Discussioni su Carnage Park - Film (2016)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Daniela • 8/09/16 23:30
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Herr, ho visto che sei il solo ad aver commentato l'unico film del regista presente nel Davinotti, ossia POD. Se ti capita, dai un'occhiata a questo Carnage Hall, visto stasera per la presenza nel cast di quella bella faccia da psicopatico di Pat Healy. Ho poi scoperto, al momento in cui sono andata a pescare i dati per la scheda, che su IMDB è accreditato di un misero 4,9 - a mio parere è invece un horrorino poco innovativo ma ben fatto.
  • Herrkinski • 9/09/16 02:09
    Consigliere avanzato - 2630 interventi
    Grazie, ci darò sicuramente un'occhiata nei prossimi giorni a questo punto! POD aveva delle potenzialità ma era ancora acerbo, a giudicare dal tuo pallinaggio questo pare decisamente più riuscito :-)
  • Daniela • 9/09/16 12:07
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Niente per cui gridare al miracolo, ma comunque mi fa sempre piacere imbattermi in qualcuno che riesce a far le nozze (ossia un horrorino di fattura decente, magari derivativo ma che non offende l'intelligenza e si fa seguire fino alla fine senza sbadigli) con i fichi secchi (è un film indipendente girato con due soldi).
    Curiosa di conoscere il tuo parere...
    Ultima modifica: 9/09/16 17:58 da Daniela
  • Buiomega71 • 3/06/17 10:06
    Consigliere - 25934 interventi
    Se si accantona la solita (e ormai abusatissima) storiellina al là Non aprite quella porta, questo "survivor movie" del talentuoso regista di Darling (là omaggiava il cinema paranoico/femmineo/sessantianopolanskiano, quì il cinema settantiano hooperiano/craveniano) e stata una piacevole sorpresa.

    Sorpresa , in primis, per il talentaccio innato di Keating, che mescola abilmente i (de)generi, frullandoli a suo gusto da vero appassionato, con montaggio febbrile , tra flashback e scorci di cinema sperimentale (la figura stroboscopica del killer, la sua "resurrezione")

    Quindi ci mette soprattutto il secondo Texas con la motosega (il parco dei "divertimenti", la lunga galleria sotteranea degli orrori), qualcosa del Bogdanovich di Bersagli (molto più sporco e polveroso), spizzichi dell'Aja delle nuove colline con gli occhi (il cimitero delle auto, il deserto come riserva di caccia), echi del parco delle punizioni watkinsiane, qualcosa di The Bunny Game (ma anche di Bunnyman) e un finale che cita lo smarrimento e l'angoscia della perdizione nei meandri dell'oscurità di The Descent.

    Bellissimo l'icipit che omaggia lo spaghetti western (e anche nei titoli di testa), poi ci sono alcune tarantinate un pò fastidiose (che, francamente, hanno rotto) per fortuna lasciate cadere quasi subito, per prendere la via di un "survivor movie" feroce, spietato, crudele, che getta subito nell'azione e nell'incubo, senza tanti preamboli o orpellini vari

    Gli anni settanta sono omaggiati alla grande e l'atmosfera putrida e zozzerella di quegli anni di "piombo" (in tutti i sensi) e ben resa (anche come fisionomia dei personaggi , vedere Darby Stanchfield, la sopravvissuta che scamperà poco) il tutto avvolto in una soundtrack da urlo, con pezzi musicali che sono una gioia per le orecchie.

    A proposito di orecchie, il serial killer a là Panico nello stadio in mezzo al deserto le colleziona come feticcio e la faccia naturale da psicopatico di Pat Healy è valore aggiunto e il suo ghigno da gran bastardo non si scorda più.

    Keating non lesina scoppi di grande violenza e pucciate nello splatter (colpi in arrivo peckinpahniani, teste spappolate, mani maciullate a sassate, orecchie tagliate, piedi triturati dalle tagliole-povero Larry Fessenden- forbici piantate nella gola), sparge di cadaveri la zona di caccia (bersagli umani, trappole stile Ultimo mondo cannibale, caverne zeppe di cianfrusaglie e ossa umane, cadaveri inchiodati sulla sedia a rotelle a mò di macabre e disturbanti real-doll) con gran lavoro "artiginale" del grande Mike Tristano

    Finale di rara angoscia e fibrillazione

    Ottimo il look da "guerra" del killer con maschera antigas, tributo non troppo velato a certe figure slasheriane ottantiane (Il giorno di San Valentino, Rosemary's Killer) e bravissima Ashley Bell, che dagli esorcismi passa a donna nel mirino, in desolate e incubotiche location nature, dai grandi spazi desertici della California, dove la parola d'ordine è sopravvivenza.

    Incantevole la fotografia ocra e polverosa di Mac Fisken, che dona al film acri sapori davvero settantiani.

    Geniale, poi, il parco di "divertimenti" allestito dal killer (quasi un campo di concentramento all'aperto), tra giradischi, altoparlanti che gracchiano distorsioni auditive assumendo tratti incubotici e tormentoni infernali (un pò come quelli della Nave Fantasma che rimbombavano tra le marciscenti cabine) e notevoli alcuni sprazzi onirici jodorowskiani in bianco e nero (i cadaveri crocifissi e decapitati sulle colline)

    80' minuti di puro cinema "survivor" grezzo, sporco e sudaticcio , scritto e diretto da un appassionato (con parecchi numeri) per gli appassionati.
    Ultima modifica: 3/06/17 14:27 da Buiomega71