipolo. Joan Lui ha dimostrato che laddove Celentano non fosse assistito da persone che ne limitassero le ambizioni, sfocianti nell'autocelebrazione (poi trasferitasi televisivamente), la catastrofe (che io adoro, comunque) era imminente. Lo stesso discorso per Nuti, anche se gli ultimi sue due film non erano così brutti.

    La cosa più allucinante, sottolineata anche da Legnani nel commento, è che il discorso para-cristiano (con comici televisivi di contorno?!). diventa paradossalmente un veicolo per autocelebrarsi. Le canzoni sono però orecchiabili, ovvio che siamo mille miglia lontane dalla grandiosità di JCS.
  • Alex75 • 17/01/17 17:47
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Panza ebbe a dire:

    Le canzoni sono però orecchiabili, ovvio che siamo mille miglia lontane dalla grandiosità di JCS.


    Le musiche, effettivamente, sono la cosa migliore del film; Celentano e i suoi collaboratori hanno quasi sempre confezionato brani godibili, anche se diversi testi firmati dal "Molleggiato" (anche prima di "Joan Lui"; penso in particolare agli album "I mali del secolo" e "Deus") hanno toni da predica.
    Sul fatto che Celentano, lasciato cinematograficamente a se stesso, fosse votato al disastro, concordo ("Yuppi du" è stato un felice miracolo; "Geppo il Folle" non l'ho visto, ma non ho mai trovato nessuno che ne fosse entusiasta).
  • Franz • 10/06/17 19:34
    Galoppino - 222 interventi
    dovrei recuperare questo film, che, credo, non ho mai visto per intero. Forse una decina abbondante di anni fa ne 'ammirai' qualche lunga sequenza in uno dei rari passaggi televisivi, mi pare su la7 (che forse era ancora Telemontecarlo, boh). Ne trassi l'impressione di una boiata colossale, ma dovrei appunto vederlo per bene per giudicarlo. Devo dire che sia i trailer della prima tv del film, sia, mi pare di ricordare, quelli dell'uscita cinematografica, ai tempi, mi inquietavano tantissimo, in particolare questa visione del treno e l'atmosfera millenaristica. Ma Joan LUI era in pratica la versione italianizzata, nel nome, di HE-Man :) Scherzi a parte, non mi meraviglia il fatto che la prima televisiva sia stata surclassata dal Fantastico con la Oxa e Montesano: anch'io, da undicenne, preferivo la bionda Oxa, che all'epoca non era affatto male, anzi, bella gnocca, allo spelacchiato Celentano :) Curioso poi, in questo duello a distanza, che la Oxa sia diventata, in anni recenti, anch'essa una sorta di profeta del nulla, infarcita di luoghi comuni nei discorsi che fa.
    Ultima modifica: 10/06/17 19:36 da Franz
  • Il Dandi • 17/01/18 12:36
    Segretario - 1488 interventi
    Paulaster ebbe a commentare:

    il figlio di Dio che torna in un mondo violento dove comanda il comunismo e il simbolo è il caso Orlandi.


    Sospetto sia un refuso di "conSumismo", altrimenti non capisco.
    Ultima modifica: 17/01/18 12:37 da Il Dandi
  • Paulaster • 18/01/18 13:59
    Controllo di gestione - 97 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Paulaster ebbe a commentare:

    il figlio di Dio che torna in un mondo violento dove comanda il comunismo e il simbolo è il caso Orlandi.


    Sospetto sia un refuso di "conSumismo", altrimenti non capisco.


    Non è un refuso. Il comunismo comanda nel senso che la Mori sembra dettare legge dal "Corriere dell'Est" e il simbolo della Orlandi è riferito solo al mondo violento.
  • Il Dandi • 18/01/18 15:09
    Segretario - 1488 interventi
    Mi pare tirata per i capelli, ma grazie.
  • Mco • 18/01/18 18:47
    Risorse umane - 9970 interventi
    Grande Panza, bellissima narrazione critica.
    Mi hai fatto quasi tornare la voglia di vederlo...;-)
  • Comiche • 1/10/18 22:10
    Galoppino - 186 interventi
    Date un'occhiata alla versione del film presente su TIMvision...
  • Raremirko • 1/10/18 22:40
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Comiche ebbe a dire:
    Date un'occhiata alla versione del film presente su TIMvision...


    Cos'ha di così interessante?