Discussioni su Crash - Film (1996)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Ciavazzaro • 20/04/09 13:46
    Scrivano - 5591 interventi
    Ci ha lasciato l'autore dal quale e' stato tratto il seguente film,l'ottimo scrittore J.C. Ballard morto dopo una lunga malattia...
  • Herrkinski • 22/04/09 12:05
    Consigliere avanzato - 2630 interventi
    Un peccato. Il libro era eccellente, tra parentesi.. Di sicuro era uno scrittore fuori dalla norma.
  • Zender • 23/04/09 11:06
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Io lessi al tempo "La mostra delle atrocità". Innovativo senza dubbio, anche se non il massimo della leggibilità. Dispiace comunque.
  • Hackett • 23/04/09 11:16
    Portaborse - 530 interventi
    Notevole anche il libro "l'isola di cemento" toccante e raffinata metafora dell'umana alienazione. Ricordiamo anche il film di Spielberg "L'impero del sole" che riprende il libro autobiografico dell'autore.Ballard è considerato anche il padre del primo embrione della letteratura cyberpunk. Una grave perdita.
  • Rebis • 31/12/10 18:02
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Posto qui perchè nei commenti allo speciale di Stefania non c'è abbastanza spazio per il mio chilometrico intervento :D

    Ho da poco finito di leggere il libro di Ballard e devo dire che l'approfondimento di Stefania è un ottimo e ben argomentato testo di comparazione di cui - per altro - condivido massimamente le conclusioni ma che mi spinge a fare qualche considerazione ;) è vero che Cronenberg ha sacrificato la componente apocalittico-collettiva e quella lisergico-allucinatoria del romanzo ma, mi pare, per sostituirle con elementi che sono più in linea con la sua poetica: un tono introspettivo e “mentale” per il primo e uno scenario livido e realista per il secondo. Il primo suggerisce che la mutazione è prodotta a partire dalla traumatizzazione della sfera psichica, il secondo che il progresso degenerativo/rinvigorente è latente, già diramato e intessuto nel quotidiano, lo sfacelo è sotto i nostri stessi occhi, senza l’implemento di sostanze stupefacenti. Per il resto credo che le poetiche dei due autori convergono. Quello che mi stupisce del film di Cronenberg è come sia riuscito a ricreare attraverso le immagini lo stesso ritmo ossessivo, meccanico, catatonico, inarrestabile che trapela dalle pagine. Poi, certo, la prosa di Ballard è talmente ricca, tracimante e visionaria che difficilmente poteva trovare un surrogato al cinema. Resta il fatto che, per ignoranza mia - deduco - mi è più facile contestualizzare questa concettualizzazione del postmoderno nell’opera di Cronenberg (di cui conosco compiutamente gli sviluppi), piuttosto che nel libro di Ballard dove mi rimane uno sgradevole sentore di gratuità...
    Ultima modifica: 31/12/10 18:08 da Rebis
  • Zender • 1/01/11 10:15
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Stefania apprezzerà senza dubbio, Rebis!
  • Stefania • 1/01/11 13:42
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Buon anno! Addirittura in due vi ci mettete a chiamarmi! E' una gioia svegliarsi rintronata il giorno di Capodanno ed essere immediatamente chiamata a manifestarmi come essere razionale, ad usare categorie critico-speculative, ad esprimere giudizi estetici, il tutto utilizzando i soli due neuroni attualmente operativi ;)
    Dunque, grazie Rebis per il tuo apprezzamento, poi ti dirò: io credo che Cronenberg abbia potuto, nel 1996, dare in qualche modo per scontato, ciò che non poteva dare per scontato Ballard nel 1973.
    Il film di Cronenberg è il compiuto avverarsi della profezia di Ballard, perciò non ne possiede il surrealismo allucinato, l'impeto vaticinante, l'allarmato, moralistico millenarismo. E' vero quel che dici: tutto è già dentro di noi (le perversioni e le storture della società tecnologizzata, intendo), si è compiuta la fusione tra il paesaggio interiore della psiche interiore e il paesaggio esterno...
    Guarda la differenza tra la caratterizzazione del personaggio di Vaughan nel romanzo e nel film: Ballard "messianizza" Vaughan, lo chiama spesso "angelo" o "profeta", è uno che autocelebra, provocatoriamente, il proprio martirio, si infligge ferite che sembrano stimmate (blasfeme) che alludono alla blasfemia del presente. Nel film, le ferite diventano tatuaggi: sono un patto d'amore con Ballard, sono il gioco annoiato di un bambino triste.
    quanto al ritmo del film, ti dirò che a me invece è sembrato più lento rispetto a quello della prosa, più malinconico e stagnante, meno elettrizzato. I personaggi sono più statici: quelli di Ballard mi sembravano avere una sovraeccitazione febbrile, di agonizzanti, che quelli di Cronenberg non hanno. Non sono né febbricitanti nè agonizzanti: sono sopravvissuti... non era una malattia mortale, era una patologia cronica :DDD
    Ok, la smetto, ancora grazie e ancora auguri, vado a fare colazione con caffè e acido (acetilsalicilico=aspirina), ma richiamami quando vuoi, è sempre un piacere :)))
  • Rebis • 1/01/11 21:25
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Sì, mi piace proprio la tua lettura. Devo dire che la "chiave profetica" spiega tanto gli eccessi linguistici di Ballard quanto il livore figurativo di Cronenberg, l'uno come espressione avveniristica, l'altro come messa in atto di un'ecatombe. Bella anche l'idea della compulsività da malati terminali (Ballard) e della rassegnazione da sopravvissuti (Cronenberg).

    Beh, buono snebbiamento e buona colazione!
    Ultima modifica: 1/01/11 23:22 da Rebis
  • Stefania • 1/01/11 22:15
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Ti ringrazio e approfitto per consigliarti anche la lettura di "Millenium people" di Ballard, quando ne avrai il tempo, altro romanzo interessante, ove si parla di una fantascientifica rivoluzione borghese anticonsumistica... Una piacevole lettura!