Discussioni su Entro la prima luna - Film (1989)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/06/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Gravemente insufficiente!:
    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 26/06/20 11:12
    Consigliere - 25998 interventi
    Un vero peccato, perchè l'idea in sè non era malaccio (tratta dal romanzo dell'autore de L'ululato), rinvedire le angosce e le derive mortifere di Carnival of souls, innestandole con i richiami poltergestiani dell'aldilà e dando una diversa rappresentazione del mito dei morti viventi. Titolo italiano bellissimo, che evoca atmosfere lunari e arcane, uno script, alla base, anche interessante sul mondo dei morti che reclamano chi ha visto la luce in fondo al tunnel (un pò come in Survivor o in Ragnatela di morte) arrivando anche a battere sul tempo Final destination (il meccanismo, di fondo, è quello), per di più sotto l'egida di uno scafato regista di sicura professionalità come Wendkos, che aveva nel carnet il mai dimenticato (e affascinante) La macchia della morte, che in passato aveva già affrontato l'argomento "vita oltre le barriere della morte" con Haunts of the very rich (altri tempi, altro modo di fare cinema televisivo, dove Wendkos sperimentava e dava quel tocco personale che in Entro la prima luna risulta totalmente anonimo e raffazzonato). Ma , ahimè, se gli anni 70 sono stati per Wendkos floridi e degni di nota, lo stesso non si può dire per la fine degli anni 80. Sì, perchè nonostante l'intelaiatura interessante e curiosa da horror che scruta i misteri di "cosa c'è dopo la morte", questo tv movie si palesa per quello che è, un noiosissimo e legnoso fumettone che supera abbondantemente le due ore, di una piattezza televisiva terrificante, di una messa in scena fiacca e dozzinale, dove l'andamento da telenovela e le puntate nel ridicolo involontario la fanno da padrone. Quasi due ore e mezza per raccontare dell'ex donna bionica che fa una capatina nel mondo dei defunti (da sculto assoluto la sequenza della sua "scorporazione" dell'anima dal corpo dopo la sua caduta in piscina, dove Wendkos mostra un cheapissimo e pacchiano aldilà fatto di luci rosse, vortici e ridicole figure in nero che tentano di ghermire e portarsi via la Wagner, con un effetto cartoonesco pagliaccesco che nemmeno il Gerard Damiano di Odissey sexual, con lei stessa, anima fluttuante di divin candore, che vede il suo corpo esamine dall'alto dei cieli, roba che manco la Disney degli anni 50, vieppiù che tutta la sequenza è costruita con gli SXF della Fantasy II film effects, che quì gioca al risparmio con i soldi dei cestini) e che, poi, se la deve vedere con un nugolo di zombi (essì) che se la vogliono (ri)portare nel mondo dei più. Un'auto impazzita cerca di investirla (guidata da una donna già morta), poi , nella grossolana festa dei  morti in Messico, il carpenteriano Peter Jason cerca di annegarla, ma lui finisce a fette grazie all'elica dello scafo, come un personaggio del cardoniano Il triangolo delle bermude, e la rappresaglia mortifera continua con Robert Prosky che dopo aver avuto un infarto si muta in uno dei morti viventi più risibili della storia (vedere le sue espressioni da film muto con cerone in faccia) per poi gettarsi dalla finestra dell'ospedale, ma non è finita perchè all'obitorio un morto si risveglia sul tavolaccio stile Fog meets Macchie solari e tenta di strangolare la povera ex donna bionica (in uno schifosissimo ralenti, per di più),  poi un camionista gioca a fare Duel sulle strade della California per mandare fuori corsia la poveretta, il ragazzo che vende i fiori sullo skateboard si muta in una sottospecie di Victor Pascow e insegue minacciosamente la Wagner per tutto il parcheggio sotterraneo, finchè un auto non lo rimette di nuovo sotto, e dulcis in fundo il suo bel ex fidanzato và a prelevare al bancomat ma viene fatto secco da un balordo, e così rimane l'ultimo zombone a dar filo da torcere alla bionda attrice, in un finalone dai vaghi sapori argentiani (il lucernaio sfondato). Il tutto messo in scena con una pochezza e una monotonia soporifera degna della peggior soap opera, dove, tanto per allungare la brodaglia (il film , in origine, nasce come una miniserie di tre ore e mezza!) c'è pure il tempo per assistere ad una sfilata di moda girata peggio che una televendita, sorta di  miserabile Sotto il vestito niente, di cui, francamente, frega niente a nessuno. E i morti che muiono (disgraziatamente) due volte, le tentano tutte per rovinare la giornata alla spaventata Wagner, con risultato esilarante e catastrofico , non poi molto dissimile, da Willy il coyote che cerca di fare (inutilmente) le forche a Beep Beep (vedere per credere). Nonostante il soggetto avesse delle potenzialità, Wendkos manda tutto in vacca dirigendo di malavoglia e con la mano sinistra, infarcendo questo lagnoso polpettone con luoghi comuni vecchi come il cucco (la psicanalista, la zingara medium, l'ipnosi) e con terribili cadute nel romanticismo alla Sentieri, con un cast totalmente sbagliato (insopportabile Boxleitner che fa l'ex fidanzatino buono e premuroso, la Wagner scipita che sgrana gli occhioni e non ha un briciolo di sex appeal) e quel che è peggio raccontato come se fosse il più trito telefilmone da pomeriggio su Canale 5, di una fiacchezza e di una povertà davvero disarmante. Lontani i tempi quando Wendkos dirigeva tv movie cattivelli e audaci (penso al Gioco), di cui questo narcolettico tv movie non ne conserva nemmeno il ricordo. Poco o nulla da salvare (se non l'appartamento della Wagner contorniato da inquietanti manichini stile Puppet/Maniac e qualche debole sussulto slasher nella parte finale) in un coacervo di banalità mal realizzate e peggio raccontate nel più temibile look televisivo che si possa immaginare. Davvero un peccato, perchè titolo e regista promettevano abbastanza, promessa vana ahimè. Ciak dell'epoca (giugno 1992), nel reparto home video, aveva l'ardire di consigliarlo pure...Chi si accontenta gode. Se proprio rivedersi Oltre la porta della morte, che ha confronto di stè piagnisteo quì pare un monumento.  
    Ultima modifica: 26/06/20 14:48 da Buiomega71