Discussioni su De Sade 70 - Film (1970)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Buiomega71 • 14/08/18 10:09
    Consigliere - 26006 interventi
    Sadisterotica-L'estate torbida dello tio Jess

    Uno dei Franco più raffinati e stilisticamente eleganti, pregno di una ricercata finezza nelle immagini e nella messa in scena (da sottolineare il contributo di Manuel Merino, tra stanze invase da un'onirica luce rossa e chiaroscuri quasi langhiani)

    Opera che ancor oggi sorprende per la sua arditezza, per la sua peccaminosità e per la sua notevole carica di erotismo e perversione (mi chiedo che effetto abbia avuto un film così "spinto" nel 1969, e come se la sia giocata con la nostra censura-o la censura in generale-)

    Dopo un'inizio nel più pieno stile del periodo (con tanto di musichetta stile spionaggistico italico sotto 007), messer Franco si sposta sull'isola (non prima di aver stoccato con un incipit tra i migliori del suo cinema: un rito officiato da Christopher Lee, che sul leggio recita versi del divin marchese, dal sapor blasfemo-il cardinale-di messa nera, con figure inquietanti dal volto coperto, Franco stesso tra gli adepti che scruta la macabra pantomina, donne nude e loschi figuri e un sacrifico umano con estirpazione del cuore che anticipa Il profumo della signora in nero), dove inizia la giovane Eugenie (la bellissima ma un pò inespressiva Marie Liljedahl) ai piaceri del sesso, del dolore e della morte.

    Nudi integrali femminili (e effusioni lesbo tra l'algida Maria Rohm e la Liljedahl), Jack Taylor (grandissima ghigna da psicopatico sadiano) che si getta sul corpo appetibile e indifeso di Eugenie, per poi passare a quello della Rohm senza soluzione di continuità, in una sequenza di sesso a tre sul letto (girata da Franco con soluzioni visive che hanno del sorprendente) che probabilmente ha fatto venire più di un coccolone ai censori bacchettoni dell'epoca.

    La Rohm che si siede sulla sedia di vimini cinque anni prima della Kristel in Emmanuelle, assistendo goduriosa a Jack Taylor che profana le grazie della Liljedahl (in più spiata dalla serva sordomuta Therese e con crisi di rabbia del servitore di colore Augustin che spacca la chitarra), per poi continuare i loro giochi "a tre" drogando la fanciulla (o facendole credere, come prerogativa dello tio Jess, che tutto ciò sia solo un incubo o uno stato del suo subconscio), finche una ciurma sadiana di ninfomani e di degenerati agghingati in stile settecentesco e capitanata da Christopher Lee, arriva sull'isola per riscuotere il loro tributo di "sangue"

    E Franco getta tutto nel suo delirio febbrile, tra fustigazioni, frustate, la povera Eugenie presa a scudisciate e "strozzata" con una tenaglia, in una ritualità BDSM di puro sadismo sadiano/franchiano, con la Rohm dominatrix in stivaloni neri e Taylor spietato DOM senza scrupoli che schiocca la frusta con cipiglio luciferino.

    Tra delitti scellerati (Taylor strangola la serva Therese mentre prega nella sua stanzetta bunueliana contorniata da immagini sacre, nel tipico modus operandi delittuoso franchiano, per poi impiccarla con una catena, le sue gambe che penzolano dal soffitto, Eugenie che entra nella sua stanza (abbracciando una bambola come nei migliori psychothriller sottoaldrichiani), il sangue che cola, quasi un'omicidio stile baviano che anticipa qualcosa di Reazione a catena) e scritture sadiane il diabolico fato si compie

    In un eccesso di esaltazione onirico/perversa innondata dal rosso purpureo delle immagini , la ciurma sadiana è pronta a officiare la cerimonia, con donne che si contorcono dal piacere, lascive carezze lesbo, mani che spogliano e esplorano folte vulve, fino alla piena consapevolezza sadica di Eugenie, che, come preda di un irrefrenabile incantesimo misto a crudeltà e libidine

    SPOILER

    Colpisce a morte la Rohm e ne estrae il cuore

    FINE SPOILER

    Per poi, in un livore visivo abbagliante tipicamente franchiano, corre nuda tra le dune sabbiose dell'isola, forse perdendo la ragione, con una chiusa circolare (e geniale) che riporta all'inizio (Maria Rohm con vestaglietta nera di pizzo trasparente al la Un caldo corpo di femmina, che mostra le sue grazie poco nascoste, che prende la telefonata della Liljedahl nel suo appartamento, stendendosi sul lettone, in tutto il suo femmineo e impudico splendore)

    Franco nel suo totale fulgore , tra i sandaletti sexy indossati dalla Rohm in fantasiose e conturbanti calze nere, la sberla improvvisa che la Rhom appioppa alla serva sordomuta Therese (per poi, subito dopo, baciarla sulla guancia), i seni di Eugenie palpati e leccati, Eugenie nella vasca (la stessa vasca in cui troverà la morte l'Irina di Un caldo corpo di femmina?) che prende il bagnetto , amorevolmente assistita dalla Rohm, l'isola di Madera (luogo topico franchiano per antonomasia), così desolata eppure così paradisiaca, il vagare nuda di Eugenie perdendo ogni connizione con la realtà

    Splendido lo score del maestro Bruno Nicolai, che intervalla con musiche ora allegre, ora plumbee

    Un pò stoccafisso Christopher Lee, che pare stia lì preso in prestito da un set Hammer. Manca la mia adorata Lina (all'epoca non aveva ancora incrociato la strada del suo pignalione), ma il livore franchiano tra sesso, piacere e morte non la fa rimpiangere più di tanto.

    Emblematico il momento in cui Jack Taylor si mette a "giocare" con le tende della camera da letto, mentre , sul lettone giace inerme, in stato di dormiveglia dopo essere stata drogata, Eugenie (prima del festino a tre)

    Non solo uno dei punti più alti raggiunti dallo tio Jess, ma anche uno dei film erotici più audaci, impetuosi e spudorati dell'epoca.
    Ultima modifica: 14/08/18 15:42 da Buiomega71
  • Raremirko • 14/08/18 21:09
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Rispetto a La filosofia nel budoir il film mi sa che prenda molte libertà (il libro mica è ambientato su di un'isola).