Discussioni su Innocents - Film (2000)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/02/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
    POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/11/23
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  • Quello che si dice un buon film:
    Buiomega71
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Achab50
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Marcel M.J. Davinotti jr.

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 22/02/20 10:04
    Consigliere - 26015 interventi
    Quello che di primo acchito sembra un thriller classico con due sorelle (una si chiama Dominique come quella depalmiana) che vivono in una vecchia casa isolata in mezzo al nulla e con un segreto da nascondere, è in realtà un curioso e intenso dramma on the road, che sembra quasi un mix tra Le strade della paura (versione muliebre) e Thelma & Louise vs Butterfly kiss (ma con in più il terzo incomodo maschile a comporre il trio), che si frangia di riverberi noir (la coppia automobilistica dei serial killer stradali) e di disgustosi e spregevoli personaggi paralynchiani (il giudice guardone e maniaco sessuale di Robert Culp che vive in solitudine, il padre molestatore e morente di Frank Langella), che vira, poi, nei meandri vendicativi del classico rape & revenge (il tentato stupro a Dominique, i carnefici presi a fucilate sull'asfalto, di notte), per poi sfociare in lancinanti tragedie (e confessioni) familiari nella figura della madre sfatta e ubriacona di Anne Archer.

    Un film peculiare, per come è costruito e narrato (dall'incipit dell'interrogatorio all'incidente stradale con la Volvo, che sembra miri a tematiche simil Misery), e che pian piano diventa un "sulla strada" impreziosito dai suggestivi scorci della provincia americana (anche se girato in Canada) e dalla fotografia di Bruce Worrall, dove lo straordinario Anglade si trova hitchockianamente coinvolto in un'avventura ai limiti dell'assurdo e della follia femminea, spaesato francese in terra yankee (simpatico lo scambio di battute cinefilo su Un americano a Parigi e Cantando sotto la pioggia con uno degli assassini degli automobilisti) che si ritrova, suo malgrado, complice della rivalsa uterina delle due sorelle "giustiziere", tra cui una delle due abusata sessualmente dal padre in passato.

    Squisitamente squilibrata la Dominique della Kirshner, terribili gli scherzi che le due tirano al povero Anglade (la scenata in cucina, minacciato con il fucile), di impronta notevolmente horror la parte nella casa del giudice pervertito e inquietanti le scene del crimine sul ciglio della strada, tra poliziotti e posti di blocco.

    Man mano che i tre viaggiano sulla Volvo station wagon (ecchissà perchè mi veniva in mente la canzone di Syria), ci si affeziona e si prova empatia, per questa inusuale vacanza cuoreselvaggesca e tra locali country, violoncelli e Dominique che impazza con il fucile tra le braccia o tenta il suicidio credendosi un angelo all'arrivo di un pullman (Ma gli angeli volano?), il film diventa altro, andando a sconfinare in un finale tenero e agrodolce, che commuove e omaggia certo cinema europeo (Anglade con violoncello in una distesa verdeggiante).

    La Nielsen è un misto di sensualità e glacialità, la Kirshner è completamente (e favolosamente) pazza e Anglade non può che suscitare simpatia e tenerezza per la sua bizzarra situazione e per il suo personaggio.

    Marquette cerca (e spesso ci riesce) di costruire qualcosa di particolare e originale, che và al di là di un semplice thriller da discout, sterzando, spesso, in meccanismi impevedibili e inopinabili.

    Credendo di vedere un tipo di film e trovandomene davati tutt'altro, in un frullato di sentimenti e pericoli lungo l'irta strada della paura.

    Un invito al viaggio inconsueto e inquieto, dove l'età dell'innocenza disturbata della Kirshner ne vale, da sola, la visione.
    Ultima modifica: 23/02/20 12:00 da Buiomega71