Discussioni su Il mio scopo è la vendetta - Film (1979)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/08/16 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Buiomega71
  • Gravemente insufficiente!:
    Daidae

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 6/08/16 09:49
    Consigliere - 25998 interventi
    RASSEGNA ESTIVA: L'ESTATE AVVENTUROSA DEGLI INEDITI DAVINOTTABILI

    Quattro ex reduci del vietnam vengono presi di mira da un vendicativo vietcong che, durante la guerra, fù abbandonato dalla loro squadra durante una missione. Uccisi due e paralizzato un terzo, il vietcong vuole portare a termine la sua missione di morte eliminando l'ultimo rimasto, Kip Moore (Perry King). Ma Moore passa al contrattacco e a nulla serve la protezione della polizia...


    Mi piange il cuore affossare un regista che amo come William Fruet (soprattutto per quel mio cult movie che e Un Violento weekend di terrore), ma in questo blando filmettino c'è ben poco o nulla da salvare, e sembra girato da un altro regista se penso a Un violento weekend...

    La violenza che mi aspettavo da uno come Fruet (e da questo genere di film) e totalmente assente, il film e condotto con un ritmo fiacco e televisivo, girato male e scritto peggio

    Sembra un brutto telefilm, con i flashback in vietnam di una povertà sconcertante (davvero girati coi piedi), un risibile assassino/vendicatore viet, una Tisa Farrow sfruttata malissimo, che recita peggio di Carmen Di Pietro e messa lì solo per fare la scipita bella statuina (se penso a cosa era Brenda Vaccaro in Death Weekend)

    Eppoi noiosissimo (le visita alle cascate del Niagara che nonfiniscepiù, lo scontro finale tra Perry King e il viet che prende per sfinimento), banale, loffio, superficiale, senza sangue, sesso e violenza

    Il pallino e mezzo e perchè non volevo infierire su Fruet (penso ad un lavoro puramente alimentare, fatto senza alcuna passione), per le musiche elettroniche/carpenteriane del gruppo FAM e per la professionalità di Perry King

    C'è Don Stroud che fà il karateka (Don e sempre un mito, unico remasuglio del miglior Fruet) e che ha uno scontro col viet/killer sopra il tetto di una centrale elettrica, la fotografia di Renè Verzier (Rabid, La nave fantasma) e le scenografie della cronenberghiana Carol Spier, serve tutto veramente a poco.

    Pensavo davvero che Fruet mi regalasse un ora e mezzo di sana violenza e cattiveria, invece mi ritrovo un filmetto slavato e innocuo che manco un episodio di Magnum P.I

    Per tacere sulla caratura dei dialoghi esempio: Perry King e il viet/killer stanno combattendo nel bel mezzo della città di New York (che poi si vede lontano un miglio che e una cittadina canadese) e la polizia vuole fermarli. Un poliziotto chiede a George Kennedy (il capitano della polizia) "Dove andiamo?" e Kennedy risponde: "In vietnam!". Ma vaffa...

    Almeno Spasms aveva il suo perchè, così come Killer Party o Gli occhi indiscreti di uno sconosciuto, quì, in realtà, c'è poco o nulla da portare a casa e sui reduci del vietnam meglio rivolgersi altrove.
    Ultima modifica: 6/08/16 10:59 da Buiomega71