Discussioni su Il fascino del delitto - Film (1979)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 7/08/12 10:21
    Consigliere - 25944 interventi
    L'ESTATE FRANCESE IN NERO

    Dopo il bellissimo Police Python 357
    e prima del crepuscolare Codice d'onore, Alain Corneau firma questo dramma grottesco che via via si tinge di nero, tra il cinema proletario di un Ken Loach e lampi del miglior Scorsese.

    Vite allo sbando, fatte di squallore, gretteza, solitudine e male di vivere, non esiste un personaggio positivo, tutti sono adombrati di luce melliflua e infidità (dal datore di lavoro di Deware-un luciferino Bernard Blier-alla vecchia lurida che fà prostituire la nipotina, al greco ritardato, alla moglie che se ne và non prima di aver inzozzato l'appartamento).

    In mezzo a queste miserie umane, Deware cerca il colpo della vita che lo risollevi dalla sua grigia e tristissima esistenza.

    Non è un noir in senso stretto, lo diventa man mano. Inizia come una commedia grottesca, per poi virare nel nero più nero.

    Corneau si dimostra narratore eccellente, tra dialoghi pre-tarantiniani, turpiloquio e una vena musicofila che lascia basiti (non ci sono musiche originali, ma pezzi da hit parade che provengono da radio e radioline sempre accese)

    Deware sarebbe da Oscar, visto che il film poggia tutto sulle sue spalle, ma a volte straborda andando un pò troppo sopra le righe, con monologhi deliranti, isterismi, pantomime, alternanza di slanci caritatevoli e umani, contrapposti a cieca e feroce violenza.

    Cinema fatto di squallide periferie e grigiore urbano quello di Corneau, che regala sprazzi di cinema notevole e sorprendente.
    Uno su tutti, che non ti aspetteresti mai:

    La vecchiazza laida, che seppur piena di soldi, vive in una topaia e fà prostituire la sua nipote ritardata Marie Trintignant, per un cappotto o una gabbia per conigli, invita Deware (rappresentante sull'orlo del tracollo) a fare sesso con la nipote ("Io mi infilo il cappotto, tu vai e infili mia nipote" vecchiaccia dixit).
    Una volta in stanza, Deware si trova davanti la bellezza acerba della Trintignant, lei accende la radiolina e parte "River of Babylon" dei Boney M, poi si denuda davanti ad un imbarazzatissimo Deware.
    Gran pezzo di cinema!

    La Trintignant (appena 17 anni all'epoca del film) , poi, è bellissima, sempre imbronciata, animale sfuggente , dalla sensualità acerba, una ninfomania che nasconde una gran voglia d'amare e essere amata. Un misto tra una giovanissima Nastassja Kinski e la morbosità struggente di una Leonora Fani, e che regala un nudo integrale full frontal.

    Frase cult di Deware rivolta alla Trintignant :" Ma non è possibile che tu voglia sempre scopare!"

    Bellissima poi la citazione al Padrino Parte Seconda, con la pistola avvolta nel fazzoletto che prende fuoco.

    A volte pecca di qualche lungaggine e dialogo di troppo, scadendo nella commediaccia con scene grottesche gratuite (il biker che bacia sulla bocca Deware al bancone Bar, scena che mi ha ricordato un episodio analogo nello scorsesiano Fuori Orario, o quella dei pugili dilettanti), ma impreziosito da schegge di furia devastante (il massacro a casa della vecchiazza, l'assassinio silente e spietato della moglie).

    Con le sue pecche e i suoi difetti, e comunque un film attualissimo, che sembra girato ieri, dalla forza dei dialoghi, per le situazioni e una narrazione limpida e realistica.

    Da vedere, anche solo per rendersi conto della vitalità di certo cinema francese, e riscoprire un autore che sapeva raccontare le miserie umane come pochi.
    Ultima modifica: 21/03/14 18:23 da Buiomega71