Discussioni su Blueberry - Film (2004)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/02/09 DAL BENEMERITO SUPERCRUEL
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  • Non male, dopotutto:
    Buiomega71
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Supercruel, Matalo!
  • Gravemente insufficiente!:
    Saintgifts

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Supercruel • 11/02/09 18:02
    Magazziniere - 49 interventi
    Tratto da un fumetto di Moebius, Blueberry è un goffo tentativo di mischiare il western di matrice classica con tendenze lisergiche, surreali e sciamaniche. L'idea è interessante, peccato che la realizzazione sia tutt'altro che soddisfacente, con una sceneggiatura inconcludente (flashback, tempi morti, ...) e uno stile visivo da screensaver. Cast di livello ma la prova è incolore, anche se non disprezzabile in toto. Da cestinare.
  • Buiomega71 • 10/04/12 10:48
    Consigliere - 25999 interventi
    L'incipt è un pezzo di cinema unico, la giovane prostituta, la camera in fiamme, la follia di Madsen, il volto della ragazza che brucia tra le fiamme con un foro di pallottola in fronte, ossessione/incubo che tormenta Cassel per tutto il film (ma il colpo di scena arriverà alla fine, con una sequenza da brividi cinematografici).

    Western cyber punk, viaggi lisergici che manco Chappaqua, splendide location e straordinari voli pindarici della macchina da presa.

    Kounen si "addolcisce" rispetto al furente e eccessivo Dobermann, regala immagini alla Godfrey Reggio, si immerge in visioni jodorowskiane, si avvicina al west cupo e fangoso (e sciamanico) di Dead man, cita il western di Leone e situazioni rodrigueziane,nonchè il peyote del fulciano I 4 dell'apocalisse grotte e cure mediche indiane e viaggi allucinatori sullo stile delle Ali della notte, in concomitanza con scenari naturali da mozzare il fiato.

    Purtroppo il film fallisce nelle visioni e nei viaggi lisergici, con una vomitosa CG (quanto fà male al cinema stà merda?), che sembra di vedere una versione da doposbornia del Tagliaerbe, tra mostri insettiformi lynchiani e viaggi psichedelici che durano un eternità, tra pixel e effetti da commoder 64.

    Tolta questa parte di puro delirio da Matrix dei poveri, il film guadagna solo come western "puro", tra la Lewis che canta nel saloon "Danny boy", il nero Woodhouse (nome omen) con la testa scalpata stile le vittime di Maniac, i deliri di Madsen che definisce "gli animali delle bestie, e gli uomini dei mostri" e vorrebbe essere un ragno, e i flashback della prostituta assassinata.

    Kounen non spinge l'acceleratore sulla violenza, ma ci regala un nudo full frontal in immersion della Lewis, con il pelo bello folto (ed è un piacere vederla recitare con papà Geoffrey).

    Bizzarro e allucinogeno, sbalestrato e ipnotico, ma non per tutti i gusti.
    Ultima modifica: 10/04/12 15:14 da Buiomega71