Buiomega71 • 21/02/15 09:41
Consigliere - 25998 interventi NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE
E il primo film di Sion Sono che vedo, e me ne sono innamorato seduta stante. Nell'impossibile sembra che il geniale (e questa volta l'aggettivo ci stà tutto se non di più) regista giapponese abbia realizzato il film secondo i miei gusti, sfornando un film "buiesco" per antonomasia
Sembra un
China Blue filtrato dal Dario Argento più anarchico e visionario, un
In cerca di Mr. Goodbar rivisto attraverso gli umori feroci e spietati di un Lucio Fulci dei tempi dello
Squartatore di New York
Già l'incipt è un sonoro pugno nello stomaco (che non svelo per non rovinare la sorpresa), misto del gore horror più viscerale con lampi, colori e composizioni macabre baviane (qualcosa di simile lo aveva suggerito anche Eros Puglielli con
Occhi di Cristallo) che difficilmente si dimenticheranno
Poi, Siono, destabilizza, con il racconto di una mogliettina succube del marito scrittore e destinata a ripetere rituali quotidiani fino allo sfinimento (il continuo riordino delle ciabatte del marito, il saluto della buona giornata, il sapone di marsiglia) che riscopre se stessa (e rivive) attraverso il sesso
Sesso ruspante, godurioso, carnale, quasi da film porno (con i clienti del supermercato chiusa nei bagni, sui set di film hard, gironzolando per un ipnotica Tokyo in cerca di C...o e vestita come una pornostar)
Siono tocca i tasti dell'erotismo più tosto (la sodomizzazzione con telefonata al marito è un must), incorniciando il tutto in camere d'albergo a ore con colori saturi e innaturali
Poi arrivano i bassifondi del sesso della capitale giapponese trateggiati con una fotografia "suspiriana" che mozza il fiato
Una stimata pofessoressa dal passato incestuoso che, come Diane Keaton nel capolavoro di Richard Brooks o Kathleen Turner nel fiammeggiante capo d'opera russeliano, di notte si trasforma in una assatanata prostituta senza inibizioni nè pudore, che farà da caronte alla mogliettina in cerca di sè stessa, iniziandola al mondo del sesso mercenario.
Un viaggio vorticoso e ammaliante nei gironi infernali del sesso (la professoressa non disdegna di farsi sbattere da un suo studente nei bagni dell'università, ride sguaiata-come posseduta-quando un cliente la prende da dietro nella sua fatiscente stanza di appuntamenti, innondata di colori baviani)
Siono, poi, ci ficca uno degli esami autoptici più disturbanti e realistici mai girati (un moncone di donna fatto a pezzi corroso dai vermi) e sfuma in pura follia nel delirante pre finale (con richiami ai manichini di
Maniac), dove pazzia e delirio si mescolano implacabili
Il sangue si mescola (e a quasi lo stesso colore) con i colori purpurei dei palloncini fatti scoppiare a mò di gavettoni sui corpi o gettati addosso ai corpi nel delirio del sesso (quasi un carnevalesco effetto splatter), così come in
Suspiria il vino aveva lo stesso colore innaturale del sangue e le borse contenenti i resti umani ghiacciano le vene per la folle "naturalezza" in cui sono state esposte.
Mogli remissive che vogliono seguire i passi della Catherine Deneuve di
Bella di giorno, professoresse stimate novelle china blue del sesso estremo, madri completamente pazze, mariti stimati irriducibili puttanieri, composizioni post mortem da togliere il sonno e su tutto la follia anarchica di un regista che non assomiglia a nessun altro (forse Takashii Miike le si avvicina)
La prova delle salcicce davanti allo specchio di Izumi nudissima in tutto il suo splendore (ma che meraviglia sono le donne giapponesi?), o che gira per Tokyo regalando erezioni (al sottoscritto), Mitsuko perversa "femme fatale" e mater lacrimarum che buca lo schermo e lascia il segno (Makoto Togashi è da tenere assolutamente d'occhio, brucia lo schermo e ti rimane impressa a vita) che indossa scarpe rosse col tacco (omaggio a
Tenebre?) e si presenta agli occhi di Izumi (anche Megumi Kagurazaka lascia senza fiato) come una dea, una mater, che allarga le braccia e sorride (sequenza di rara bellezza, oltretutto), Izumi che fà la pipì davanti a due bambini curiosi su un molo, l'incontro con la madre di Mitsuko (un pezzo al vetriolo e le battute ciniche e feroci della madre sulla figlia sono da annali e da segnare su un taccuino)
Eppoi (ma c'entra poco col film), a me questa abitudine e usanza delle donne giapponesi di mettersi le ciabattine (e togliersi le scarpe) negli interni delle case mi fà impazzire...
"
Ne assaggi una, sono buonissime...Assaggia anche me",
Tutti cercano la strada per il Castello, l'ossessiva musica classica di sottofondo, le percussioni verso il finale, i flashback che rasento la passione incestuosa, i ritratti che faceva il padre alla figlia (non proprio pudici), Mitsuko che si trasforma e si trucca davanti allo specchio:"
Sanshuke è morto", il delirante movente del feroce e pazzesco delitto, il pestaggio finale di Izumi (ormai preda al gorgo del sesso mercenario), altri tasselli che avvicinano il film al capolavoro
Sion Sono è un genio che ti prende le viscere, punto e basta.
Buiomega71, Fedeerra
Deepred89
Mickes2, Capannelle
Greymouser, Cotola, Daniela, Minitina80