Discussioni su Io sono un evaso - Film (1932)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/10/08 DAL BENEMERITO AMMIRAGLIO
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Capolavoro assoluto (e ce ne sono pochi!):
    Kami
  • Grande esempio di cinema:
    Ammiraglio, Daniela
  • Davvero notevole!:
    Gottardi

DISCUSSIONE GENERALE

  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Daniela • 28/05/17 01:06
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Il film è tratto dall'autobiografia di Robert E. Burns, I Am a Fugitive From a Georgia Chain Gang, pubblicato nel 1932.
    Burns riuscì ad evadere due volte da una colonia penale della Georgia e quando uscì il film era ancora latitante, essendo ricercato in quello Stato.
    Ricevette il perdono dal Governatore della Georgia solo nel 1945
  • Daniela • 29/05/17 11:04
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Ad un certo punto, il protagonista impersonato da Paul Muni chiede ad un compagno di prigionia, un gigantesco detenuto nero, di colpire l'anello che ha alla caviglia, in modo da poter poi sfilare il piede e fuggire.
    Il compagno, pur titubante, accetta e gli chiede di tenere fermo il piede prima di abbattere il martello sul ferro.
    La scena è riproposta in Prendi i solti e scappa: identiche premesse, anche se il risultato non è lo stesso.
    In effetti tutta la parte dei lavori forzati all'aperto nel film di Woody Allen è una parodia del film di LeRoy. Spassosa in particolare la sequenza delle frustate, in cui si scopre che, per un difetto di vista di una delle guardie, a ricevere la punizione non è il povero prigioniero ma la sua ombra.
  • Caesars • 29/05/17 12:20
    Scrivano - 16800 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Ad un certo punto, il protagonista impersonato da Paul Muni chiede ad un compagno di prigionia, un gigantesco detenuto nero, di colpire l'anello che ha alla caviglia, in modo da poter poi sfilare il piede e fuggire.
    Il compagno, pur titubante, accetta e gli chiede di tenere fermo il piede prima di abbattere il martello sul ferro.
    La scena è riproposta in Prendi i solti e scappa: identiche premesse, anche se il risultato non è lo stesso.
    In effetti tutta la parte dei lavori forzati all'aperto nel film di Woody Allen è una parodia del film di LeRoy. Spassosa in particolare la sequenza delle frustate, in cui si scopre che, per un difetto di vista di una delle guardie, a ricevere la punizione non è il povero prigioniero ma la sua ombra.


    Interessante. Non avendo mai visto la pellicola di LeRoy, non sapevo che Allen l'avesse parodiata nel suo ottimo "Prendi i soldi e scappa"