Discussioni su Gretel e Hansel - Film (2020)

DISCUSSIONE GENERALE

6 post
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  • Cotola • 24/04/20 13:06
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    @ Daniela

    In giro non se ne dicono faville, ma a me è piaciuto molto. Ti sacrifichi e mi fai sapere se ho preso un
    granchio di quelli grossi? ;)

    P.S.

    Ovviamente è bene accetto qualunque parere che suffraghi o confuti il mio giudizio estremamente positivo.
  • Daniela • 24/04/20 17:02
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    x Cotola

    Accetto volentieri l'invito, tanto più che sono curiosa di vedere cosa ha combinato Oz Perkins alla terza regia: i primi due film non mi avevano convinto molto sia a livello di sceneggiatura (February) che come gestione dei tempi (Sono la bella creatura che vive in questa casa), però erano visivamente suggestivi ed anche impaginati con una certa eleganza. Magari con questo ha fatto centro :o)
    Vedo, commento e ti faccio un fischio :o)
  • Cotola • 24/04/20 17:18
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    L'aspetto visivo non potrà non colpirti. Leggo da te che era buono anche nelle pellicole precedenti (mi chiedevo appunto se lo fosse), quindi provvederò al recupero.
  • Daniela • 25/04/20 19:32
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Visto in nottata ed anche apprezzato, anche se per me la più bella rilettura della stessa fiaba resta quella del sud-coreano Hansel & Gretel di alcuni anni fa.
    Se non l'hai visto, ti invito a recuperarlo, se non altro per fare un confronto.
  • Cotola • 26/04/20 11:06
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Non ne sapevo nulla. Ovviamente il connubio consiglio "danielesco" + pellicola sudcoreana, rende
    obbligatoria la visione.
  • Buiomega71 • 9/04/22 10:25
    Consigliere - 26006 interventi
    Il talento del figlio di Norman Bates è fuori discussione e questa sua "rivisitazione" della fiaba dei fratelli Grimm è intrisa di suggestioni e da un'aspetto visivo affascinante (che , spesso, sfiora lo stucchevole), tra cromatismi refniani, OST pseudocarpenteriana e estetismi lantimosiani (o eggersiani).

    Ma a mancare è tutto il resto, in primis l'emotività, il coinvolgimento, l'interesse, la visceralità, in una pellicola che non arriva, che si rivela uno sterile esercizio di stile (anche un pò ruffiano), in quello che è un freddo contenitore vuoto che racconta del nulla (prevedibile e poco sorprendente chiusa finale compresa) e non esente da pesanti momenti di noia (i canonici 87 minuti sembrano il doppio), se non la solita (e convenzionale) tiritera sul passaggio di consegne generazionale (e stregonesca) e la ritualità che passa  dall' adolescenza all'età adulta (le mestruazioni di Gretel).

    L'incipit faceva sperare il contrario, con la bambina dannata, menagramo e malmostosa abbandonata tra i boschi (cuginetta di quella , ben più terrifica, del Triangolo delle bermude cardoniano), il viaggio , nella selva oscura, intrapreso da Gretel e Hansel, tra viscidi vecchi satiri al là marchese De Sade che vogliono corrompere la verginità di fanciulle in fiore, madri corrose dalla pazzia, padri suicidi, inquietanti creature silenti e , forse, cannibali, che sembrano uscite dalla Sindrome del terrore, in un'atmosfera di pestilenza e disperazione non dissimile da quella di The VVitch (anche se, il cacciatore nero, dal buon cuore, lascia basiti).

    Ma una volta arrivati alla casetta di marzapane (che di marzapane non è, ma pare più una scultura dadaista che sembra uscita dalla mente di Hans Ruedi Giger) della strega cattiva in mezzo al bosco fatato, il film si avvita su se stesso e si impantana nella mediocrità e nella sterilità narrativa.

    Come vedere un dipinto fiammeggiante e seducente, ma che, ben presto, stanca e nausea, con quella fastidiosa patina "fasulla" di chi nell'ambizione vuole fare vedere a tutti i costi che è davvero bravo (in questo, February, era molto più onesto e sincero) tentandole tutte per lasciare a bocca aperta lo spettatore, ma sortendo, per quel che mi concerne, l'effetto contrario.

    Momenti surreali (i funghetti allucinogeni, la ciocca di capelli, con nastrino, che la strega si sfila dalla bocca), si miscelano nei richiami ad Alice nel paese delle meraviglie, a strascichi dal Mago di Oz (e Perkins jr, con quel nome, non poteva farne a meno), tirando in ballo il re Jodo della Montagna sacra ( la strega nera , con cappello, sulla cima del monte, l'occhio che guarda nel triangolo), il Jordan di In compagnia dei lupi, fino all'Argento più villipeso (quello della Terza madre) tra streghettone tatuate, rese dei conti pacchiane e fuocherelli celesti in CG.

    Non basta una Alice Krige di mostruosa decadenza (lei si, straordinaria), un banchetto fatto di viscere e frattaglie di piccole vittime trasformato in prelibatezze da Grande abbuffata, una madre che divora la propria prole (con camin che fumano sangue in stile Landrù), una Gretel convincente con il faccino promettente di Sophia Lillis, quando a mancare è proprio il livello emotivo, che se ne stà ben sotto il livello di guardia.

    E non se ne può più degli spiritelli dei bimbetti liberati nel bosco e di rimasugli alla Strega di Blair sparsi qua e là nel fitto della foresta nera.

    Insopportabile, poi, il marmocchio Hansel, che speri venga servito a tavola insieme alle altre pietanze.

    Parecchi dubbi e ben pochi entusiasmi, in una pellicola si accattivante esteticamente, ma infruttuosa sotto tutti gli altri aspetti e, fondamentalmente, inutile (ultimamente, sulle streghe, si è fatto ben di meglio e con altra caratura).

    La favoletta di Perkins jr non carbura e non affonda e February era fatto di ben altra pasta.

    Curioso come anche papà Anthony (sotto forma di commedia grottesca) abbia anch' esso trattato di cannibalismo con Una fortuna da morire, proprio come il figlio lo ha fatto sotto ottica fiabesca.

    Totalmente ingiustificato il divieto ai minori di 14 anni.

    Chi ha paura delle streghe di Oz?


    Ultima modifica: 10/04/22 00:03 da Buiomega71