Brainiac • 30/11/14 16:11
Call center Davinotti - 1464 interventi----------
Attenzio': Contiene Spoilerini----
Più censurato delle chiappe ne
Il Giudizio Universale di Michelangelo, con più
Parental-advisory appiccicati addosso di un ciddì di
Marilyn Manson, il film che nessuno -tranne Ken Russell- voleva farvi vedere è un capolavoro oscuro e debilitante di quelli che invece
tutti dovrebbero imparare a memoria.
Si dice che sia un film surreale, grottesco, eccessivo. Vero, ma non poi più tanto rispetto ad un periodo storico malsano in cui i cadaveri si bruciavano per strada, i bubboni erano comuni come l'afta boccale, le bambine si tinteggiavano le facce di bianco-cadaverico, i vescovi si facevano tener su il mantello da coppie di verginelli. Un secolo oscuro in cui le deformità si nascondevano sotto le cocolle delle tuniche, la sessualità veniva rinnegata ed i regnanti potevano annientare gli oppositori senza processi (o con accuse farsesche).
Russell compie un operazione scaltra (la mia preferita per distacco quando si tratta la materia delicata del
biopic/ dramatization): dove non può (o non vuole) arrivare con la puntuale ricostruzione storica cerca di immaginare le dinamiche psicologiche deviate e purulente che portarono all'esecuzione di
Urbain Grandier. Prete libertino, con più amanti del
Casanova felliniano, libero-pensatore erotomane ed erotizzato, grandissimo ed eroico zozzone -Grandier da Poitiers- è un incrocio folle e fallico (financo la sua ossatura bruciata simboleggierà -fra le mani tremanti desiderio dell'insoddisfattissima
Redgrave- un pene eretto) fra
Martin Lutero e
Che-Guevara. Strenuo difensore delle mura della città ed agitatore rivoluzionario ("Se volete restare liberi combattete o diventerete loro schiavi"), come in tutte le fiabe nere lo stentoreo
Oliver Reed assurgerà pronti-via ad umido super-conduttore delle frustrazioni sessuali della società Seicentesca.
L'impossibilità di penetrare le mura di Loudun da parte dell'arrivista
cardinale Richelieu diventerà ossessione bruciante. L'impotenza di Richelieu contro il vigore sessuale di Urbain, si direbbe. La passione rinnegata della suora deforme per il prete-seduttore volgerà in odio-istantaneo da cuocere a fuoco lento (la negazione degli istinti sessuali la rende di fatto "posseduta": i deliri mistici e le visioni di Grandier-cristologico sono disturbi reali d'una personalità allarmante). L'omosessualità (forse) rigettata dell'effimero e crudelissimo Re ne fanno un giudice insensibile ed isterico, che non muoverà un dito di fronte alla congiura da egli stesso demistificata. Grandier umilia il patetico tentativo degli pseudo-scienziati nella lotta alla peste bubbonica (i due stolti vorrebbero curare pustole e lacerazioni imprigionando calabroni in coppe di vetro da far aderire all'epidermide o facendo stendere gli ammalati su coccodrilli impagliati). Per ritorsione verrà ripagato dai "dottori" con torture assortite degne di Eli Roth (chissà quanto avranno ispirato il
Misery-kinghiano quelle randellate impressionanti assestate sulle giunture assicurate ai ceppi) e testimonianze più false di una banconota da 2 euro.
Nel finale le fiamme si sostituiranno alle mura fortificate distrutte dall'arrivismo e dalla cecità politica del viscido
barone di Laubardemont.
Lo sguardo di Grandier attraverserà il fuoco e scrutarà la folla impazzita ed ebete, ormai anestetizzata dai ludus cruenti e vendicativi messi in campo dal Potere peggio che in un
sabba Cormaniano. Una marmaglia (quella che assiste all'uccisione di Grandier) quasi sempre agghindata in maschera, forse a simboleggiarne l'opportunismo e la falsità. In questa masquerade orgiastica si possono vedere i germogli di un
Eyes wide shut? Sì, ci si può intravedere quello che sarà uno dei tanti nuclei kubrikiani.
Lo sguardo/ macchina da presa del prete-morente non si fermerà sulle miserie umane e sui baccanali selvaggi, però, cercando, in un lampo umanissimo di redenzione/ purificazione (fu questo slancio poetico a far spellare le mani al critico Raboni licenziato dall'
Avvenire* per questo suo insapettato/ inopportuno apprezzamento della blasfema opera Russelliana?) uno spiraglio dietro le macerie metaforiche (e tangibilissime) della guerra civile. Dietro queste misere macerie fumanti della novella
Salem rasa al suolo, però, ci saranno solo coreogafici cadaveri essiccati, scheletri disarticolati e una donna (la speranza?) che si allontana lentamente, volgendoci le spalle.
*
fonte Wikipedia/ Giovanni Raboni. Il severo "Re Censore" che scoprì la dolcezza dei versiUltima modifica: 30/11/14 17:04 da
Brainiac
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