Buiomega71 • 30/08/15 15:32
Consigliere - 25997 interventi Buiomega71 presenta: La lunga estate del brivido dell'imprevisto - 23 Inediti non davinottabili-
Innanzitutto meglio sgomberare il campo da inutili confronti: il capolavoro funereo e incancrenito aldrichiano rimane irraggiungibile (e questo era scontato). Quello che ho apprezzato in questo remake televisivo (quindi, già in partenza, "penalizzato" dalla sua destinazione al piccolo schermo) è stata l'umilità con la quale Greene ha affrontato il progetto. Il suo è un tributo reverenziale al classicone aldrichiano, senza chissà quali stravolgimenti o modifiche (a parte l'incipit con Blanche e Jane bambine sul set o sulla spiaggia con i genitori e nel finale desolante e tristissimo sulla spiaggia, dove Jane - ormai fagocitata dal baratro della follia - viene arrestata dalla polizia).
La trama è identica all'immortale prototipo, quindi conosciutissima, con le sorelle Hudson, Jane (Lynn Redgrave) e Blanche (Vanessa Redgrave) che vivono, ormai in rovina e dimenticate dal mondo, in una villa a Hollywood, cupo e tetro museo degli orrori, dove regna un declinante squallore tra bambole e cimeli ammuffiti del passato. Blanche è su una sedia a rotelle, tormentata dalla sorella Jane, che si veste ancora come una bambina e preda di una malattia mentale galoppante, ancora gelosa del successo d'attrice che ebbe la sorella mettendo in ombra il suo. Sevizia Blanche come in un torture porn (le dà da mangiare cani morti, lombrichi, la priva di ogni mezzo di comunicazione, la lega col nastro isolante, inchiodandola a letto senza possibilità di chiedere aiuto al mondo esterno). La pazzia di Jane va di pari passo agli odori necrofori che regnano nell'atmosfera decadente della villa sul viale del tramonto. Quando un agente di spettacolo da quattro soldi (John Glover) vorrà riportare sulle scene Jane sentendo la puzza di denaro e i risultati saranno a dir poco disastrosi, la pazzia di Jane arriverà all'omicidio, per poi portare la sorella Blanche (ormai moribonda) sulla spiaggia, proprio come quando erano bambine...
Greene (una carriera di film tv - ma non solo - costellata da alcuni cult, almeno
La Porta Sbarrata,
L'uomo della porta accanto e il pilot di
Radici) ossequia Aldrich senza strafare, dando in mano il film alle STRAORDINARIE sorelle Redgrave (e se Joan Crawford e Bette Davis sono irraggiungibili, le sorelle Redgrave non sono da meno), sia Lynn nei panni della grottesca e patetica Jane, sia Vanessa in quelli della sottomessa e sofferente Blanche.
Basterebbe la recitazione delle due sorelle inglesi (geniale l'idea di far interpretare il restyling da due vere sorelle) per apprezzare questo rifacimento, che se non raggiunge i livelli del film di Aldrich tanfa comunque di morte e vecchiume, di cianfrusaglie marce, di rossetti e mascara puzzolenti, di barocchismi funerei, di patetismi da quattro soldi e di morte (basterebbe la sequenza in cui Jane, vestita di paillette e lustrini, balla in uno squallido locale di infima categoria, con un pubblico fatto di trans, drag queen, puttane e papponi. Il disastroso e patetico ritorno sulle scene dell'attrice caduta in disgrazia e oggetto di ilarità e scherno da parte del pubblico bislacco, trasformandosi in un grottesco e allucinato momento di follia. Amplificando la desolazione dell'insieme con l'agente delle "star in rovina" che si traveste da Blanche e canta insieme a Jane sul fetido palchetto).
Il B/N di Ernest Haller viene sostituito dalla fotografia cupa di Stevan Larnier, il viscido Victor Buono è qui un John Glover di rara meschinità e opportunismo, la vicina di casa delle due attrici è Amy Steel - con consorte (quando c'è la mia Amy è sempre un valore aggiunto), l'incipit non mostra l'incidente fuori dal cancello della villa hollywoodiana ma le due attrici bambine sul set di un film alla RICCIOLI D'ORO, nel pranzo di Blanche "preparato" da Jane non ci sono più i ratti stecchiti, ma lombrichi striscianti nel panino, alla fine, sulla spiaggia, tra il delirio di Jane e Blanche che stà per morire, non ci sono più i bagnanti incuriositi, ma una coppia di poliziotti venuti per arrestare Jane.
Due omicidi commessi da Jane nella grande casa (uno a forbiciate, l'altro con la spada dell'"oscar" rivolta al cielo, o meglio il "premio alla magnificenza" di Jane,), Jane si reca in una videoteca di Hollywood per cercare i suoi film (tra le vhs sugli scaffali ho riconosciuto quella di O LUCKY MAN e CHRISTINE di Carpenter), l'injoke con la gigantografia disegnata di Bette Davis sull'Hollywood bouvelard, la musicassetta su cui Blanche incide la sua richiesta di aiuto destinata alla vicina di casa, la rovinosa caduta dalle scale di Blanche, il travestismo che confonde Jane e la incita a uccidere.
Dialoghi ancora taglienti tra le due sorelle, trasandatezza e zozzeria (Jane gira in casa con le piante dei piedi sporche e nere).
Qualche nota stonata (il cane cotto servito a pranzo da Jane alla povera Blanche è un evidente peluche!) non intacca questo buon remake, che riesce a dare il sapore necroforo e mortifero da gran guignol dell'originale (con le dovute distanze, ovviamente).
Tra i produttori figurano il figlio di Robert Aldrich, William, e una vecchia conoscenza come Barry Bernardi (parecchio Carpenter e
Poltergeist 3) e lo sceneggiatore Brian Taggert (aveva scritto
Di origine sconosciuta e il ficcante thriller ospedaliero
Delitto al Central Hospital).
Momento cult: Blanche chiede alla sorella Jane di comprarle un videoregistratore per vedersi i film interpretati da lei su vhs. Lapidaria la risposta di Jane: "
Certo, come no, così organizzeremo delle rassegne sui tuoi film!"
Ultima modifica: 31/08/15 07:29 da
Zender
Buiomega71